Cronache Marziane

di Ray Bradbury

Titolo: Cronache Marziane
Titolo originale: The Martian Chronicles
Genere: fantascienza
Autore: Ray Bradbury (Wikipedia)
Nazione: USA
Anno prima pubblicazione: 1950
Ambientazione: Marte, XX e XI secolo
Casa Editrice: Mondadori (I Miti Novecento)
Traduzione: Giorgio Monicelli
Pagine: 304
Provenienza: Biblioteca
Note: Ho problemi con lo scanner, quindi per questa volta ho dovuto fotografare la copertina. Siccome con le foto non riesco mai a essere precisa, ho preferito non prendere solo la copertina, ma darle anche uno sfondo il più possibile appropriato! :) Tra l’altro, come immagino si possa notare dall’immagine, non è la prima pagina della copertina, ma la quarta. Il libro che ho letto io infatti conteneva oltre a Cronache marziane anche Fahrenheit 451 che però ho già letto, e aveva due immagini diverse in prima e quarta di copertina.
Link al libro: ANOBII


La scienza non è che la spiegazione di un miracolo che non riusciamo mai a spiegare e l’arte è un’interpretazione di quel miracolo.
Jeff Spender in “‘… And the moon be still bright'”

La cronaca dell’avventura terrestre su Marte, dalle prime fallimentari esplorazioni nel 1999 alla colonizzazione nei primi anni del ventunesimo secolo, fino poi al 2026…

Non saprei se definire le Cronache marziane come un raccolta di racconti oppure un romanzo con capitoli molto slegati tra loro*. Perché il libro è composto da racconti/capitoli/quello-che-è più o meno brevi (da una a qualche decina di pagine), ognuno con un titolo e una data, ognuno con personaggi diversi che per la maggior parte non rivedremo più nel resto del libro, ma tutti in ordine cronologico e comunque collegati tra loro, visto che stanno raccontando la stessa cosa, e in particolare verso la fine diversi personaggi ritornano in più racconti/capitoli/quello-che-è. Quindi, alla fine, opterei per il… romanzo episodico! Esiste questo genere? ;)

Il segnalibro che ho usato durante la lettura è stato realizzato da Brina.

Va bè, a parte questo dubbio, il libro m’è piaciuto. Alcuni episodi più, altri meno, alcuni li ho trovati un po’ noiosi, altri decisamente appassionanti, alcuni non li ho ben capiti, altri mi hanno colpito e commosso… insomma, è molto vario come libro! Infatti cambia registro un paio di volte. All’inizio ci vengono presentare le prime missioni umane su Marte. La prima è raccontata solo dal punto di vista dei marziani, nella seconda e nella terza abbiamo una certa interazione tra terrestri e marziani, ma comunque anche queste falliscono, e il motivo è l’incompatibilità tra le due razze: i marziani non gradiscono molto i terrestri!

Poi la situazione sembra ribaltarsi: la quarta spedizione trova un pianeta deserto, in cui tutti gli abitanti sono stati uccisi da un banale morbo portato involontariamente dalle precedenti spedizioni. E da qui in poi sono quindi i terrestri a dimostrare intolleranza, aggredendo fin da subito il nuovo pianeta, privi del benché minimo rispetto per una società antica e misteriosa quale era quella marziana.

Dopo ancora inizia la colonizzazione, quindi i terrestri non sono più solo astronauti, ma gente normale, di tutti i tipi. Qui le storie si fanno molto diversificate, ce ne sono anche diverse ambientate negli USA, per esempio, e i marziani li vediamo sempre meno.

Infine, dopo qualche anno, la storia cambia ancora: sulla Terra scoppia una guerra terribile, e i coloni tornano in massa al pianeta natale, non volendo stare lontani da amici e parenti che sono rimasti lì. Su Marte non rimane quasi nessuno, e il pianeta torna ad essere un deserto. Poi c’è un salto di una ventina d’anni, e nei racconti di epilogo scopriamo che la guerra ha definitivamente distrutto la Terra. Alcuni esigui gruppi di terrestri sono però riusciti a fuggire, e sperano di trovare, su Marte, un nuovo inizio.

Cronache marziane è stato pubblicato per la prima volta nel 1950, e la “vecchiezza” ogni tanto si nota. Già solo l’idea dei marziani mi pare un po’ ingenua, poi si parla spesso dei famosi canali e ad un certo punto viene detto che sulla Terra nei primi anni del terzo millennio c’erano 2 miliardi e mezzo di abitanti! :)

Bradbury si è dimostrato piuttosto pessimista riguardo alla storia dell’umanità nei cinquant’anni che separano la stesura del romanzo dalla sua ambientazione: nel sud degli Stati Uniti c’è ancora il Ku Klux Klan (altro che Obama!), e nel 2005 quasi nessuno sa chi era Edgar Allan Poe, perché nel ’75 c’è stato un Grande Rogo in cui tutti i libri troppo “fantasiosi” sono stati distrutti (tema ripreso poi da Bradbury in Fahrenheit 451): non è che la libertà di stampa oggi come oggi sia tutta rosa e fiori, ma se non altro Poe lo conosciamo benissimo! :)

E l’episodio “dedicato” a Poe, dal titolo “Aprile 2005 – Usher II”, è stato uno di quelli che mi è piaciuto di più! Le citazioni di questo autore erano infinite, e m’è venuta un sacco di voglia di rileggere i suoi racconti!

Poi mi è piaciuto molto anche “Giugno 2002 – L’immensità”, con protagoniste due ragazze decise a partire per Marte per raggiungere i fidanzati: come nel passato tante donne hanno fatto, per l’America, per il West, eccetera, così anche nel “futuro” le emozioni sono le stesse.

Infine, un altro episodio che pure ho amato molto è stato “Novembre 2002 – Le sfere di fuoco”: un gruppo di missionari parte per il pianeta Marte per evangelizzare i marziani! Il protagonista è il capo di questa spedizione, Padre Peregrine, affascinante personaggio per via del suo entusiasmo, della sua ironia, e del suo desiderio di portare il messaggio di Cristo a tutti i marziani, non solo a quelli antropomorfi, ma anche e soprattutto alle sfere di fuoco del titolo.

Insomma, una lettura piacevole, diversa da come mi immaginavo, interessante nonostante l’età si faccia sentire!

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Cronaca di una storia ripetuta

Sfide

Un po’ di frasi

Fino a un istante prima era ancora l’inverno dell’Ohio, le porte chiuse, i vetri alle finestre ricoperti di brina, stalattiti di ghiaccio a frangia d’ogni tetto, bimbi che sciavano sui pendii, massaie dondolanti come grandi orsi neri nelle loro pellicce sulle vie gelate.
[incipit]

Padre Stone: Padre Peregrine, non ti comporterai dunque mai con maggior serietà?
Padre Peregrine: No, finché il nostro Signore benedetto non farà altrettanto. Oh, ti prego, non fare quella faccia così terribilmente scandalizzata! Il Signore non è mai tanto serio. Infatti, è piuttosto difficile dire che altro Egli sia oltre che infinito amore. E l’amore più puro è anche letizia, non ti pare? perché non puoi amare nessuno, senza andare d’accordo con lui, giusto? E non puoi andare d’accordo di continuo con chicchessia, a meno che tu non possa anche ridere bonariamente di lui. È vero o non è vero? E senza dubbio noi siamo dei buffi animaletti che si rivoltolano nella coppa della marmellata, e Dio deve amarci tanto più in quanto ridestiamo il Suo senso umoristico.

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* Ho scoperto, dopo aver scritto la recensione, che in effetti il libro è una raccolta di racconti pubblicati su riviste verso la fine degli anni ’40.

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