Quo vadis?

Romanzo storico dei tempi di Nerone

di Henryk Sienkiewicz

Titolo: Quo vadis?
Sottotitolo: Romanzo storico dei tempi di Nerone
Titolo originale: Quo Vadis? Powiesc z czasow Nerona
Genere: storico
Autore: Henryk Adam Aleksander Pius Sienkiewicz (Wikipedia)
Nazione: Polonia
Anno prima pubblicazione: 1896
Ambientazione: Roma, I secolo dopo Cristo
Personaggi: Marco Vinicio, Callina detta Ligia, Petronio Arbitro, Eunice, Nerone, Atte, Chilone Chilonide, Ursus
Casa Editrice: Mursia
Traduzione: Ettore Fabietti
Illustrazioni e copertina: Carlo Alberto Michelini
Pagine: 256
Link al libro: IN LETTURAANOBIIGOODREADS
inizio lettura: 21 settembre 2014
fine lettura: 1 ottobre 2014


Quo vadis, Domine?
San Pietro

(Pagina 245)

La sfida degli 80 libri mi ha fornito la scusa per rileggere questo libro che avevo letto e amato molto durante la mia adolescenza, dopo aver visto e adorato il film.

Roma, I secolo d.C.. Marco Vinicio è appena tornato dalla guerra quando conosce Callina, detta Ligia perché è un ostaggio proveniente da quella regione. Se ne innamora ma non sa che la ragazza è cristiana, per cui l’aiuto dello zio, il famoso Petronio arbiter elegantiarum, si rivela controproducente perché porta la ragazza a contatto con la corte di Nerone.

Domine, Quo Vadis? by Fabio Mesiti, on Flickr
Secondo la tradizione è questo il punto in cui Pietro incontrò Gesù e gli chiese, appunto, Quo vadis, Domine? (Dove vai, Signore?). Questa lapide è conservata nella chiesa di Santa Maria in Palmis, detta appunto chiesa del Quo vadis. Nella chiesa è conservato anche un busto di Sienkiewicz

Ho visto il film tratto da questo romanzo quando ero penso alle scuole medie, e me ne ero innamorata, così qualche anno dopo comprai il libro, e mi piacque anche se forse non mi folgorò com’era stato per il film. Ora che da adulta ho provato a rileggerlo, devo dire che lo trovo proprio un bel romanzo, e ho potuto apprezzarne aspetti che allora tralasciai forse anche volutamente. Per esempio non avevo minimamente indagato l’autore e la sua storia (neanche sapevo avesse vinto un Nobel), e quindi non sapevo che questo romanzo è un po’ una metafora della situazione del suo Paese, la Polonia, oppressa dalla Russia. La protagonista di questo libro infatti è Ligia, una fanciulla di stirpe regale, ostaggio di Roma, che prende il nome proprio dalla sua provenienza (il suo vero nome infatti è Callina, ma tutti la chiamano Ligia). Che c’entra con la Polonia? Bè, pare che gli antichi ligi (o lici) siano considerati la popolazione da cui si originò quella polacca. Quindi, insomma, sapendo ora queste cose ho potuto leggere il romanzo anche da questo diverso punto di vista. Quello che invece non mi era passato inosservato neanche alla prima lettura è che Quo vadis? è anche un inno al Cristianesimo, al modo in cui ha cambiato il mondo e ai motivi della sua straordinaria diffusione. Lo dice bene Vinicio in una sua riflessione: Soffrire temporaneamente per una felicità eterna era ben diverso che soffrire perché il dolore è nell’ordine delle cose. E’ per questo che questa religione si diffondeva a macchia d’olio tra gli schiavi, i poveri, gli sfortunati, i sofferenti: portava una speranza, anche se una speranza che andava al di là della vita, a chi da secoli conosceva solo disperazione.

La trama del romanzo è parecchio interessante. Ovviamente conoscevo dalla Storia le persecuzioni dei cristiani, mal’autore qui ce le mostre attraverso gli occhi dei protagonisti, rendendo il tutto molto avvincente, e ci regala un affresco di vita di duemila anni fa davvero colorito, efficace, affascinante. Infatti l’ambientazione mi è piaciuta tantissimo! La corte di Nerone, dove per una parola sbagliata si poteva finire ammazzati, la vita degli schiavi, i soldati, i gladiatori… tutto reso in maniera incredibilmente vivida, e tutto perfettamente dosato in funzione della trama!

E poi ci sono i personaggi, meravigliosi e meravigliosamente resi, sia quelli realmente esistiti che quelli inventati. Vinicio mi ha colpito perché non ricordavo la sua lenta trasformazione, e devo dire che mi è piaciuta molto la storia della sua conversione: anche se nasce un po’ improvvisamente, si evolve poi più lentamente, e il giovane finisce per abbracciare davvero la religione cristiana, non solo per via di Ligia. Unica nota che definirei negativa: Marco prega per Ligia e lei si salva più volte, dicono che Gesù l’ha protetta. E allora tutti gli altri cristiani, anche bambini, che muoiono e soffrono?

Un altro personaggio che ha attirato la mia attenzione è Chilone: lo ricordavo come un personaggio minore, invece è molto presente e molto importante ai fini della storia, l’ho trovato enormemente antipatico tutto il tempo, ma alla fine risulta uno dei più umani, anche nella sua meschinità, che comunque alla fine viene poi redenta dalla conversione e dal martirio.

Non meno affascinanti e ben resti i personaggi realmente esistiti. Bellissima per esempio la rappresentazione di “Barba di rame” (come l’imperatore veniva chiamato familiarmente, ma ovviamente alle sue spalle, dagli augustiani): pazzo, senza dubbio, amante dell’arte sopra ogni altra cosa, credulone, viziato, potente ma così debole, sempre bisognoso dell’approvazione di chiunque…

Ligia, Vinicio, Petronio e il piccolo Aulo nella quarta di copertina

Ma il mio personaggio preferito in assoluto è senza dubbio Petronio! Mi innamorai di lui nel film, e ricordavo che il personaggio del libro era un po’ diverso, ma non ho potuto fare a meno di amarlo lo stesso, anche a questa seconda lettura! Nel film, ricordo, era un personaggio più romantico, anche in senso lato. Nel libro è assai più cinico, è indolente e pigro, e proprio per questa sua sorta di ignavia ad un certo punto non dice quelle poche parole che avrebbero potuto salvare la situazione. Però ama davvero il nipote Vinicio, e per lui rischia moltissimo e più volte, ed è cercando di intercedere in suo favore che alla fine perde. Petronio è elegante, astuto, anche coraggioso. E’ fantastico il modo in cui si rigira Nerone a suo piacimento. Non si scompone mai, continua a trattare Cesare allo stesso modo sia quando è nelle sue grazie che quando se ne è allontanato, e qualsiasi cosa accada, con chiunque si stia confrontando, rimane sempre lo stesso, calmo, imperturbabile, bellissimo (lo ripete spesso l’autore), sereno, anche nel momento della morte.

Dopo aver parlato così bene di tanti aspetti di questo romanzo, diviene quasi scontato aggiungere che ho apprezzato anche lo stile dell’autore. Come ho già detto, descrive mirabilmente la società romana del primo secolo dopo Cristo, adattando le vicende storiche alla sua trama e ai suoi scopi, creando personaggi così affascinanti… insomma, non è per niente che ‘sto tizio ha vinto il Nobel! :)

Il segnalibro che ho usato durante la lettura è stato realizzato da ilonka510. La frase scritta in basso è quella che dà il titolo a questo blog.

La mia edizione è di una collana per ragazzi che amavo molto da piccola, della Mursia, con copertina rigida e alcune immagini all’interno. Queste immagini sono belle ma messe a caso nel libro, a volte anche prima che l’evento si verifichi, e risultano quindi anche spoiler! La copertina è una di queste immagini (la ritroviamo infatti all’interno), è bella e mostra proprio il momento del “Quo vadis”. A proposito, personalmente lo trovo un titolo bellissimo! Non è proprio legato all’intero romanzo, ma è sicuramente d’effetto, accattivante, piacevole, e in un certo senso comunque adatto al tema, o meglio al messaggio finale del libro, se non proprio alla sua storia.

Commento generale.

Riletto a distanza di anni, questo romanzo non perde il suo fascino, anzi ne acquista di nuovo grazie a una maggiore conoscenza da parte mia dell’autore e del suo tempo. Il personaggio di Petronio continua ad affascinarmi, l’amore di Ligia e Vinicio a colpire il lato romantico (e nascosto) di me, la storia delle persecuzioni a commuovermi, la ricostruzione storica ad ammaliarmi. In sostanza, un bellissimo romanzo.

Curiosità
Sienkiewicz ha vinto il Nobel per la Letteratura nel 1905 con la motivazione: per i suoi notevoli meriti come scrittore epico.

Sfide

Questo libro costituisce la TAPPA del Giro del mondo in 80 libri: EUROPA, Polonia, Varsavia
Ecco la cartolina che ho mandato ai partecipanti alla sfida:

Mini recensione in 5 parole

Kiss me kiss me Ligia

Trasposizioni

Quo vadis (1951) di Mervyn LeRoy

Un po’ di frasi

Petronio si alzò poco prima di mezzogiorno, come il solito molto stanco.
[incipit]
Per quanto cattivi siano il mondo e la vita, pure vi sarà sempre una cosa bella: la gioventù.
Petronio
(Pagina 15)
Atte abbracciò Ligia e ruppe in singhiozzi. Intuiva ancora l’esistenza di un mondo in cui, pur nel dolore, spira più felicità che non in mezzo al fasto e all’opulenza della casa di Cesare; intravedeva ancora uno spiraglio di luce attraverso una porta che le si apriva appena per un instante. Ma non si sentiva degna di varcare quella soglia.
(Pagina 48)
Vinicio: Non ricordi quel che mi dicesti una volta, uscendo da casa di Aulo?
Petronio: No, ma ho mutato opinione.
(Pagina 133)
Talvolta Ligia, debole e ancora incapace di camminare da sola, s’assopiva nella quiete del giardino. Vinicio la vegliava, ne contemplava il volto addormentato e involontariamente pensava che non era più la Ligia che aveva conosciuto in casa di Aulo. Infatti, la malattia e il carcere avevano sfiorito la sua bellezza d’un tempo. Ma ora, però, amava la sua anima e l’amava anche più di prima.
(Pagina 241)
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