L’ultima possibilità


di Seita Parkkola


Mentre ero in volo, per una frazione di secondo, riuscivo a dimenticare che non c’era alcun motivo di stare allegri.
Borea

(Pagina 309)

Un gradevole romanzo per ragazzi che parla della difficoltà di trovare il proprio posto in un mondo di adulti che non comprendono e, cercando di aiutare, fanno enormi sbagli.

Borea ha dodici anni ed è un ragazzo difficile. Per questo i genitori decidono di mandarlo alla Casa delle Possibilità, una scuola così chiamata proprio perché accoglie ragazzi con problemi, a cui viene offerta un’ultima possibilità. Se la Casa non riesce a rimetterli in riga, saranno considerati dei falliti, senza speranza, ragazzi perduti.

Il segnalibro che ho usato durante la lettura è stato realizzato da Brina

L’aspetto della trama di questo romanzo che mi ha maggiormente colpito è stato vedere quanto gli adulti fossero incapaci di capire i ragazzi. Tutti gli adulti in questo libro, nessuno escluso, sono nemici dei bambini, ma non perché così li vedono i ragazzi, no. Il motivo è che gli adulti non sanno accettare i bambini. Li vedono solo come creta da plasmare a loro immagine e somiglianza, o teppisti da “guarire” se non riescono a renderli esattamente come vogliono loro. E sono ciechi nel desiderio di credere che tutto vada bene. Per un coetaneo di Borea il coinvolgimento con questo romanzo dev’essere totale. Io che quell’età l’ho passata oramai da un bel po’ non sono riuscita del tutto a entrare ella storia. Non che tifassi per gli adulti, eh, intendiamoci!, solo non mi sono sentita del tutto coinvolta (da cui il voto un po’ più basso), nonostante l’ambientazione collaborasse a farci sentire parte della storia. Infatti il luogo in cui si svolge la vicenda non è specificato, ma molto ben descritto. Siamo in una grande città al giorno d’oggi, con grattacieli e fabbriche abbandonate, ma potrebbe essere dovunque, qualunque città abbastanza grande, anche la nostra.

I personaggi hanno tutti nomi particolari, non corrispondo a tradizionali nomi di persona, in nessuna lingua (immagino). I protagonisti sono Borea, India e altri ragazzi come loro, in particolare Ra, Luna e Mau. Questo gruppetto mi ha ricordato i Bimbi Sperduti di Peter Pan, anche nel nome: loro sono infatti i “Ragazzi Perduti”, quelli che hanno perso anche la loro Ultima Possibilità. E India è il loro Peter Pan, impressione resa ancor più evidente man mano che ci appare chiaro che India ha qualcosa di soprannaturale in sé. Alla fine Borea la chiama “custode”, colei che accoglie nel suo gruppo i bambini che scappano di casa. A volte ritornano dai loro genitori, ma non sempre. In ogni caso India insegna loro a “volare con le proprie ali”. Insomma, non penso di essermeli immaginati, i riferimenti alla fiaba di Barrie erano molti, prima fra tutti la Fabbrica, un luogo così speciale per questi ragazzi, loro rifugio, terreno di caccia e campo giochi allo stesso tempo: un po’ la loro Isola che non c’è.


La fabbrica in una delle illustrazioni del libro.

Commento generale.

Un romanzo interessante, avvincente, dalla parte dei bambini, che mi è piaciuto ma che non mi ha convinto del tutto perché è mancato un mio pieno coinvolgimento.

Copertina e Titolo

Non male la copertina, che richiama i disegni presenti all’interno del libro. Il titolo non mi piace particolarmente. Quello originale (Viima) mi dice Google translate che in finlandese significa “fiato”. Ne capisco il significato, una volta letto il libro, anche se è un po’ più nascosto del palese “L’ultima possibilità”. Proprio per questo però lo preferisco!

Grazie a…

Brina, la cui recensione mi ha fatto venire voglia di leggere questo libro, e la cui gentilezza mi ha permesso di leggerlo perché me l’ha prestato.

Sfide

Mini recensione in 4 parole

Coinvolgente a certe età

Scheda del libro

The abandoned paint factory by ~Ludde08 on deviantART
Questa foto mi sembrava davvero molto adatta a rappresentare la fabbrica di cui si parla nel libro

Titolo: L’ultima possibilità
Titolo originale: Viima
Genere: ragazzi
Autore: Seita Parkkola (biografia)
Nazionalità: finlandese
Anno prima pubblicazione: 2011
Ambientazione: una città imprecisata, presente
Personaggi: Borea, India, Brina Iemalia, Vezio, Pirja, Mau, Ra, Luna
Casa Editrice: San Paolo
Traduzione: Nicola Rainò
Illustrazioni: Jani Ikonen
Copertina: Sara Benecino
Pagine: 365
Provenienza: preso in prestito
Link al libro: IN LETTURAANOBIIGOODREADS
inizio lettura: 18 luglio 2013
fine lettura: 3 agosto 2013

Un po’ di frasi

Mi chiamo Borea e ho dodici anni. Niente male come età. Anche se per un ragazzo può essere la cosa peggiore che gli possa capitare. Peggiore che farsi rapire da trafficanti d’organi o restare per sempre in castigo a scuola dopo le lezioni.
Avere dodici anni è un tamponamento a catena di otto automobili.
E’ restare impigliato sulle montagne russe con la testa in giù.
Ecco la mia storia.
E’ anche la storia di India, che è una ragazza, non un paese o un continente, e di una fabbrica, che una volta era stata un ospedale, e dove poi avevano confezionato biscotti. Al momento è abbandonata
Non sono un cattivo ragazzo. Ma nemmeno un angioletto.
[incipit]
[La fabbrica] odorava di polvere, ruggine e fabbrica abbandonata. L’odore che uno può immaginare abbia l’oblio.
Borea
(Pagina 83)
India: Cosa pensi di tutto questo?
Borea: Che i figli rendono schiavi i genitori. E gli adulti immaginano che, per amore, debbano nascondersi.
(Pagina 220)
Io gli voglio bene nonostante questo e forse proprio per questo. A volte bisogna tenerli d’occhi, gli adulti.
Borea
(Pagina 361)
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