Il giudice e il suo boia

di Friedrich Dürrenmatt


Tu non vivrai oltre questa sera. Il boia che ho scelto per te, verrà oggi a cercarti. E ti ucciderà perché, in nome di Dio, bisogna pure che qualcuno lo faccia.
Bärlach a Gastmann

(Pagina 93)

Questo breve romanzo mi ha sorpreso, e mi è piaciuto più di quanto immaginassi!

Siamo nella Svizzera tedesca, nel novembre del 1948. Un ufficiale di polizia di Berna viene trovato morto in una cittadina di provincia. Seguiamo le indagini portate avanti dal commissario Bärlach, chiamato il Vecchio per via dell’età piuttosto avanzata, insieme al giovane Tschanz.

Il segnalibro che ho usato durante la lettura l’ho preso in Biblioteca quando sono andata a prendere questo libro qui, e, contrariamente al mio solito, invece di aggiungerlo al cumulo dei segnalibri in attesa di essere usati, l’ho infilato subito nel libro.

Come vedete la trama che ho riportato più su è veramente ridotta all’essenziale, ma il romanzo è talmente corto, ed è stato talmente bello scoprirlo pagina dopo pagina, che non ho voluto dire di più per non rischiare di spoilerare. La storia è un bel giallo, atipico (giallo emblematico l’ha definito la wikipedia, ma non so cosa voglia dire), con un investigatore che sembra sapere tutto fin dall’inizio, mentre per noi la faccenda si chiarisce a poco a poco, qualcosa si può intuire, ma fondamentalmente è solo nelle ultimissime pagine che io ho capito tutto e tutti i nodi sono venuti al pettine.

L’ambientazione è per me parecchio nuova, non credo di aver mai letto prima un romanzo ambientato in Svizzera. Tra nomi impronunciabili di strade e località non sono riuscita a familiarizzarci molto, ma comunque mi è piaciuta. Il periodo anche l’ho trovato interessante: pochi anni dopo la guerra, in un Paese che è rimasto neutrale ma che comunque risente dei cambiamenti, e dell’influenza delle grandi potenze.

I personaggi sono tutti ben caratterizzati, anche la vittima, descritta da qualche commento di chi l’aveva conosciuto, viene fuori come un personaggio ben delineato, pur non comparendo mai se non come cadavere. Il protagonista, Bärlach (il giudice del titolo), mi è piaciuto tantissimo, coi suoi problemi di salute, la sua originalità nella vita e nel modo di svolgere il suo lavoro, la sua indifferenza verso i superiori.

Lo stile mi è piaciuto molto. I dialoghi sono spesso misti tra discorso diretto e indiretto, gestiti benissimo per cui questi passaggi non si notano. Il ritmo non è rapido, anzi, piuttosto pacato, ma non per questo meno avvincente. Come giallo, l’ho già detto, è atipico: l’indagine c’è ma molto blanda, il protagonista agisce in modi che là per là non comprendiamo, e diversi personaggi appaiono, almeno una volta, ambigui e misteriosi.

Commento generale.

Non sapevo cosa aspettarmi da questo romanzo, non ricordo neanche perché ce l’avevo in wishlist, e ho deciso di leggerlo solo perché mi faceva comodo una tappa svizzera nella sfida “Il giro del mondo in 80 libri”. All’inizio mi ha piacevolmente stupito perché non avevo idea fosse un giallo. Poi, man mano che proseguivo con la lettura, mi ha sempre più incuriosito, e nel finale è diventato realmente avvincente. In generale non è uno di quei libri che non ti si tolgono dalla testa, e mentre fai altro ti mancano e non vedi l’ora di tornare finalmente a leggerli, però è uno di quei libri di cui ti godi ogni singola pagina, che ti trasporta al suo interno e inizia davvero a mancarti quando lo finisci.

Copertina e titolo

La copertina è buffa, l’immagine carina, ma davvero non capisco cos’abbia a che vedere con il romanzo. Bella però anche perché ruvida, com’erano le Feltrinelli una volta! Io le adoravo, quelle lisce delle nuove edizioni proprio non mi piacciono!

Il titolo mi è piaciuto fin da subito, ancor di più quando l’ho finalmente capito. Semplice ma originale.

Mini recensione in 4 parole

Sorprendente, atipico, coinvolgente giallo

Questo libro costituisce la XXV TAPPA del Giro del mondo in 80 libri: EUROPA, Svizzera, Konolfingen
Ecco la cartolina che ho mandato ai partecipanti alla sfida:


[L’immagine di sfondo della cartolina ritrae Berna, e proviene da QUI]
The Executed and his Judge di GiZmO0o

Titolo: Il giudice e il suo boia
Titolo originale: Der richter und sein henker
Genere: giallo
Nazionalità: svizzera
Prima pubblicazione: 1952
Ambientazione: Svizzera, novembre 1948
Personaggi: Bärlach, Tschanz, Gastmann
Casa Editrice: Feltrinelli
Traduzione: Enrico Filippini
Copertina: Jean Moebius Giraud, Tueur de Monde
Pagine: 109
Provenienza: Biblioteca
Link al libro: IN LETTURAANOBIIGOODREADS
inizio lettura: 9 agosto 2013
fine lettura: 16 agosto 2013

Sfide

Un po’ di frasi

La mattina del tre novembre 1948, nel punto in cui la strada di Lamboing (uno dei villaggi del Tassenberg) esce dal bosco che degrada lungo il vallone del Twannbach, il gendarme di Twann, Alphons Clenin, trovò una Mercedes azzurra ferma sul ciglio della strada.
[incipit]

Bärlach: Non ho campanelli. Non ne ho bisogno; la porta d’entrata è sempre aperta.
Tschanz: Anche quando lei è via?
Bärlach: Anche quando sono via. Mi piace tornare a casa e vedere se mi hanno rubato qualcosa oppure no.
(Pagina 25)

I morti hanno sempre ragione.
(Pagina 101)
spoiler Leggi
explicit Leggi

2 pensieri riguardo “Il giudice e il suo boia

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.