Kafka sulla spiaggia


di Murakami Haruki


Mentre tu sei ai confini del mondo
Io vivo nel cratere di un vulcano spento
Ferme dietro la porta le parole
Parole senza più lettere

La luna illumina la lucertola che dorme
Piovono dal cielo piccoli pesci
Fuori dalla finestra ecco i soldati
Risoluti a combattere.

Refrain:
Kafka sulla spiaggia, dalla sua sdraio
Pensa al pendolo che fa muovere il mondo.
Quando il cerchio del cuore si chiude
L’ombra della sfinge immobile
Diventa un coltello
Che trafigge i tuoi sogni

Le dita di una ragazza annegata
Cercano la pietra dell’entrata.
Sollevando l’orlo del suo vestito azzurro
Guarda Kafka sulla spiaggia.

(Pagina 248)

Questo libro mi ha catturato fin da subito, e dopo le perplessità lasciatemi da Norwegian Wood mi ha convinta del tutto della grandezza di Murakami, autore di cui ora voglio leggere tutto!

Tamura Kafka scappa di casa il giorno del suo quindicesimo compleanno. Su di lui pesa l’ombra di una profezia da tragedia greca e il ricordo di una madre e una sorella che non vede da undici anni. Kafka scappa, e va a vivere in una Biblioteca.

Avevo letto che Norwegian Wood era un romanzo piuttosto atipico nella produzione di Murakami, e adesso che ho finalmente letto un altro suo romanzo posso dire che se gli altri libri somigliano di più a Kafka sulla spiaggia allora Murakami si avvia a diventare presto uno dei miei autori preferiti!

Il segnalibro che ho usato durante la lettura è stato realizzato da Okamigan.

Lo stile di Murakami è sempre molto particolare. In questo romanzo poi le cose sono complicate dai diversi narratori. Abbiamo la storia di Tamura Kafka raccontata da lui in prima persona, al presente, con qualche intermezzo (solitamente segnalato in neretto) del ragazzo chiamato Corvo che parla direttamente a Kafka, quindi in seconda persona. Questi capitoli sono intervallati da altri (scritti con font diversi per distinguerli) contenenti dei documenti statunitensi a proposito di uno strano avvenimento verificatosi in Giappone in un paesino di montagna durante la Seconda Guerra Mondiale (che devo dire mi hanno subito incuriosito molto) e poi dalla storia del vecchio Nakata (che poi scopriremo essere il prosieguo di quella del ’44) raccontata invece normalmente in in terza persona e al passato. A queste si aggiungono brevissime storie (come quella della signora Saeki) per approfondire altri personaggi quando da marginali si comincia a capire che sono diventati importanti.

Questo alternarsi di storie mi è davvero piaciuto moltissimo! Ogni fine capitolo mi lasciava con una certa curiosità, che però doveva attendere ancora un altro intero capitolo per proseguire, ma inutile dire che nel frattempo mi appassionavo alla nuova e alla fine non vedevo l’ora di proseguire anche con quella!

I personaggi principali sono pochi, e tutti mi sono piaciuti parecchio. L’unico che a dire il vero a tratti mi è risultato un po’ antipatico è proprio il nostro protagonista, Tamura Kafka, ma forse solo per il fatto che non mi piacciono particolarmente questi ragazzini così saggi e profondi.

Nakata mi è invece piaciuto moltissimo! Come non amare questo vecchio strambo che parla di sé in terza persona, non sa né leggere né scrivere ma sa parlare con i gatti, e pare essere una calamita per persone gentili e generose che si fanno in quattro per aiutarlo, e di solito ne ricevono in cambio, forse senza volerlo, una certa serenità?

Un altro personaggio che ho molto apprezzato è Ōshima. Strano anche lui, per sua stessa ammissione, mi ha conquistato per la sua calma competenza, la sua cultura appassionata e la sua perenne gentilezza.

Hoshino mi è piaciuto tantissimo, forse perché è entrato nella storia così per caso, non credevo sarebbe rimasto invece è diventato importantissimo. Poi anche perché è ignorante e a volte pare anche non troppo intelligente, ma dimostra una sensibilità che neppure con tutta la cultura del mondo si può acquisire. Stupendo quando dopo la morte di Nakata scopriamo che può parlare con i gatti! A quanto ho capito però è stata solo una cosa temporanea! Peccato, mi sarebbe piaciuto pensare che in un certo senso Hoshino stesse raccogliendo l’eredità di Nakata!

La signora Saeki (mi stavo quasi dimenticando di lei!) entrata anche lei in sordina, affascina soprattutto per come la descrivono gli altri, perché la vediamo molto poco (e a dirla tutta quando comincia a essere più presente comincia anche a piacermi un po’ meno).

Infine, come non citare anche l’enigmatico ragazzo chiamato Corvo, che apre e chiude il romanzo. A fine libro ancora non ho capito se esiste davvero o è solo una parte di Kafka. A momenti sembra solo frutto della sua immaginazione, e poi, come lui stesso fa notare, Kafka in ceco significa corvo, quindi il ragazzo chiamato Corvo è lui. Però altre volte sembra essere un’entità a sé stante, e verso la fine appare anche in un capitolo a lui dedicato sottoforma proprio di corvo. Speravo la cosa sarebbe stata chiarita alla fine, ma come per altri dubbi Murakami mi ha lasciato con la curiosità!

La trama anche a causa dell’alternarsi dei punti di vista, è ricca e complessa, e sicuramente affascinante! Inizia insinuandoci un sacco di curiosità sulle vicende di Kafka e dei bambini della prefettura di Yamanashi, facendoci scoprire a poco a poco la loro storia, e portando sempre più dubbi, fino a quando poi le due storie si incrociano, anche se i protagonisti non arrivano mai a incontrarsi. Succedono un sacco di cose strane intorno ai Nostri, e le persone che li incontrano tendono a non stupirsi troppo delle stranezze, forse perché sentono di far parte anche loro della storia, o forse semplicemente perché questi incontri non sono frutto del caso ma evidentemente voluti da un Destino che desidera che le cose vadano a posto.

L’ambientazione varia col viaggiare dei personaggi, ma resta comunque sullo sfondo tranne che per due luoghi: la Biblioteca (che ho adorato, ma vabbè, sono di parte!) e la foresta. Uno un luogo umano e artificiale, l’altro un luogo naturale e selvaggio. Entrambi comunque molto affascinanti e, soprattutto, molto molto importanti all’interno della storia.

Commento generale.

Quando mi è uscito Murakami come autore del mese nella Gara d’Autore stavo quasi pensando di cambiarlo. Non che non avessi voglia di provare altro di suo, ma avevo letto Norwegian Wood relativamente da poco (almeno per i miei standard), e anche se mi era piaciuto, non mi aveva entusiasmato come tutti gli entusiasti estimatori di Murakami mi avevano fatto pensare avrebbe fatto. Ma ecco che con Kafka sulla spiaggia ho finalmente capito come mai questo autore è tanto amato! Questo libro mi è piaciuto moltissimo, mi ha convinto e conquistato! In più ho trovato la conferma che a Murakami piacciono davvero i tragici greci, ed essendo anch’io una fan questo ovviamente non può che farmi piacere!

Prima di concludere vorrei lasciare un ultimo appunto: sebbene, come ho detto più volte, questo romanzo è molto diverso da Norwegian Wood, ho trovato comunque dei punti in comune tra i due. Li elenco qui (almeno quelli che mi ricordo), anche per la curiosità di verificare, quando leggerò un altro libro di Murakami, se qualcuno di essi sarà presente anche lì.

  • Il titolo del libro è anche il titolo di una canzone.
  • è descritta una la ragazza che si tocca il fermaglio che ha nei capelli
  • lei dice a lui che l’unica cosa che vuole è che lui si ricordi di lei
  • il romanzo finisce quando si è conclusa in un certo senso la vicenda che riguarda il protagonista, ma sta proprio in quel momento per iniziare la vita vera

Momento più…

…emozionante: quando, nel capitolo 38, Nakata arriva alla Biblioteca! Sapevo che prima o poi le storie protagonisti si sarebbero incrociate, eppure mi sono emozionata tantissimo quando Nakata e Hoshino entrano finalmente nella Biblioteca Kōmura, e ancor di più quando parlano con Ōshima!

Copertina e Titolo
La copertina è davvero molto semplice, con l’immagine di questo bambino che immagino sia il Kafka del quadro. Devo dire che non mi piace eccessivamente, anche se comunque devo ammettere che è abbastanza intrigante, anche perché questo ragazzino fin dalla prima volta che l’ho visto mi ha sempre dato l’idea di un elfo, è uno spiritello dei boschi, insomma, una creatura non umana.
Il titolo è bellissimo! Cioè, pure se non si è fan di Kafka, come si fa a non rimanere incuriositi a chiedersi cosa mai ci farà lo scrittore ceco su una spiaggia? :)

Curiosità
C’è davvero moltissima musica in questo romanzo! Ho provato a segnarmi tutti i brani che vengono ascoltati o cantati dai personaggi, e ve li lascio qui (spero di non averne dimenticato nessuno!):
Il Trio dell’Arciduca di Beethoven
Il Concerto Numero 1 di Haydn
Una canzone di Inoue Yosui il cui titolo si può tradurre con “Si può sapere che cerchi” (non sono proprio riuscita a trovare l’originale! Se qualcuno può aiutarmi…)
Fantasma di Beethoven
Di tutte queste durante la lettura ho cercato solo il Trio dell’Arciduca, perché se ne parla così tanto che mi aveva incuriosito moltissimo! Bè, devo dire che ero talmente impressionata dalla lettura che quando ho provato a leggere ascoltando il trio in sottofondo mi veniva da piangere!

Bonus
Un libro in cui la musica è così tanto presente e tanto importante, non dovrebbe essere letto senza colonna sonora! Direi che l’ideale srebbe una sonata per pianoforte, o una canzone per voce e piano. Provo a suggerirvene qualcuna! Per esempio Le onde di Ludovico Einaudi, Imagine di John Lennon, What Makes You Beautiful dei One Direction coverata da ThePianoGuys (guardate anche il video, è bellissimo!!) o infine Hallelujah di Leonard Cohen (qui nella versione solo voce e piano di Rufus Wainwright).

Grazie a…

Fragola, che mi ha consigliato questo titolo tra quelli disponibili nella sfida Gara d’Autore, e ringrazio anche tutti quelli che mi hanno consigliato di non fermarmi a Norwegian Wood ma di continuare con Murakami!

Sfide

Mini recensione in 4 parole

Sorprendente, intenso, affascinante: bello!

Scheda del libro

Kafka and the boy named Crow by *ComaAgain on deviantART

Titolo: Kafka sulla spiaggia
Titolo originale: 海辺のカフカ (Umibe no Kafuka)
Genere: narrativa, fantasy, realismo magico
Autore: Murakami Haruki (sito ufficialesito italianobiografia)
Nazionalità: giapponese
Anno prima pubblicazione: 2002
Ambientazione: Giappone, giorni nostri
Personaggi: Tamura Kafka, Nakata, Ōshima, Hoshino, la signora Saeki
Casa Editrice: Einaudi
Traduzione: Giorgio Amitrano
Copertina: Michele Salmieri / Masterfile
Pagine: 514
Provenienza: Biblioteca
Link al libro: IN LETTURAANOBIIGOODREADS
inizio lettura: 8 maggio 2013
fine lettura: 29 maggio 2013

Un po’ di frasi

– E così il denaro sei riuscito a trovarlo? – chiede il ragazzo chiamato Corvo. Il modo di parlare è il solito, un po’ strascicato. Come di uno che si è appena svegliato dopo una lunga dormita e ha i muscoli della bocca ancora intorpiditi. Ma il suo è solo un atteggiamento: in realtà è perfettamente sveglio. Come sempre.
Io annuisco.
– Quanto?
[incipit]

Ma, come il genio della lampada, [i racconti de Le mille e una notte] sono pieni di una libertà e una forza vitale che non possono essere racchiuse nei confini del senso comune, e afferrano il mio cuore senza mollare la presa. Vi è molta più vitalità in queste assurde storie di fantasia scritte più di mille anni fa che in quelle innumerevoli persone senza volto che girano per la stazione. Com’è possibile una cosa del genere? Mi sembra incredibile.
Tamura Kafka
(Pagina 60)

Kafka, più che dare delle spiegazioni sullo stato in cui ci troviamo a vivere, preferisce spiegare in modo puro e meccanico quella macchina complicata. […] Così facendo lui riesce a spiegare chiaramente, meglio di chiunque altro, la condizione in cui tutti ci troviamo. E lo fa senza parlarne direttamente, ma descrivendo nei minimi particolari il funzionamento della macchina.
Tamura Kafka a proposito del racconto “Nella colonia penale” di Kafka
(Pagina 62)

Torno nella sala di lettura, sprofondo nel divano e ancora una volta mi immergo nel mondo delle Mille e una notte. E la realtà che mi circonda, come in una dissolvenza cinematografica, sparisce progressivamente. Resto solo, e penetro fra le pagine del libro. Questa è la sensazione che più amo in assoluto.
Tamura Kafka
(Pagina 62)

È tutto un problema di capacità di immaginazione. Yeats ha scritto: In dreams begin responsibilities. È perfettamente vero. Rivoltando la frase, si può dire che dove non esiste la forza dell’immaginazione, non possono nascere delle responsabilità.
Appunto scritto da Ōshima sul libro riguardante il processo a Adolf Eichmann
(Pagina 143)

Mi tolgo le cuffie e ascolto il silenzio. Il silenzio è una cosa che si ascolta. Lo scopro per la prima volta.
Tamura Kafka
(Pagina 151)

Naturalmente a te sembra che si tratti di una scelta assurda. Ma se ci pensi bene, non sono assurde la maggior parte delle scelte?
Johnnie Walker
(Pagina 156)

Se non l’hai ancora fatto, ti raccomando di leggere le tragedie di Euripide ed Eschilo. Vi troverai rappresentati con chiarezza tutti i problemi cruciali della nostra epoca. Con l’accompagnamento del coro.
Ōshima
(Pagina 169)

La felicità è sempre uguale, ma l’infelicità può avere infinite variazioni, come ha detto anche Tolstoj. La felicità è una fiaba, l’infelicità un romanzo.
Ōshima
[Quando parla di Tolstoj si riferisce ovviamente al bellissimo incipit di Anna Karenina]
(Pagina 173)

Il mondo cambia tutti i giorni, signor Nakata. Tutti i giorni, quando arriva l’ora, spunta il sole. Ma il mondo non è lo stesso del giorno prima. E anche lei non è lo stesso Nakata di ieri.
Hagita
(Pagina 209)

Chiedi, e ti vergognerai un attimo, non chiedere e ti vergognerai per sempre.
Motto preferito del nonno di Hoshino
(Pagina 276)

Hoshino: Non ci ho capito niente lo stesso, ma mi ha fatto bene.
Ragazza: Ecco, il punto è questo.
(Pagina 298)

Ogni oggetto è immerso in un movimento costante. La terra, il tempo, le idee, l’amore, la vita, la fede, la giustizia, il male, tutto possiede un’esistenza liquida e transeunte. Niente si ferma nello stesso posto e con la stessa forma in eterno. Lo stesso universo non è altro che una gigantesca ditta di spedizioni.
Il colonnello Sanders
(Pagina 312)

Hoshino: Secondo lei la musica possiede la capacità di cambiare le persone? Cioè, può succedere che ascoltando una certa musica in un determinato momento, uno abbia internamente una grande trasformazione?
Ōshima: Certo. Può accadere. Si sperimenta qualcosa, e questo a sua volta produce dentro di noi qualcosa. È una specie di reazione chimica. Poi, in seguito, esaminando noi stessi, ci accorgiamo che tutto il nostro mondo ha acquistato grandezza e profondità.
(Pagina 415)

Aver vissuto senza mai leggere l’Amleto è come essere stati tutta la vita in fondo a una miniera di carbone.
Berlioz citato da Ōshima
(Pagina 415)

Come ti sto raccontando da stamattina, mi sono sempre comportato in modo pessimo. Sono stato un vero stronzo, e ormai è troppo tardi per rimediare. Però ad ascoltare questa musica ho la sensazione che Beethoven dica, rivolgendosi a me: «Mah, Hoshino, quel che è fatto è fatto. La vita è piena di cose come queste. Anch’io ne ho combinate tante. Che vuoi farci, è così. Tutto deve seguire il suo corso. Piuttosto, adesso guarda avanti e fai del tuo meglio».
Hoshino
(Pagina 473)
[Questa frase la sento molto mia, è più o meno quello che mi ripeto spesso. E’ inutile deprimersi pensando a quanto di sbagliato abbiamo fatto in passato. Non che bisogna dimenticarlo, ricordare gli errori ci aiuta a non commetterli di nuovo (o meglio, dovrebbe aiutarci!), ma neanche è giusto rimuginarci così tanto sopra, fa solo male. Meglio pensare a come fare meglio da adesso in poi.]

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2 pensieri riguardo “Kafka sulla spiaggia

    1. Sono davver contenta di averti ispirata a leggere questo romanzo! Spero piacerà tanto anche a te! Murakami è uno di quegli autori di cui ho sentito talmente tanto parlare che temevo sarebbe stato una delusione, ma per fortuna questo romanzo mi ha smentito! :)

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