L’acchiapparatti

di Francesco Barbi

Solamente uno stregone di grande potere e fuori di senno avrebbe potuto osare tanto. D’altra parte, la vita non riserva molti piaceri ai sani di mente.
Melzo

(Pagina 377)

Zaccaria Narrish è l’acchiapparatti di Tilos, il migliore nel suo campo, anche perché (come recitava lo slogan di
Ace Ventura) è l’unico. Infatti questo mestiere se l’è inventato lui. Un giorno Ghescik, il gobbo becchino della città, viene a chiedergli un favore. Da quel momento inizia per i due un’avventura che coinvolgerà giganti, assassini, cacciatori di taglie, prostitute, maghi e un mostruoso e terrificante demone. E topi, ovviamente.

E’ iniziato un po’ in sordina questo romanzo, c’ho messo un po’ per ingranare, perché la storia va avanti alternando le vicende di diversi personaggi, ma pian piano si cominciano ad intuire le connessioni tra le varie storie, e l’interesse aumenta, fino a diventare poi estremamente avvincente nella parte finale.
In ogni caso gli strani personaggi si sono fatti amare, ciascuno a modo suo, fin da subito! In particolare mi ha affascinato il personaggio di Gamara, il cacciatore di taglie, che compare nel prologo per poi sparire, e riapparire per fortuna più in là: mi era dispiaciuto quando avevo creduto che non l’avremmo più rivisto! Mi sarebbe comunque piaciuto sapere di più su di lui, la storia di come è rimasto sfigurato, e come è diventato così efficiente nel suo lavoro…
Altro bel personaggio è il protagonista del racconto, Zaccaria, l’acchiapparatti. E’ matto, o almeno questo è quello che pensano tutto perché parla di sé al plurale, vive in una torre pericolante in compagnia dei suoi gatti, e… bè, non sembra molto sveglio! Con la mia cultura cine-televisiva sull’argomento direi che è un incrocio tra Rain Man e il detective Monk, con disturbi ossessivo-compulsivi (ha bisogno di saltellare tre volte avanti e indietro per entrare da qualche parte), difetti cognitivi, ma poi una grande capacità che rasenta la genialità in alcuni determinati campi, come esempio la decifrazione di antichi testi in lingue ormai perdute. Sicuramente un personaggio originale nel panorama fantasy, davvero interessante e, soprattutto, simpaticissimo: non si può fare a meno di affezionarglisi!

La trama, come ho detto, si costruisce pian piano attraverso vari episodi ambientati in vari luoghi di questo mondo che, se non sbaglio, non ha un nome specifico (QUI una cartina), e pian piano emergono i collegamenti tra le vicende dei vari personaggi. La storia è interessante e ben gestita; come ho detto all’inizio la trama non è particolarmente emozionante ma ci pensano i personaggi a catturare l’attenzione cosicché l’interesse di sapere che succederà non viene mai meno, e da un certo punto in poi la storia si fa molto avvincente e coinvolgente.

Non mancano purtroppo alcuni aspetti negativi, probabilmente si tratta di una cosa di minore importanza, ma è comunque una cosa che a me da sempre molto fastidio: gli errori. Più di una volta ho trovato scritto “gli” al posto di “le”. Se succede una volta solo, ok, può essere una svista; due volte, ok, ci può stare; ma più di tre volte è proprio un errore! La cosa strana è che qualche volta viene anche usato il pronome giusto, quindi non è che proprio l’autore non sappia come si usano i pronomi! ;) La cosa che più mi dispiace è che a quanto ho capito si tratta di una versione del romanzo riveduta, perché la prima venne pubblicata da un altro editore col titolo L’acchiapparatti di Tilos. Possibile che nessuno si sia accorto del ripetuto errore? O, forse, non importa a nessuno parlare correttamente l’italiano? Che poi visti certi scempi trovati su altri libri non mi posso neanche tanto lamentare, se non altro non c’erano errori grammaticali in questo romanzo, e “po’” era sempre scritto correttamente con l’apostrofo! :)

Dopo questo piccolo sfogo, avrei un altro piccolo aspetto negativo da segnalare, ma di tutt’altro tipo: il libro finisce senza farci sapere che ne è stato di Sabatino!!! Sabatino è il topino che Zaccaria ha catturato a Fortevia, e che era rimasto in una sacca rubata dagli evasi! Immagino che il poverino, richiuso lì tutto quel tempo, sia morto di fame!!! :°( Io mi ci ero già affezionata! :((((

A parte queste piccolezze, il commento generale è senz’altro positivo, molto! C: Il romanzo mi è piaciuto, un low fantasy non banale, accattivante, ben scritto, avvincente, e che pone un punto di vista originale, diverso dal solito: quello degli emarginati della società. Il protagonista infatti è considerato un ritardato, e si accompagna con un gobbo (che per di più fa il becchino!), per poi incontrare strada facendo una prostituta, un gigante – lui sì davvero un po’ tocco- , e il mio caro cacciatore di taglie sfigurato (che non sarà proprio un emarginato in senso stretto, ma certo a pochi fa piacere averlo vicino!)
Davvero una bella lettura che desideravo fare da tempo, e sono quindi ancora più contenta di aver partecipato a questo bookring che me ne ha dato al possibilità! :) Sicuramente leggerò il suo secondo romanzo, Il burattinaio che, se non ho capito male, dovrebbe essere una sorta di seguito.

Copertina e Titolo
La copertina è semplice ma bella, con un topolino in primo piano e l’ombra di Ghescik che si intravede dalla finestra. Semplice e bello anche il titolo, anche se non so perché ma, pur non avendolo mai letto prima, mi viene da chiamare questo libro col titolo della prima edizione, L’acchiapparatti di Tilos!

Dammi 3 parole

Adorabile low fantasy

Scheda del libro

Titolo: L’acchiapparatti
Autore: Francesco Barbi (sito ufficiale)
Nazionalità: italiana
Anno prima pubblicazione: 2007
Personaggi: Zaccaria Narrish, Ghescik, Teclisotta (detta Isotta), Gamara
Casa Editrice: Baldini Castoldi Dalai
Pagine: 466
Link al libro: SITO UFFICIALEANOBIIGOODREADS
inizio lettura: 6 maggio 2012
fine lettura: 3 giugno 2012

Segnalibri: quello che ho usato durante la lettura (a destra) è stato realizzato da 1949paperina in occasione del secondo scambio di segnalibri nel gruppo Readers Challenge; l’ho scelto perché era delle dimensioni giuste per il libro, e perché il gattino i sembrata a tema con l’acchiapparatti! :)

Un po’ di frasi

I dadi d’osso erano stati lanciati. Le dita artritiche della cieca li sondavano uno ad uno.
«Come hai detto di chiamarti, figliolo?»
«Gelco.»
«Come? Abbi pazienza, le mie orecchie sono così stanche.»
«Gelco.»
«Dunque Gelco, che cosa vuoi che veda?»
«Non saprei… Il mio futuro.»
[incipit]

— Sono miei amici. Sì, insomma, quello secco secco. Ma anche il gobbo.
— Due dementi. Anzi tre dementi.
— Allora li conosci.
Teclisotta e Gamara
(Pagina 391)

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10 pensieri riguardo “L’acchiapparatti

  1. “Ella sapeva di essere una persona diversa dalle altre, ma non era matta. Erano gli altri che non la capivano, che non l’avevano mai capita. Le avevano bisbigliato alle spalle, l’avevano isolata, l’avevano persino costretta a ritirarsi in un mutismo ostinato…E le avevano affibbiato quell’epiteto. Quell’epiteto inizialmente tanto odiato quanto poi accettato e divenuto, infine, a lei così caro. ‘Strega’ l’avevano chiamata, e da allora una strega lei si era sentita.”

    Anche a me era piaciuto moltissimo! Se ti interessa, qui trovi la catena di lettura su anobii: http://www.anobii.com/forum_thread?topicId=3191869#new_thread

    1. Ciao HG! Certo che mi interessa, grazie mille! :) Non mi ci iscrivo subito perché in questo periodo faccio fatica a leggere (L’acchiapparatti l’ho tenuto con me un paio di mesi!!), non sono affidabile con queste cose, ma sicuramente mi ci iscriverò!!

  2. Come ti ho scritto su Anobii, anche a me è piaciuto un sacco! :D Sono felice sia piaciuto anche a te!

    Anche io adoro il personaggio di Gamara – sarai felice di sapere che, ne “Il Burattinaio”, avrà un ruolo più importante e lo vedrai molto di più :)

    Per quanto riguarda “gli” al posto di “le”… era nella narrazione o all’interno dei dialoghi? Perché, se all’interno dei dialoghi, può essere che sia Barbi che tenta di dare, anche attraverso queste piccole cose, ulteriore caratterizzazione dei suoi personaggi (facendoli parlare in modo sgrammaticato). Altrimenti, beh, c’è da bacchettare la casa editrice! Io ora, onestamente, non ricordo bene se sia il primo o il secondo caso :)

    Sono curiosa di scoprire cosa ne penserai, in futuro, de “Il Burattinaio”; secondo me si mantiene sui livelli del primo :D

    1. Ciao Cara!!!
      Grazie mille della bella notizia!!! In effetti volevo chiedere a qualcuno che l’aveva letto se Gamara tornava nel secondo romanzo, ma avevo paura di rimanere delusa in caso di risposta negativa! Grazie per avermi tolto il dubbio! :D Addirittura avr una parte anche maggiore?!?! Adesso sono ancora più ansiosa di leggerlo! :D

      Per quanto riguarda gli errori, no, purtroppo non erano nei dialoghi, o almeno così mi sembra di ricordare, perché ho riscontrato qualche errore nell’utilizzo dei verbi quando parlano, per esempio, gli evasi, e come te l’ho interpretato come una caratterizzazione dei personaggi che non erano certo dei letterati! Ma “gli” era proprio nel testo!
      Come ho detto nel commento alla fine non mi posso neanche tanto lamentare perché in altri libri ho trovato anche di peggio (lì sarebbe proprio da bastonare la casa editrice, più che bacchettare) ma qui mi ha dato particolarmente fastidio proprio perchéper il resto il linguaggio era ben utilizzato che mi è dispiaciuto non trovare un libro così ben scritto esente da certi erroracci!

  3. Mai sentito nominare…ma recensione interessante..
    il problema di gli e le oltre che dell’autore è anche del correttore di bozze: dov’era?
    A parte questo è stata un lettura piacevole e questo mi pare ti abbia soddisfatta comunque…:-)

    1. Sono contenta di averti fatto scoprire questo romanzo! Io lo conoscevo da tempo e ne avevo sempre sentito parlare assai bene, tanto che avevo paura di aspettarmi troppo e quindi rimanere delusa… invece le aspettative sono state ripagate! :)

      Per quanto riguarda la questione le/gli l’autore mi ha gentilmente risposto sul suo blog spiegandomi che fu proprio l’editor-correttore di bozze a dirlgi che non era importante perché secondo lui è uno di quegli aspetti che sono destinati a perdersi nell’evoluzione-semplificazione della lingua.
      A me sembra solo un dare man forte all’ignoranza, non una semplificaizone della lingua! Allora scriviamo tutti con le k, non mettiamo più la u dopo la q, eliminiamo accenti e apostrofi e uccidiamo la lingua italiana! :(

  4. L’ho finito ieri e come a te mi è piaciuto moltissimo. Anch’io ho notato qualche imprecisione ma devo dire che stranamente non mi ha infastidito più di tanto. Forse perché la storia è davvero bella e i personaggi talmente originali che ho fatto finta di niente per non rovinarmi la lettura.

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