L’assassinio di Roger Ackroyd


di Agatha Christie

Poirot
Hercule Poirot indaga (Poirot investigates)
Poirot e i quattro (The Big Four) →


Non mi piacerebbe aver torto. Non è nelle mie abitudini.
Poirot

(Pagina 151)

Il villaggio di King’s Abbot viene sconvolto nel giro di due giorni da due morti improvvise. Se per la prima pare si tratti di un incidente, sulla seconda non possono esserci dubbi: omicidio. Purtroppo per l’assassino, indovinate un po’ chi ha deciso di ritirarsi dalla professione per dedicarsi alla coltivazione delle zucche proprio a King’s Abbot?

Questo è uno dei romanzi più geniali di Christie, e purtroppo, come per molti dei suoi titoli più famosi, non mi sono mai potuta godere l’emozione della rivelazione del colpevole perché conoscevo già l’identità dell’assassino quando l’ho letto la prima volta. Questa è stata la mia seconda lettura, ma il romanzo devo dire mi è piaciuto moltissimo lo stesso! :) E anche se non ho avuto il piacere di provare a scoprire (sicuramente fallendo!) l’identità dell’assassino, ho avuto comunque la soddisfazione di capire almeno uno dei vari misteri di contorno che non mancano mai in un romanzo di Christie, perché i sospettati, anche se non sono colpevoli, hanno sempre qualcosa da nascondere! :)

Il segnalibro che ho usato durante la lettura, realizzato da me.

Parliamo un po’ comunque di questa soluzione finale, stavolta penso veramente impossibile per il lettore da indovinare! Come giustamente dice Leonardo Sciascia nella postfazione (eh, sì, perché un romanzo tanto eccezionale ha anche un nome eccezionale come firma per pre e postfazione!) [ATTENZIONE SUPER SPOILER SI SVELA L’ASSASSINO!!!] questo romanzo è una vera e propria sfida al lettore, molto più di quanto lo siano solitamente i romanzi gialli, perché Poirot ricostruisce gli eventi grazie alla testimonianza del dottore, che è la stessa che leggiamo noi, quindi ha le stesse nostre informazioni quando riesce a risolvere l’enigma! E come si bea Christie per bocca del dottore/narratore quando riporta le parole fatidiche Esitai un attimo, con la mano sulla maniglia della porta, domandandomi se avevo fatto tutto quello che potevo. Una frase innocente che in realtà cela tutto l’inghippo: l’esitazione del dottore è nel chiedersi se ha fatto tutto quello che poteva per assicurarsi di non essere scoperto! Eh, sì, perché l’assassino è proprio il narratore!! Come le sarà venuta un’insana idea del genere?!?! (anche se una cosa simile, a dire la verità, l’aveva già fatta in un altro romanzo – non cliccate se non volete spoiler pure su quello!) Ma la vera chicca (che si può notare soltanto, ovviamente, quando si conosce già l’assassino!) è quello che dice Poirot dopo aver letto per la prima volta gli scritti del dottore: Un resoconto meticoloso e accurato. Ha registrato i fatti con esattezza… quantunque si sia dimostrato un po’ troppo reticente sulla parte da lei sostenuta. Ovviamente qui Poirot già sa, e con quel “reticente” gioca con il dottore al suo stesso gioco, rivelandogli la verità senza darlo a vedere!! :D

Non c’è Hastings in questo romanzo, perché è andato in Argentina, e il povero Poirot si sente solo, e trova un degno sostituto nel dottor Sheppard, voce narrante di questo romanzo. Immagino anche questo fosse un espediente, un motivo per giustificare la presenza di un narratore diverso dal solito, in modo da non “insospettire” il lettore su questo nuovo personaggio!

Il nostro omino belga si è ritirato definitivamente (seeeee! ;)) dalla professione e ha affittato una casa (dal delizioso nome di Villino dei Larici) in un piccolo villaggio dedicandosi alla coltivazione delle zucche. Ecco come viene introdotto per la prima volta il suo personaggio:

La casa confinante alla nostra, il Villino dei Larici, è stata affittata di recente a un forestiero. Con vivissimo rammarico, mia sorella non è ancora riuscita a sapere nulla del nuovo arrivato; sa soltanto che non è delle nostre parti. Stavolta l’ufficio informazioni ha fatto fiasco. Presumibilmente il vicino deve pur comprare il latte, la verdura, la carne, proprio come tutti gli altri mortali, ma nessuno dei fornitori sembra sia riuscito a fornire una qualche informazione attendibile. Pare che il suo nome sia Porrot, e che si occupi della coltivazione delle zucche.
(Pagina 16)

Ecco, io già lo trovo adorabile solo da questa descrizione! È riuscito a sfuggire alle attenzioni inquisitorie della sorella del dottore (che solitamente sa sempre tutto di tutti), il suo nome viene storpiato in “Porrot” e pare che le zucche siano la sua unica occupazione! Verrebbe quasi da chiedersi se non ci siamo sbagliati… staranno davvero parlando di Poirot? Qualche rigo più in basso abbiamo la conferma per bocca del dottor Sheppard:

Non ci può essere dubbio sulla professione del nostro vicino. Deve essere un parrucchiere in pensione. Non hai visto i suoi baffi?

Eh, sì, non può essere che lui! :D

Come ho detto, in questo romanzo Poirot dice di essersi definitivamente ritirato dalla professione, ad un certo punto (pagina 111) parlando con i sospettati afferma: Forse questo è l’ultimo caso che tratto. Ho letto spesso che Agatha Christie non aveva molta simpatia per Poirot, mi chiedo quindi se quando gli faceva dire questo cose lo pensava davvero, che questo poteva essere il suo ultimo caso! Ma forse no, non si uccide la gallina dalle uova d’oro, per quanto ti possa stare antipatica! :) In ogni caso, dopo questo romanzo ce ne sono almeno altri 30 con protagonista Poirot, quindi almeno su questo il nostro infallibile investigatore si è sbagliato! :D

In più a questo Poirot in splendida forma va aggiunta la deliziosa ambientazione del paesino della campagna inglese (che solitamente fa più da sfondo alle avventure di Miss Marple che a quelle di Poirot) con i pettegolezzi e il solito “tutti sanno tutto di tutti”! :)

Insomma, il commento generale è più che positivo, questo romanzo non fa altro che confermare la grandezza di Christie!!

Bonus
Come al solito grazie al sito Delicious Death una rassegna di copertine di varie edizioni originali e italiane di questo libro.

Queste prime tre qui sopra sono nell’ordine: la copertina della primissima edizione della Collins (1926) che ci mostra una donna intenta a frugare in un cassetto: non uno degli episodi più importanti del libro, a mio parere. La seconda copertina è invece quella inglese della HarperCollins, tra le più recenti (2007), che mostra il telefono, probabilmente alludendo alla telefonata che secondo Poirot è uno degli elementi chiave del mistero. La terza copertina è quella italiana più vecchia, che mostra un Poirot poco somigliante, secondo me, mentre fruga nella fontana; da notare il titolo diverso di questa edizione.

Le tre copertine qui sotto sono delle tre edizioni italiane che conosco: la prima (1979) mostra Poirot, una donna che immagino sia la signora Ferrars e a sinistra il morto. La seconda è dell’edizione che solitamente mi piace di meno, e questa non fa eccezione, anche perché non riesco a capire cosa rappresenta: sembra Poirot che rimprovera qualcuno! Bo! L’ultima è dell’edizione Hachette e mostra il pugnale e un altro oggetto che non riesco ad identificare.

Quella della mia edizione mi piace molto, ma stavolta la vedo veramente poco attinente col romanzo. La mia preferita quindi direi proprio che è quella della HarperCollins, semplice e bella, con quel telefono retrò, e attinente alla trama!

Per quanto riguarda invece il titolo, quello attuale italiano è semplicemente la traduzione di quello inglese, ed è, ammettiamolo, piuttosto scialbo e banale. Stavolta sono proprio costretta a dare credito ai traduttori italiani che nelle prime edizioni di questo romanzo avevano cambiato il titolo in un più accattivante (a mio parere) Dalle nove alle dieci.

Ridammi 3 Parole

MISTERO DAVVERO IMPOSSIBILE

Un segnalibro che ho realizzato io, dedicato a questo libro.

Titolo: L’assassinio di Roger Ackroyd
Serie: Poirot (4)
Titolo originale: The Murder of Roger Ackroyd
Genere: giallo
Nazionalità: britannica
Prima pubblicazione: 1926
Ambientazione: Regno Unito, XX secolo
Personaggi: Hercule Poirot, Roger Ackroyd, James Sheppard, Caroline Sheppard
Casa Editrice: Mondadori
Traduzione: Giuseppe Motta
Copertina: Foto © D.Robb/Laura Ronchi/Stone
Pagine: 221
Note: prefazione e postfazione sono di Leonardo Sciascia
Link al libro: SITO UFFICIALEANOBIIGOODREADS
inizio lettura: 5 giugno 2012
fine lettura: 10 giugno 2012

Sfide

Trasposizioni

Un po’ di frasi

La signora Ferrars morì nella notte di giovedì, tra il 16 e il 17 settembre. Mi vennero a chiamare alle 8 di mattina, venerdì 17. Non c’era più niente da fare, era già morta da qualche ora.
[incipit]

Scrive Kipling che il motto delle manguste è “Corri e scopri”. Se Caroline dovesse mai adottare uno stemma araldico le consiglierei senz’altro una mangusta rampante; ma potrebbe benissimo tralasciare la prima parte del motto. Caroline può eseguire qualsiasi indagine standosene in casa. Non so come faccia, ma ci riesce sempre. […] Quando esce, non è per raccogliere notizie, è per diffonderle; e anche in questo dimostra una perizia ammirevole.
(Pagina 3)

«Io sono vecchio, forse le mie facoltà non sono più quelle di una volta…» A questo punto si aspettava un coro di proteste.
(Pagina 111)

Mon ami! Io non credo, so!
Poirot
(Pagina 158)

«Io so tutto. Ricordatevi di questo» rispose seccato il detective.
(Pagina 194)

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6 pensieri riguardo “L’assassinio di Roger Ackroyd

  1. “Senti, Caroline, non hai mai pensato che con questa tua abitudine di spifferare ogni cosa potresti far nascere qualche guaio?” “Sciocchezze! La gente deve sapere le cose e, se non le sa, ritengo mio dovere informarla.”

    :)

    1. Sìsì, lo devi leggere! Tra l’altro ho letto sul sito ufficiale dell’autrice che questo romanzo era anche tra i suoi preferiti, subito dopo Dieci piccoli indiani! Quindi selodice lei ti puoi fidare! :D

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