Il giardino segreto

di Frances Hodgson Burnett

Titolo: Il giardino segreto
Titolo originale: The Secret Garden
Genere: ragazzi
Autore: Frances Hodgson Burnett (biografia)
Nazione: Regno Unito e USA
Anno prima pubblicazione: 1910
Ambientazione: Regno Unito, Inghilterra (Yorkshire), XX secolo
Personaggi: Mary Lennox, Dickon Sowerby, Colin Craven, Martha Sowerby, Ben Weatherstaff, un pettirosso
Casa Editrice: Newton Compton
Traduzione: Riccardo Reim
Copertina: foto © Les adn Dave Jacobs/cultura/Corbis
Pagine: 229
Link al libro: IN LETTURAANOBIIGOODREADS
inizio lettura: 18 dicembre 2012
fine lettura: 6 gennaio 2013


«Uno di quei giardini è chiuso. Da dieci anni non ci va più nessuno».
«Come mai?», chiese Mary quasi inavvertitamente. Ecco un’altra porta chiusa che andava ad aggiungersi alle cento di quella misteriosa casa.
«Mr Craven lo fece chiudere quando sua moglie morì all’improvviso. Era il giardino che lei preferiva, e lui non vuole che nessuno ci metta piede. Così, chiuse la porta, poi scavò una buca e seppellì la chiave… […]»
(Pagina 42)

Bellissimo romanzo per ragazzi sul potere taumaturgico della natura, la sua bellezza, la sua importanza nella vita delle persone, la sua magia

Mary Lennox, rimasta orfana, viene mandata in Inghilterra dall’India perché lo zio materno se ne prenda cura. L’uomo, scontroso e infelice, non si reca neanche a vederla, così la viziatissima e prepotente Mary, abituata ad avere sempre intorno gente pronta a soddisfare ogni suo desiderio, si ritrova da sola in una casa con tante porte sempre chiuse, e con molti giardini, di cui uno, la bimba scoprirà presto, anch’esso chiuso: da dieci anni nessun essere umano vi ha più messo piede.

Mi dispiace davvero molto di non aver letto questo romanzo quand’ero una ragazza anch’io. Purtroppo questo è un discorso che vale per moltissimi libri di questo genere, visto che a suo tempo ne ho letti davvero pochi. Per fortuna la letteratura per ragazzi è un genere che ancora mi piace moltissimo, perciò posso godermi libri come questo anche alla mia veneranda età! :)

Prima di passare alla parte piacevole del commento e dire cosa mi è piaciuto di questo libro, vorrei spendere due parole per dire cosa non mi è piaciuto: la trascuratezza della mia edizione! Errori su errori, ma vabbé, alle lettere mancanti e ai refusi vari quasi non ci faccio più caso perché accade così ormai nella maggior parte dei libri. Qui però ho riscontrato errori a mio parere ben più gravi. A pagina 35 c’è un dialogo assurdo a cui manca evidentemente almeno una frase, più di una volta viene usato gli al posto di le, che è una cosa che mi manda veramente in bestia, ma, soprattutto, il nome della protagonista nell’incipit è sbagliato!!! C’è scritto “Mary Mannox” invece che “Lennox”! Cioè, è la terza parola del romanzo!!! Ed è il nome della protagonista!!!! Come si può non notare un errore del genere?!?!

Va bè, espletata questa dolorosa ma doverosa, per quanto mi riguarda (mi spiace ma proprio non riesco a passarci su!) lamentela, passiamo a cose più piacevoli.

Il segnalibro che ho usato durante la lettura (a destra) mi è stato regalato da una mia amica per il suo compleanno (ne avevo parlato QUI), e la frase che c’è sopra è tratta dalla canzone “Il negozio di antiquariato” di Niccolò Fabi. L’ho scelto perché la frase mi sembrava adatta all’idea del giardino segreto! :)

Ah, la brughiera! Selvaggia o addomesticata ha sempre il suo fascino! Peccato che non sia questa la vera ambientazione del romanzo, che la brughiera la vede solo da lontano o di sfuggita, visto che la storia si svolge a Misselthwaite Manor. Però anche se nella brughiera non ci andiamo mai, la vediamo sempre presente nelle descrizioni che ne fa chi la ama, e la rivediamo anche negli occhi di Dickon, il ragazzo che incanta gli animali perché si sente uno di loro. Non è però la brughiera la protagonista di questo romanzo, bensì il famigerato giardino segreto, un giardino che è rimasto chiuso agli umani per dieci lunghi anni. Come sarà ora questo giardino? Sarà completamente morto? O non sarà invece ancora più verde e rigoglioso, visto che le piante sono state lasciate libere di crescere come vogliono per tutto questo tempo? Mary se lo chiede in continuazione, e in cuor suo spera davvero che il giardino non sia morto.

I personaggi principali di questo romanzo hanno tutti una qualche particolarità, e la cosA che più mi è piaciuta è che queste particolarità non sempre sono positive. Se Martha e la sua famiglia rappresentano quasi un ideale di comportamento (famiglia numerosa, povera ma dignitosa, saggia e molto generosa, tutti brave persone e grandi lavoratori), la piccola Mary è quasi l’opposto: viziatissima, antipatica, arcigna, non piace a nessuno ma non se ne fa un problema, visto che neanche a lei piacciono le persone che ha intorno. Questo finché non arriva nello Yorkshire, a casa dello zio, Mr Craven. Qui non ha più legioni di domestici pronti a realizzare ogni suo desiderio. È sola, e non trova niente di meglio da fare che girovagare per i giardini della magione. Qui conosce il giardiniere Ben, burbero e ostile quanto lei. E conosce un simpatico pettirosso. E pian piano comincia a scoprire che le piacciono alcune persone (tra cui include anche l’uccellino), ma, cosa ancor più strana, scopre di piacere lei stessa ad altre persone. E pian piano, appassionandosi alla natura, ai giochi all’aria aperta e al giardinaggio, Mary “guarisce”: si irrobustisce, prende un colorito più sano, le torna l’appetito e diviene più gentile e allegra!

Il potere “rigenerante” della natura è il tema principale di questo romanzo, e il modo in cui la Burnett ci fa partecipi dei miglioramenti di Mary (e più tardi anche di Colin), del suo entusiasmo per la primavera in arrivo e la scoperta della natura inglese, mi hanno fatto veramente credere, mentre leggevo, che il contatto con la natura può operare miracoli, e che forse dovrei passare più tempo all’aperto anch’io! :) La trama è incentrata soprattutto su questo aspetto e meno di quanto credessi sulla ricerca del misterioso giardino (che in effetti viene scoperto abbastanza presto). In più quello del giardino non è l’unico mistero, infatti già dopo qualche capitolo si aggiunge il pianto infantile che Mary sente qualche volta, e che vogliono farle credere sia solo il vento, o una sguattera col mal di denti…

Immagino che come molti esponenti della letteratura per ragazzi anche Il giardino segreto si possa definire un romanzo di formazione. Fin dai primi capitoli si intuisce dove la Burnett voglia andare a parare da questo punto di vista, ma lo stile dell’autrice non diviene mai moraleggiante. I bambini si salvano da soli, con l’aiuto della natura, e se degli adulti sono coinvolti è perché i bambini li hanno lasciati avvicinare. Non seguono le direttive di nessuno, anzi, vengono lasciati a loro stessi, e se imparano a comportarsi meglio non è perché qualcuno l’ha loro insegnato, ma perché diviene loro naturale quando iniziano a stare meglio. E una delle cose che mi è piaciuta di più è che i difetti principali dei personaggi, come il fatto che Mary sia egoista e prepotente, non sono per forza da biasimare, perché in alcuni casi si rivelano utili e, anzi, necessari!

La scrittura della Burnett scorre semplice e leggera, tanto che mi piacerebbe provare un giorno a rileggere questo libro in lingua, perché credo non sia difficile.

Commento generale: sono davvero contenta di aver finalmente letto questo romanzo! Come ho detto all’inizio mi sarebbe piaciuto leggerlo quando avevo l’età “giusta”, ma alla fine non mi dispiace più di tanto visto che sono convinta che per un buon libro non esistono età giuste o sbagliate! Ho già a casa un altro romanzo della Burnett, uno di cui, a differenza di questo, conosco già molto bene la storia avendola vista e letta in tutte le salse, ovvero La piccola principessa. Sono davvero molto curiosa di leggerlo, ma non credo potrà piacermi più di questo, che ha unito in questa mia lettura la bellezza del romanzo in sé al piacere della scoperta di una storia di cui conoscevo solo il titolo ma non sapevo (per fortuna!!!) davvero nulla!

Momento più…

…emozionante: ogni volta che qualcuno si avvicinava al giardino, sia la prima volta di Mary, che quando ci va con Dickon, poi con Colin, e soprattutto Mr Craven nel finale!

Copertina e Titolo
La copertina è quella solita della Newton di cui ho già parlato che solitamente mi piace molto, ma stavolta un po’ meno. Non che sia brutta, ma la foto non mi ha particolarmente colpito, e a romanzo finito trovo che non sia neanche particolarmente adatta al libro, perché la bambina non mi ricorda molto Mary e come rappresentazione del giardino io c’avrei visto qualche bel fiore colorato, non solo le siepi.
Il titolo italiano è l’esatta traduzione di quello originale, semplice ma carino e sicuramente attinente con la storia.
Curiosità
Leggendo l’introduzione di Riccardo Reim ho scoperto una cosa che ho trovato molto curiosa che non sapevo: le “direttive” date dalla Burnett sull’educazione dei fanciulli in questo romanzo erano esattamente all’opposto di quanto suggerivano tutti i pedagoghi dell’epoca, che infatti sconsigliavano di stare troppo all’aria aperte, di avere contatti con gli animali e soprattutto ritenevano molto pericolosa la frequentazione tra bambini di sesso diverso! Leggendo questa introduzione e un po’ della sua biografia mi sono fatta l’idea che Frances H. Burnett avesse diverse cose per cui essere biasimata, ma di sicuro non le si può rimproverare di non essere stata lungimirante, almeno riguardo a certe cose!

Dammi 3 parole

GIARDINEGGIARE FA MIRACOLI
Grazie a…

Diario di lettura, la cui recensione mi ha fatto venire voglia di leggere questo libro.

Sfide

Trasposizioni commentate

Ancora nessuna, ma so che esistono diversi film tra cui uno dal titolo omonimo del 1993 diretto da Agnieszka Holland con Maggie Smith tra i protagonisti, e poi ovviamente conosco (anche se non ho mai visto) la serie animata giapponese intitolata Mary e il giardino dei misteri (1991) la cui sigla mi tornava sempre in mente mente leggevo (“per Mary per Mary ci son molti misteri, per Mary per Mary ci son molti misteri…)

Un po’ di frasi

Quando Mary Lennox venne spedita a vivere presso lo zio a Misselthwaite Manor, tutti dissero di non avere mai visto una bambina più brutta di lei. E purtroppo era vero.
[incipit]

Non è il mare, e non sono nemmeno campi, e neppure montagne. Sono miglia e miglia e ancora miglia di terra brulla e selvaggia dove non cresce nulla, tranne l’erica, la ginestra e il citiso, e dove non vive nessuno, a eccezione elle pecore e dei cavalli allo stato brado.
Martha descrive la brughiera
(Pagina 33)

Sì,a me piace! Anzi, mi piace tantissimo. E non è per niente spoglia: ci crescono moltissime piante che la ricoprono tutta e hanno un profumo meraviglioso. In primavera e in estate, quando fioriscono l’erica, la ginestra e la saggina, è davvero magnifica. Odora di miele, e l’aria è così fresca!… E il cielo sembra così alto… E le api e le allodole fanno una musica così bella, ronzando e cantando… Oh, per nulla al mondo vorrei vivere lontano dalla brughiera!
Di nuovo Martha, sulla brughiera
(Pagina 35,6)

Con sua grande sorpresa, la faccia rugosa e arcigna del vecchio mutò espressione. Un leggero sorriso gli illuminò lo sguardo, e il giardiniere sembrò un altro uomo. Allora a Mary venne da pensare a quanto una persona possa sembrare più bella quando sorride. Non aveva mai riflettuto su questa cosa prima di allora.
(Pagina 45)

Fino a quel momento [Mary] non aveva compreso che sentirsi sola era una di quelle cose che la rendevano così scostante e arrabbiata: parve rendersene conto solo quando il pettirosso la guardò e lei guardò il pettirosso.
(Pagina 47)

Il temporale era passato, e durante la notte le nuvole e la nebbia grigia erano state spazzate via dal vento. E ora anche il vento era cessato, e uno scintillante cielo azzurro si stendeva su tutta la brughiera. Mai e poi mai Mary aveva immaginato che il cielo poteva essere così azzurro. […] era terso, profondo, splendente come l’acqua di un bellissimo lago infinito.
(Pagina 60)

Ho rubato un giardino. Non è mio. Non è di nessuno. Nessuno lo vuole, nessuno lo cura, nessuno ci va mai. Lo lasciano morire, forse è già morto, non lo so.
(Mary rivela il suo segreto a Dickon)
(Pagina 88,9)

Forse a renderla così coraggiosa era il fatto di trovarsi di pessimo umore.
(Pagina 105)

La primavera è il sole che splende sulla pioggia e la pioggia che cade sopra la luce del sole, e le piante che spuntano di sotto la terra.
Mary
(Pagina 112)

La mamma dice che le due cose peggiori che possono capitare a un bambino sono di non ottenere mai quello che vuole, oppure di ottenerlo sempre.
Martha
(Pagina 147)

Uno degli aspetti più curiosi della nostra vita è che solo di tanto in tanto ci capita la certezza di vivere a lungo, molto a lungo, forse addirittura per sempre. Succede, a volte, quando ci alziamo all’alba, e usciamo in quell’ora tenera e solenne, da soli. Allora alziamo lo sguardo in alto, verso il cielo pallido che si va colorando di rosa, finché ciò che scorgiamo a oriente quasi ci strappa un grido, e il cuore sembra arrestarsi dinanzi alla strana e immutabile maestà del sole che sorge: qualcosa che accade ogni mattino da migliaia e migliaia di anni… Allora, per qualche attimo, ci sembra che vivremo per sempre. Ci succede anche quando ci troviamo soli in un bosco, al tramonto, e la pace dorata, misteriosa e profonda che vi regna sembra ripeterci dolcemente qualcosa che non riusciamo a comprendere del tutto… Altre volte, invece è la quiete immensa del cielo notturno con il suo azzurro cupo popolato da milioni di stelle a comunicarci tale certezza; oppure l’eco di una musica lontana […] …
(Pagina 169)

«Eh, è fantastico», esclamò [Dickon]. «Ho dodici anni, quasi tredici, e in tredici anni ci sono un mucchio di pomeriggi, ma mi pare di non avere mai visto un pomeriggio così stupendo».
«Oh sì, è davvero meraviglioso», disse Mary tirando un gran sospiro di gioia. «Scommetto che è il pomeriggio più bello che ci sia mai stato al mondo».
«Non credi», disse Colin in tono sognante, parlando lui pure con l’accento dello Yorkshire, «che sia stato creato così bello appositamente per me?»
«Certo che sì!…»
(Pagina 170)

Ci devono essere un monte di incantesimi al mondo», disse un giorno con aria saggia, «ma le persone non li conoscono o non sanno come realizzarli. Forse basterebbe ripetere di continuo che alcune cose buone devono accadere fino al momento in cui non si riesce a farle accadere davvero.
Colin
(Pagina 186)

Consentire a un pensiero brutto e triste di invadere la nostra mente è tanto pericoloso quanto i germi della scarlattina. […]
(Pagina 217,8)

Cose assai sorprendenti possono accadere a chi, avendo nella mente un pensiero sgradevole e scoraggiante, abbia semplicemente il buonsenso di accorgersene e scacciarlo via in tempo sostituendolo con un altro pensiero piacevole e ottimista.
(Pagina 218)

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2 pensieri riguardo “Il giardino segreto

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