Metà di un sole giallo

di Chimamanda Ngozi Adichie

Titolo: Metà di un sole giallo
Titolo originale: Half of a Yellow Sun
Autore: Chimamanda Ngozi Adichie (sito ufficialeWikipedia)
Nazionalità: nigeriana
Anno prima pubblicazione: 2006
Ambientazione: Nigeria, anni 60 del XX secolo
Personaggi: Ugwu, Olanna, Richard Churchill
Casa Editrice: Einaudi
Traduzione: Susanna Basso
Pagine: 450
Provenienza: Biblioteca, 16 marzo 2009
Link al libro: SITO UFFICIALEGOODREADSANOBII
inizio lettura: 16 marzo 2009
fine lettura: 3 aprile 2009

Padrone era un po’ matto; aveva passato troppi anni all’estero a leggere libri, parlava da solo in ufficio, non sempre rispondeva al saluto e aveva troppi capelli. Queste cose a Ugwu le sussurrò la zia mentre camminavano sul sentiero. – Però è un brav’uomo, – aggiunse. – E se ti dai da fare come si deve, mangerai come si deve. Anche carne tutti i giorni -. Si fermò a sputare; la saliva le uscì di bocca con un risucchio e atterrò nell’erba.

[incipit]

Attraverso le vicende personali di alcuni personaggi inventati, in questo libro rivive la guerra e la breve esistenza del Biafra.

Il segnalibro che ho usato durante la lettura è stato realizzato da ilaria89.

Il mondo taceva mentre noi morivamo. È il titolo di un libro che uno dei personaggi scrive durante il romanzo, per tentate di raccontare quello che ha vissuto il suo popolo. C’è un brano di questo libro che mi ha particolarmente colpito:

Scrive della fame. La fame come arma di guerra nigeriana. La fame che distrusse il Biafra, che lo rese celebre e che lo fece durare quanto durò. La fame che risvegliò l’attenzione di alcune persone nel mondo e scatenò qualche isolata protesta a Londra, Mosca, in Cecoslovacchia. La fame che convinse Zambia e Tanzania, Costa d’Avorio e Gabon a riconoscere lo stato del Biafra, che introdusse l’istanza dell’Africa nella campagna presidenziale di Nixon e permise a genitori di tutto il pianeta di ordinare ai propri figli di finire quel che avevano nel piatto. La fame che indusse organizzazioni umanitarie a inviare clandestinamente carichi aerei notturni di generi alimentari dal momento che non si trovava un accordo sulle strade da percorrere. La fame che diede una bella spinta alla carriera di molti fotografi. La fame infine che portò la Croce Rossa Internazionale a definire il Biafra la più grave emergenza umanitaria dai tempi del secondo conflitto mondiale.

Nella mia infinita ignoranza sull’argomento Biafra, devo ammettere che in effetti appena ho letto questo nome mi ha ricordato la fame che quasi proverbialmente si associa a questo Stato.

Anche solo per venire a conoscenza di una parte di storia recente che, ripeto, mi era del tutto ignota, vale la pena leggere questo libro. In più è assai ben scritto, con i punti di vista di alcuni personaggi che si alternano nei vari capitoli, e una storia interessante parallela a quella vera del Biafra, dopo un inizio un po’ stentato mi ha portata alla fine ad apprezzare molto questo libro.

Molto triste il finale, quando la guerra è ormai finita (e persa), i vari personaggi possono tornare a una quasi normalità, ma Kainene è scomparsa, e non si sa che fine ha fatto. Non solo la morte, ma anche questo dubbio sulla sorte di una persona cara, che porta a sperare ancora anche contro tutte le evidenze, sono elementi purtroppo molto veri e dolorosi, che ben si adattano alla tragedia di questo sfortunato Paese.

Nel caso qualcuno fosse ignorante come me, la “metà di un sole giallo” del titolo è quello disegnato sulla bandiera del Biafra.

Avevo scelto questo libro anche per la sfida del continente sconosciuto, ma non l’ho finito in tempo. Peccato perché era uno dei più azzeccati, credo, per questa sfida!

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