Supplici


di Euripide


Quando la guerra arriva al voto del popolo, nessuno pensa alla sua propria morte, ma prevede per gli altri la rovina. Ma se la morte fosse innanzi agli occhi durante il voto, la follia di guerra mai non avrebbe rovinato l’Ellade.
Araldo tebano

(Pagina 509)

Ah, la tragedia greca!!! Una lettura sempre entusiasmante! E poi con le Supplici sono finalmente tornata al teatro, inaugurando quindi la mia partecipazione all’omonima sfida!

Un gruppo di donne guidate da un re sconfitto si reca ad Atene da Teseo per supplicarlo di aiutarle ad ottenere giustizia. Queste donne infatti sono le madri dei sette condottieri che si recarono a Tebe contro Eteocle, e morirono, e il vincitore non vuole restituire i loro corpi.

Questa tragedia è ambientata dopo Sette contro Tebe che io non ho letto (uffa!). Quindi mi sono spoilerata un po’, ma pazienza! La trama è essenzialmente quella che ho descritto sopra, la maggior parte dei dialoghi verte su quell’argomento, solo verso la fine c’è un po’ d’azione, se così si può dire.

Diamo uno sguardo ai personaggi. Il coro è composto dalle supplici del titolo, le madri dei 7 eroi. Tecnicamente, a quanto ne so, i cori erano composti da 12-15 persone, quindi il conto non torna, ma forse nel coro si consideravano inseriti anche i figli dei sette periti a Tebe, non so. Ma bando alle ciance, questo non è importante! Quello che conta è il nostro protagonista: Teseo. E’ veramente un eroe da ogni punto di vista: coraggioso, ma anche prudente, saggio, leale, rispettoso delle tradizioni, valoroso guerriero ma anche pacifista: mi ha colpito il suo pensiero a proposito del vincitore che deve agire con giustizia e non infierire sullo sconfitto: infatti non permette si suoi di saccheggiare Tebe dopo la vittoria.

Lo stile di Euripide mi è particolarmente piaciuto in quest’opera. Mi sa che era dalla Medea che non me la godevo così tanto con una tragedia greca!!! Il momento clou della battaglia viene semplicemente raccontato dal Messaggero (ovviamente, non ci si poteva certa aspettare una scena d’azione) ma non è meno emozionante. Soprattutto però mi sono piaciute due cose di questa tragedia.
La prima è che ogni tanto nel testo spuntano fuori delle punzecchiature, dei “commenti” riguardo alla democrazia, un po’ di elogio un po’ di critica, e questi ultimi ovviamente sono i più succosi! :) Tanto per fare un esempio, ecco cosa dice ad un certo punto Teseo:
Voglio che tutta la città consenta, e lo farà, perché lo voglio io, ma, concedendo al popolo il diritto di parlare, lo avrò vieppiù fedele.
(Pagina 499)
Un pensiero estremamente (e tristemente) moderno!
La seconda cosa che mi è piaciuta è il sottofondo pacifista che permea tutta la tragedia, anche se alla fin fine si parla di guerra, anzi, forse proprio per questo. Come ho detto c’è innanzitutto l’onestà di Teseo che combatte per una giusta causa e non per conquistare e sottomettere il nemico. Poi diversi personaggi, primo fra tutti Adrasto reduce da una sanguinosa e penosa sconfitta, parlano di quanto sia preferibile la pace e sciocca la guerra. Anche questi discorsi sono attualissimi! Ma del resto, il bello dei classici è proprio questo! :)

Il finale l’ho trovato un po’ moscio, come sempre succede quando interviene un dio, anche se stavolta non viene proprio a risolvere la questione ma soltanto a dare “consigli” e fare previsioni.
Questo finale scialbo comunque non influenza il commento generale che è senza dubbio positivo: questa tragedia mi è veramente piaciuta!!! :)

Dammi 3 parole

Antica modernissima tragedia

Scheda del libro


Titolo: Supplici
Titolo originale: Ἱκέτιδες, Hikétides
Autore: Euripide
Nazionalità: greca
Anno prima rappresentazione: 423-421 a.C.
Ambientazione: Atene
Personaggi: Teseo, Etra, Adrasto, Evadne, Araldo
Casa Editrice: BUR Rizzoli
Traduzione: Guido Paduano
Copertina: Carle van Loo, Medea e Giasone, 1759, Pau, Musée des Beaux Arts
Pagine: 95
Note: all’interno del volumone “Tragedie II”, contenente tutte le tragedie di Euripide, con testo greco a fronte
Link al libro: IN LETTURAANOBIIGOODREADS
inizio lettura: 24 settembre 2012
fine lettura: 7 ottobre 2012

Segnalibri: durante la lettura ho usato il semplice segnalibro a nastro presente nel volume. Dopo la lettura ho creato il segnalibro che vedete in alto a sinistra, dedicato al libro. L’immagine che ho usato è una foto di Giorgio Brancato intitolata appunto “Le Supplici”. Date un’occhiata all’album di questo artista perché le sue foto sono davvero bellissime, e “Le Supplici” non è la sua unica interpretazione dei classici greci! :)

Un po’ di frasi

Demetra che proteggi il focolare
della terra di Eleusi, e voi ministre
del tempio della dea,
fate che siamo felici, io e mio figlio teseo,
e la città d’Atene,
e il paese di Pitteo, dove il padre
m’allevò in una florida casa,
e seguendo gli oracoli di Lossia
mi diede in sposa al figlio di Pandione.
[Etra nell’incipit]

Guidando gli Argivi alla guerra […] portasti alla rovina il tuo paese, trascinato dai giovani, che, godendo di essere onorati, accrescono le guerre ingiustamente (rovina per i popoli) chi per essere capo, e chi per voglia di potere, o per compiere ingiustizia, chi per amore di ricchezza e tutti senza badare al danno della gente.
Teseo ad Adrasto
(Pagina 489)

Uomini sciagurati, perché prendete nelle mani le lance e fate stragi, gli uni contro gli altri? Basta; cessando i travagli le vostre città custoditele insieme, tutti in pace. La vita è cosa da nulla, viviamola dunque tranquilli.
Adrasto
(Pagina 543)

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