Re Giovanni


di William Shakespeare

Titolo: Re Giovanni
Titolo originale: The Life and Death of King John
Autore: William Shakespeare
Nazione: Regno Unito
Anno prima pubblicazione: 1623
Ambientazione: Inghilterra e Francia, XII-XIII secolo
Personaggi: Re Giovanni, Filippo il Bastardo, Uberto, Regina Eleonora, Re Filippo II di Francia, il Delfino Luigi, Arturo, Costanza
Casa Editrice: Newton Compton (Grandi Tascabili Economici)
Traduzione: Agostino Lombardo
Copertina: Johann Heinrich Füssli, “Here I and Sorrow Sit”, Re Giovanni, II,1 – Bridgeman/Archivi Alinari, Firenze
Pagine: 189
Link al libro: ANOBIIGOODREADS
inizio lettura: 11 febbraio 2012
fine lettura: 7 marzo 2012


And why rail I on this commodity?
But for because he hath not wooed me yet;
Not that I have the power to clutch my hand
When his fair angels would salute my palm,
But for my hand, as unattempted yet,
Like a poor beggar raileth on the rich.
Well, whiles I am a beggar, I will rail
And say there is no sin but to be rich;
And being rich, my virtue then shall be
To say there is no vice but beggary.

E perché io inveisco contro questo profitto? Ma perché lui non mi ha ancora corteggiato. Non che a me manchi la forza di chiudere la mano se i suoi begli “angeli” in moneta mi sfiorano la palma, ma perché la mia mano, ancora non tentata, come un povero mendicante inveisce contro i ricchi. Bene, finché sarò un mendicante inveirò dicendo che non c’è peccato se non quello di essere ricchi; una volta ricco, la prima virtù sarà quella di dire che non c’è vizio se non la povertà.

Il Bastardo

(Pagina 64)

In questa tragedia il Bardo racconta il regno di Re Giovanni, tra guerre, matrimoni, tradimenti ed ingiustizie.

Questa è una delle opere del Bardo che non conoscevo per niente, non sapevo avesse scritto di questo re finché non m’è capitato di comprare il libro. Sono quindi rimasta davvero molto soddisfatta di aver trovato comunque una storia interessante e una lettura coinvolgente anche in una tragedia meno conosciuta come questa qui. Grazie poi alla mia ignoranza riguardo a questa parte di Storia inglese non sapevo cosa fosse accaduto in realtà e quindi mi sono anche potuta godere con una certa “sorpresa” lo svolgersi degli eventi! :)

La trama copre i 17 anni di regno di Giovanni (dal 1199 al 1216), e lo fa restringendoli in 5 atti, senza mostrare in qualche modo palesemente che il tempo passa. Le note del curatore, molto gentilmente, mi hanno informato su alcune libertà che il Nostro si è preso riguardo alla verità storica, però spesso l’hanno fatto spoilerando non poco! Ok, si tratta di Storia, quindi dovrebbero essere cose sapute da tutti, ma come ho detto io invece non le conoscevo! :)

Il segnalibro che ho usato durante la lettura.

I personaggi sono come al solito straordinari! Drammatici, ma anche in grado di farmi sorridere, anche se non sempre “volutamente”. Per esempio le due madri, la regina Eleonora e Costanza, che si insultano a vicenda risultano senza dubbio ridicole, anche se sono serissime. Il Bastardo invece è spesso spiritoso, ed è senza dubbio il personaggio che mi è piaciuto di più di questa tragedia! Per certi versi mi è sembrato lui il vero protagonista, sicuramente è il personaggio più attivo e affascinante, e anche, se non ricordo male, l’unico che ha almeno un monologo. Il Re Giovanni invece non l’ho compreso molto bene. Nel suo opporsi alla Chiesa poteva sembrare il degno antesignano della Regina Elisabetta che si beccò pure lei una scomunica, ma in altri momenti si dimostra vile, poco lungimirante e gratuitamente crudele, quindi comunque non presenta la regalità in maniera molto positiva. Quando muore viene poi compianto un po’ da tutti, come se fosse stato n buon re, però, a dirla tutta, a me proprio non riusciva di non pensare a lui come al re più fasullo di’Inghilterra!!! :D

Lo stile è il solito, già a volte un po’ difficile in italiano, decisamente ostico in originale, impossibile (almeno per me) da leggere senza testo a fronte, ma sempre troppo bello per accontentarsi di leggere solo la traduzione! :) Penso proprio che cercherò l’originale di tutte le opere che ho già letto solo in italiano per potermele godere con le parole “vere” di Shakespeare!
Comunque, parlando di traduzione, io, come sempre ho delle lamentele da fare! Mi sento un po’ presuntuosa a dire la verità nel voler criticare chi traduce Shakespeare, però il fatto è che io preferirei sempre, in modo particolare poi quando c’è il testo a fronte, una traduzione il più letterale possibile (vedi anche note in basso)! Mi secca per esempio che non venga rispettata la punteggiatura: capisco virgole, puntievirgole e due punti, però almeno il punto fermo potrebbero metterlo sempre allo stesso posto, altrimenti è più difficile seguire entrambi i testi!

Mi piacerebbe sapere di più su Shakespeare, a scuola non l’ho studiato, non so nulla del teatro inglese. Per esempio vorrei capire lo scopo e/o il ruolo dei vari personaggi, per quale motivo in questa tragedia il Bastardo è più presente del protagonista, ed è l’unico ad avere monologhi (sempre che tutto questo abbia un qualche significato!) Stavolta la prefazione era piuttosto corta e non è stata esauriente sull’argomento (a differenza invece delle interessantissime pagine a fine testo che però parlavano di altro)!

Copertina
Non bellissima, ma mi fa piacere che l’immagine non sia presa a caso ma rappresenti propri una scena della tragedia.

Sfide

Dammi 4 parole

Giovanni re fasullo d’Inghilterra

Un po’ di frasi

— Now, say, Chatillon, what would France with us?
— Thus, after greeting, speaks the King of France,
in my behaviour, to the majesty,
the borrowed majesty, of England here.
— Dite, Chatillon, che vuole il Francia da noi?
— Così dopo avervi per mio mezzo salutato, parla il re di Francia alla maestà, presa in prestito, del qui presnte Inghilterra.
[Re Giovanni e Chatillon nell’incipit]

A foot of honour better than I was,
But many a many foot of land the worse!
Well, now can I make any Joan a lady.
‘Good den, sir Richard’ – ‘God ‘a’ mercy, fellow’ –
And if his name be George, I’ll call him Peter; –
For new-made honour doth forget men’s names.
Un palmo d’onore in più di quanto avessi, ma di terra ne ho perduta abbastanza. Bene, ora posso fare di ogni donna una signora. «Buona sera, Sir Riccardo». «Dio ti aiuti, brav’uomo». E se il suo nome è Giorgio, io lo chiamerò Pietro. I nuovi nobili non ricordano i nomi degli uomini comuni.
Il Bastardo “riflette” sulla sua nuova condizione di regale figlio illegittimo
(Pagina 24)

— Doth not the crown of England prove the King?
And if not that, I bring you witnesses,
Twice fifteen thousand hearts of England’s breed –
— (aside) Bastards, and else!
— La corona d’Inghilterra non dimostra chi è il Re? E se non basta vi porto dei testimoni, trentamila cuori di sangue inglese…
— (a parte) Compresi i bastardi!
Re Giovanni e il Bastardo
(Pagina 46)

(Seats herself on the ground)
To me and to the state of my great grief
Let kings assemble; for my grief’s so great
That no supporter but the huge firm earth
Can hold it up. Here I and sorrows sit;
Here is my throne. Bid kings come bow to it.
(Si siede per terra)
Da me e dal mio grande dolore accorrano i Re, perché il mio dolore è così grande che a sostenerlo può essere soltanto l’enorme, solida Terra. Qui io e le pene* siederemo. Qui è il mio trono. Ai Re chiedi di venire a inchinarsi davanti a lui.
Costanza
(Pagina 70)

Constance — Thou wear a lion’s hide! Doff it for shame,
And hang a calf’s-skin on those recreant limbs.
Austria — O that a man should speak those words to me!
Bastard — And hang a calf’s-skin on those recreant limbs.
Austria — Thou darest not say so, villain, for thy life!
Bastard — And hang a calf’s-skin on those recreant limbs.
[…]
Austria — King Philip, listen to the Cardinal.
Bastard — And hang a calf’s-skin on his recreant limbs.
Costanza — Tu indossi la pelle del leone? Vergogna, gettala via, e metti una pelle di pecora su quelle membra di rinnegato.
Austria — Oh, se a dirmi queste parole fosse un uomo!
Bastardo — E metti una pelle di pecora su quelle membra di rinnegato!
Austria — Non osare dirlo, canaglia, sulla tua vita!
Bastardo — E metti una pelle di pecora su quelle membra di rinnegato.**
[…]
Austria — Re Filippo, ascoltate il Cardinale.
Bastardo — E metti una pelle di pecora sulle sue membra di rinnegato.
(Pagine 72,74,78)

— It is the curse of kings to be attended
By slaves that take their humours for a warrant
To break within the bloody house of life,
And on the winking of authority
To understand a law, to know the meaning
Of dangerous majesty, when perchance it frowns
More upon humour than advised respect.
— Here is your hand and seal for what I did.
— E’ la maledizione dei Re di essere serviti da schiavi che prendono i loro umori per ordini intesi a infrangere la casa sanguinante della vita, e in un batter di ciglia dell’autorità vedono una legge e credono di conoscere il significato del corruccio regale quando esso minacciava più di malumore che per una ragione meditata.
— Ecco l’ordine, da voi scritto e sigillato, perché facessi quello che ho fatto.
Re Giovanni e Uberto
(Pagina 124)

O, let us pay the time but needful woe,
Since it hath been beforehand with our griefs.
This England never did, nor never shall,
Lie at the proud foot of a conqueror
But when it first did help to wound itself.
Now these her princes are come home again,
Come the three corners of the world in arms
And we shall shock them! Nought shall make us rue,
If England to itself do rest but true!

Paghiamo al tempo il solo dolore necessario, visto che abbiamo già versato il nostro tributo. Questo l’Inghilterra non ha mai fato né farà, di giacere al piede orgoglioso di un conquistatore, a meno che prima non sia riuscita a ferirsi da sé. Ora che i suoi principi sono tornati in patria, vengano in armi i tre angoli del mondo, e li faremo tremare! Nulla ci farà più soffrire se l’Inghilterra resta fedele a se stessa.

[Il Bastardo nell’explicit]


* La traduzione del mio libro diceva “Qui io e i miei dolori siederemo”, però a me piaceva di più tradurre “sorrows” in maniera diversa, perché nel testo originale poco prima usa una parola diversa, grief, tradotta con “dolore”, e anche se forse suona meno bene mi piaceva mantenere il cambio di termine.


** Ho leggermente cambiato la traduzione di questo pezzo, usando la stessa traduzione dei pezzi che in originale erano identici.

4 pensieri riguardo “Re Giovanni

    1. Ah, vedi, tu lo conoscevi! :)
      Però devo dire che la mia ignoranza stavolta mi è stata utile, perché è stato bello avvicinarsi a unb tersto di Shakespeare da cui non sapevo davvero cosa aspettarmi!

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