Elementary, stagioni 1,2,3

Elementary

The only promise a puzzle makes is an answer. Liking the answer doesn’t factor in.

L’unica promessa che fa un rompicapo è avere una risposta. Che la risposta ti piaccia non è importante.

Sherlock

(Stagione 1, Episodio 11)

Serie creata da Robert Doherty
con Jonny Lee Miller, Lucy Liu

Questa rivisitazione in chiave moderna e in ambientazione americana del detective più famoso della storia ad un primo approccio non mi aveva particolarmente colpito. Rivedendola di recente su RaiDue mi ha incuriosito molto e alla fine ne sono stata conquistata. Stasera comincia in America la quarta stagione, che sicuramente seguirò, e intanto ne approfitto per postare il mio commento alle prime tre.

Sherlock Holmes è un ex tossicodipendente che si è trasferito a New York da Londra nel suo periodo di massimo abuso di droga, per poi riuscire finalmente a disintossicarsi. Ora è uscito dalla clinica e suo padre gli ha imposto di affiancarsi a una terapista per la riabilitazione, Joan Watson, un’ex chirurgo che ben presto comincia a interessarsi moltissimo al lavoro di consulente investigativi di Holmes.

Angus, il busto di frenologia con cui Holmes era solito discutere i casi prima di conoscere Watson, qui lievemente danneggiato.

Quando sentii per la prima volta parlare di questa serie trovai l’idea deprimente perché mi sembrava il solito tentativo americano di fare il remake di una serie britannica di successo (parlo ovviamente di Sherlock, stupenda rivisitazione in chiave moderna del classico di Conan Doyle). Ho provato comunque a guardarla, un po’ mi straniva e un po’ mi incuriosiva l’idea di un Watson donna, però il primo episodio, seppure carino, non mi ha spinto a continuare a guardare la serie. Poi di recente Rai2 l’ha riproposto ancora una volta, mi sono ritrovata a guardare più di un episodio, e all’improvviso ne ero totalmente conquistata, e mi sono guardata in poco tempo tutte e tre le stagioni andate in onda finora!

La trama pur avendo alcuni aspetti in comune con l’originale, se ne discosta totalmente nelle storie, o almeno non mi pare di aver colto mai riferimenti ai romanzi che ho letto. L’ambientazione mi piace moltissimo anche se è ovviamente molto diversa perché oltre al fatto di trovarci ai nostri giorni e non in epoca vittoriana, siamo a New York. Dove invece le affinità con la storia originale sono molte è con i personaggi. Abbiamo Sherlock e Watson, ovviamente, che hanno punti in comune con i personaggi di Conan Doyle, poi c’è Irene Adler, e l’ispettore Lestrade, e ovviamente Moriarty, e non mancano i vari aiutanti di Holmes: al posto dei ragazzini abbiamo piccoli furfantelli sempre comunque molto giovani, e svariati consulenti chiamati gli “irregolari”. Quello che però mi è piaciuto di più di questa serie sono proprio le differenze nel mostrare i personaggi non solo rispetto ai romanzi a cui si ispirano ma anche a qualsiasi altra trasposizione di Sherlock Holmes che mi sia capitato di vedere.

Sherlock appeso a testa in giù (per provare non ricordo più quale teoria) nella stagione 3.

Partiamo dal protagonista. Sherlock è inglese, ha avuto problemi di droga e si è trasferito a New York dove finalmente è riuscito a disintossicarsi. Holmes sappiamo ha sempre avuto a che fare con le droghe, in questo caso ne ha ad un certo punto abusato e ha questo ha quasi distrutto la sua vita. All’inizio pensavo che questa storia della tossicodipendenza fosse una cosa messa lì per dare colore al personaggio e giustificare la sua venuta a New York, ma dopo un po’ di puntate ho invece cominciato a considerare molto interessante il suo passato da tossicodipendente e alla fine devo dire che mi è piaciuta moltissimo questa caratteristica di questo Sherlock, questa sua vulnerabilità: ogni giorno per lui è una sfida per restare sobrio, l’astinenza dalle droghe non è una conquista definitiva ma una che deve rifare ogni giorno, e pian piano, grazie soprattutto a Watson, Sherlock accetta l’idea di non potercela fare da solo, di avere bisogno degli incontri con altri ex tossicodipendenti, di un tutor, eccetera. Sherlock ha sofferto moltissimo e questo l’ha portato all’autodistruzione, non è l’investigatore irreprensibile che ha sempre tutto sottocontrollo, o almeno per un periodo della sua vita non lo è stato, e sa che potrebbe risuccedergli di nuovo. Inoltre questo Sherlock, a differenza di tutti gli altri che conosco, mi sembra più propenso a provare sentimenti, non solo per il suo passato con Irene, o per come si affeziona a Watson, ma anche per come affronta i casi: il suo non è solo desiderio di giustizia o di provare le sue capacità, sembra davvero interessato alle vittime (un esempio su tanti è nell’episodio 9 quando un’immigrata rischia il rimpatrio perché Holmes investigando l’ha esposta alle autorità e lui se ne sente fortemente in colpa). Anche nel rapporto col capitano prima e il detective Bell poi denotano una capacità di fare svariate eccezioni alla sua solita misantropia. Per il resto comunque è sempre il solito, geniale, presuntuoso Sherlock, che non tollera di essere abbracciato ma non si fa nessunissimo problema di assaggiare qualunque sostanza misteriosa trovata indagando, non ha nessun senso della vergogna, ma ha tutti i sensi molto sviluppati, ama le abbreviazioni negli sms, è pieno di tatuaggi, veste sobriamente e ha una postura rigida e un po’ curva che lo caratterizza direi egregiamente.

Joan Watson

Watson. Già il fatto che fosse interpretata da Lucy Liu mi ha molto ben disposta nei confronti di questo personaggio, e il modo in cui è stato personalizzato l’ho apprezzato molto. Il fatto che sia una donna è forse la meno particolare delle differenze. Ricordo che mi colpì fin dalla prima volta che vidi il primo episodio che nel momento di smascherare il colpevole Holmes enfatizzava più volte che era stato merito di Joan. E infatti la differenza più lampante col solito Watson è che questa Joan fin da subito partecipa attivamente all’indagine, e ben presto dimostra una certa propensione al mestiere e diviene anche lei consulente. Oscilla questo personaggio dal fungere da lato umano di Holmes e diventarne l’esatta controparte. Di sicuro, in comune con tutti gli altri Watson che ho conosciuto, è l’unica veramente in grado di ancorare Holmes alla realtà, e di cui lui non può fare, effettivamente, a meno. Ultimo commentino un po’ superficiale: mi piace molto come si veste, in particolare un certo amore, mi è parso di notare, per l’asimmetria.

Gli altri personaggi principali sono il capitano Gregson e il detective Bell. Il primo ha conosciuto Holmes durante una collaborazione con Scotland Yard, ne conosce le qualità e ha favorevolmente accettato la sua collaborazione con il suo dipartimento. Si può dire che all’inizio della serie sia l’essere umano più vicino alla figura di un amico per Holmes. Il detective Bell incontra il Nostro nei primi episodi, e all’inizio lo prende per pazzo, ma ben presto comprende che è un genio, a differenza di altre serie con un personaggio geniale ma eccentrico dove anche dopo anni i collaboratori continuano ogni tanto a non credergli.

Insomma, una serie che sconvolge parecchio il personaggio di Sherlock Holmes, riuscendo comunque a farlo rimanere riconoscibile e per certi versi ancora aderente all’originale. Molto carina la sigla (che in qualche episodio viene saltata, non so bene perché) con una sorta di The Incredible Machine.

Ho notato in questa serie tv una particolare attenzione alla diversità, e non credo sia un caso. Già solo la scelta di cambiare il genere di Watson, in modo da avere un personaggio femminile tra i due protagonisti principali, ne è un esempio. Poi, non so, potrei sottolineare il fatto che tra i 4 protagonisti uno è di origina asiatica e uno afroamericano, o che il fidanzato di Watson è di origine indiana, oppure, bè, ovviamente non posso non menzionare anche il fatto che pure Moriarty sia di sesso opposto. Anche tra le comparse poi devo dire che la diversità la fa da padrone, sia di origini (poi alla fine sono comunque più o meno tutti americani) che di genere, e mi sembra talmente diffusa questa caratteristica non sempre invece evidente in altre serie tv, che onestamente mi viene da pensare che davvero non sia solo un caso ma una scelta degli autori. Se fosse davvero così, bè, bravi! :)

Ora un piccolo commento più dettagliato diviso per stagione. ATTENZIONE! Tutto ciò che è spoiler per una stagione non è più considerato spoiler nella successiva, quindi nei commenti di seconda e terza potrebbe esserci non coperti degli spoiler per le stagioni precedenti!

Stagione 1


STAGIONE 2 →

I’m better with you, Watson.

(Episodio 16)

Joan Watson è un’ex chirurgo che ora lavora a New York come terapista per la riabilitazione. Il suo nuovo cliente è Sherlock Holmes, trasferitosi da Londra proprio nel nel suo periodo di massimo abuso di droga, che ora si è finalmente riabilitato. Fin da subito Watson verrà coinvolta da Holmes nel suo particolarissimo lavoro di consulente investigativo.

La prima stagione di una nuova serie tv è spesso la più bella, almeno per me, perché conosciamo i protagonisti, i loro caratteri si delineano puntata dopo puntata, così come le relazioni tra di loro, le storie aggiustano il tiro, insomma, mi piacciono molto. Con Elementary è stata un po’ la stessa cosa, ho visto qualche puntata di questa stagione e i personaggi, le storie, le dinamiche mi hanno incuriosito tanto che ho voluto provare a guardarla per intero e me ne sono facilmente appassionata.

La trama non ha una storyline precisa, sono nelle ultime puntate si individua un leitmotiv comunque introdotto precedentemente durante la stagione. Tra i personaggi ne conosciamo di “nuovi” e di “tradizionali”. Tra i nuovi c’è Alfredo, lo sponsor di Holmes per la sobrietà, con un passato da delinquente e che, anche probabilmente proprio per questo morivo, partecipa spesso attivamente alle indagini, oltre a insegnare a Watson come scassinare una macchina. Tra i personaggi tradizionali abbiamo Mrs Hudson che però non è l’affittuaria di Holmes, bensì una dei suoi consulenti che di mestiere fa la “musa” e nell’episodio in cui viene introdotta (il numero 19) diventa la loro domestica, perché il suo modo di organizzare le cose assomiglia a quello di Holmes e quindi lui si può fidare! :)

Nelle pause dall’essere una vedova di re in Game of Thrones Natalie Dormer è stata Irene Adler in Elementary. Qui la vediamo in un flashback dall’episodio 16.

Altri personaggi “tradizionali” che vengono introdotto un questa stagione sono Irene Adler e Moriarty. Irene nei romanzi è un personaggio minore che compare solo in un racconto e non ha nessuna seppur vaga relazione con Holmes se non per il fatto di essere l’unico avversario ad averlo sconfitto. Nelle trasposizioni però diviene solitamente un personaggio più importante, e questa serie non fa eccezione, essendo stata il grande (e unico) amore di Holmes, la cui morte ha portato Sherlock all’abuso di droga. E Moriarty viene ovviamente introdotto proprio in relazione all’omicidio di Irene. Iniziamo nell’episodio 12 quando un misterioso M. compie degli omicidi con lo stesso modus operandi di quello di Irene e altri avvenuti a Londra quando Holmes lavorava con Scotland Yard. M. è interpretato dal Garret di Galavant e francamente non riuscivo a prenderlo del tutto sul serio! :) Comunque per un bel po’ la storia di Moriarty non mi interessava molto, preferivo i casi singoli, soltanto nel finale di stagione mi ha preso moltissimo e trovo adesso che sia una delle più belle trovate di questa serie. Innanzitutto nell’episodio 22 scopriamo che Irene è ancora viva, e il mio commento è stato “ma dai?!”. Poi non so perché ma la ragazza non me la contava giusta, mi sapeva di finzione. Ecco però che nell’episodio successivo arriva il vero colpo di scena che nonostante i miei sospetti non mi aspettavo minimamente: Irene è Moriarty!!! Anche se questa cosa non me l’aspettavo, la trovo un altro di quei piccoli cambiamenti che hanno arricchito questa serie perché gestiti in maniera da mantenersi coerenti allo spirito del personaggio. In effetti sia Irene che Moriarty sono la controparte e la nemesi di Holmes. Irene era il suo grande amore, la donna per lui, perché era uguale a lui. E questo è lo stesso motivo per cui Moriarty è e sempre sarà il suo nemico numero 1: è uguale a lui. Holmes e Moriarty si contrappongono e si completano, l’uno non potrebbe esistere senza l’altro. Insomma, pur essendo stato per me un gran bel colpo di scena, la trovo comunque una scelta in un certo senso ovvia, per cui azzeccata. Senza contare che un po’ più di diversità di genere in queste serie solitamente molto maschili non mi dispiace affatto! :) Comunque, quello che alla fine differenzia Holmes e Irene/Moriarty, che è anche quello che porterà alla sconfitta della seconda, è che Holmes non è più da solo, adesso lui ha Watson. E sarà infatti proprio Watson la chiave della cattura di Moriarty.

Watson e Holmes si scambiano uno sguardo complice.
Watson e Holmes si scambiano uno sguardo complice.

Come ho detto la prima stagione è quella in cui le relazioni tra i personaggi di costruiscono e si delineano, e ovviamente in particolare mi riferisco a quella tra i due protagonisti principali. Watson è la terapista di Holmes, ma solo fino all’episodio 12 quando il padre di lui la licenzia, e Watson decide di non dirlo a Holmes e continuare a lavorare con lui gratis. Quando Holmes lo scopre le propone di rimanere permanentemente a lavorare ai casi con lui come sua apprendista. Questo è senza dubbio la più originale rivisitazione del rapporto tra i due, che come ho detto ho trovato molto intrigante. A parte questo comunque non mancano altre piccole particolarità, le solite stranezze di Holmes, la sua ossessione per le api, la sua evoluzione anche dal punto di vista della storia della tossicodipendenza (all’inizio Watson lo forza ad andare agli incontri, poi pian piano lui comincerà a comprenderne l’utilità), e una cosa che ho trovato molto buffa: Sherlock ha l’abitudine di svegliarla perché devono uscire presto per un’indagine scegliendo per lei i vestiti da indossare, e la cosa più bella è che spesso lei indossa proprio quelli! :)

Watson, Holmes e il detective Bell.

Prima di concludere vorrei citare alcuni episodi che per qualche motivo mi hanno colpita più degli altri. Nel numero 15, “A Giant Gun, Filled with Drugs“, l’ex spacciatore di Sherlock, Rhys Kinlan, viene a chiedergli aiuto perché hanno rapito sua figlia, e questo causa un po’ di squilibrio in Holmes anche perché Rhys sostiene che lui non sia più in gamba come quando si drogava, e gli offre una dose. Holmes per questo lo tratta malissimo e anche se lo aiuta comunque a ritrovare la figlia, lo cancella dalla sua vita. Il periodo di abuso di droghe per Sherlock è stato il suo più grande fallimento e ancora ne soffre. E’ stato sempre in questo episodio che Holmes ha deciso per la prima volta spontaneamente di andare in un gruppo per condividere la sua esperienza di astinenza. Nell’episodio 20, “Dead Man’s Switch“, ancora una volta ritorna il tema della disintossicazione perché si avvicina l’anniversario di un anno di sobrietà per Sherlock, ma non vuole andare al gruppo a prendere il il gettone di sobrietà, e scopriremo poi che il motivo è che nel primo giorno in clinica si drogò di nuovo, quindi il suo vero anniversario di un anno di sobrietà è il giorno successivo a quello “ufficiale”, che per lui è invece soltanto il ricordo del suo ennesimo giorno di debolezza. Diverso il motivo per cui invece mi è particolarmente piaciuto l’episodio successivo, “A Landmark Story“: per cercare di sventare un omicidio, Holmes e Watson provano a pianificarlo loro per capire come farà il killer. Infine, non posso non citare il finalone di stagione di cui ho già parlato, il doppio episodio 23-24, “The Woman” e “Heroine“, in cui abbiamo azione, sorprese ed emozioni a tutto spiano. Qui aggiungerei solo che proprio alla fine dell’episodio, nell’ultima scena, Holmes annuncia a Watson che è riuscito a far incrociare le api comuni con una rarissima, regalo di un caso risolto, e creare quindi una nuova specie, e in quanto creatore dell’ibrido ha potuto deciderne il nome, e ha scelto di chiamarla Watsonia. Inutile commentare su quanto questo significhi nel rapporto tra i due.

Stagione 2


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Mysantrophy was so easy, Watson. Elegant. I miss it sometimes.

La misantropia era così facile, Watson. Elegante. Mi manca alle volte.

Sherlock

(Episodio 18)

Il passato di Sherlock, mai cancellato e mai dimenticato, ritorna in questa stagione sottoforma dell’ispettore Lestrade, con cui Sherlock collaborava quando era a Londra, e di suo fratello Mycroft.

Mycroft Holmes. L’ho già detto che non mi piace? :(

In questa seconda stagione si sviluppano quelle relazioni e quei concetti di cui la prima aveva gettato le basi. In particolare è il passato di Holmes che torna alla ribalta già nel primo episodio, in cui cambia per un poco l’ambientazione: ci spostiamo a Londra!!!!! E vediamo che qui Holmes abitava effettivamente al 221b Baker Street, e incontriamo due personaggi presenti nei libri che ancora non erano comparsi qui nella serie. Il primo è Lestrade, ed in effetti io mi ero chiesta come mai il personaggio del capitano Gregson non l’avessero chiamato come il famoso ispettore dei libri. Il personaggio comunque lo rivedremo in altri episodi della stagione ed è antipaticissimo! Il secondo personaggio che conosciamo è Mycroft Holmes, il fratello di Sherlock, e devo dire che tra tutte le versioni che conosco di questo personaggio, questa qui secondo me è la meno riuscita: questo Mycroft proprio non mi piace! Watson invece sembra subirne il fascino tanto che i due hanno una specie di relazione a intervalli che non mi è piaciuta per niente ma che comunque finisce quando alla fine di questa stagione Mycroft dovrà sparire dalla circolazione per via della sua collaborazione con i servizi segreti, e prima di andare vi abbraccia Sherlock che, suo malgrado, si lascia abbracciare.

Jamie Moriarty non è scomparsa, scopriamo che ha scritto molte lettere a Holmes dalla prigione e che Holmes le ha regolarmente risposto di nascosto da Watson. Moriarty in prigione continua a dipingere, e vediamo che ha fatto un ritratto gigantesco di Watson: sembra proprio che la sua ossessione si sia spostata di oggetto!

Maturano anche i rapporti tra Holmes e il detective Bell, seppure in maniera “tragica”: nell’episodio 10 tramite una serie di flashback intervallati dal presente in cui Holmes è sotto processo non sappiamo bene per cosa, scopriamo poi che durante un’indagine le sue solite “irregolarità” nel lavoro di consulente stavolta sono costate al detective Bell un proiettile nello stomaco. Il giovane si riprenderà con fatica, e con fatica pian piano riallaccerà anche i rapporti con Holmes e la reciproca fiducia.

Sherlock si prepara a cantare Frozen per il collettivo Everyone.

La novità più interessante introdotta in questa stagione è secondo me la collaborazione col collettivo Everyone, un gruppo di cyber-attivisti che compare nell’episodio 3 come antagonista dei nostri, ma dall’episodio 19 diventa casuale collaboratore, in cambio però sempre di qualcosa, solitamente di mettere Holmes in situazioni imbarazzanti: farsi dare pugni sul braccio dai passanti, fare un video mentre canta le canzoni di Frozen vestito da principessa e poi trovare un gatto smarrito (questa la più normale e non imbarazzante delle richieste), e lui fa tutto senza battere ciglio. Nell’episodio 24 sarà Watson a chiedere aiuto a Everyone, ma non ci dicono cosa le hanno chiesto di fare in cambio! Forse le prove umilianti sono qualcosa che riservano solo per Holmes? :)

Clyde vestito da squalo.

Prosegue anche, tra lati e bassi, la relazione tra Holmes e Watson. nell’episodio 6 Sherlock le dà un baule con i suoi casi irrisolti per farle proseguire nell’addestramento e nel corso della stagione Watson ne risolverà qualcuno. Holmes continua nella fastidiosa (per lei) e divertente (per noi, e credo anche per lui) abitudine di svegliare Watson nei modi più strani. Il mio preferito è quando (episodio 19) le manda la tartaruga Clyde “travestito” da squalo. Si tratta del primo di una serie di vestitini di lana che gli ha fatto Mrs Hudson perché pensa che l’inverno lo abbia provato, e che Holmes trova divertenti da guardare. Continua anche il percorso di sobrietà di Holmes che in questa stagione diventerà anche lui a sua volta sponsor di un altro ex tossico, va sempre agli incontri, anche da solo, e condivide la sua esperienza, tra cui il fatto che la più grande minaccia alla sua sobrietà è che non ha nessuno (sano di mente, quindi escludiamo Moriarty) con cui relazionarsi in parità, anche se io oserei dire che Watson ci si avvicina parecchio. Gli ultimi due episodi porteranno a Holmes un grosso colpo non tanto per tutta la questione riguardante il fratello, quanto perché Watson gli comunica che vuole andare a vivere da sola. La stagione finisce con Sherlock che va a recuperare una dose di eroina che aveva nascosto in casa, e accetta di lavorare con l’MI6.

Non ci sono in questa stagione degli episodi che mi hanno colpito particolarmente, ma più che altro dei piccoli eventi che succedono come storie minori in alcuni episodi. Joan aiuta un’amica a rintracciare la sua avventura di una notte che lei crede possa essere il grande amore della sua vita, e Holmes pensa che sia una sciocchezza e una perdita di tempo, ma quando Joan da brava investigatrice è quasi giunta alla soluzione, Sherlock le rivela che quell’avventura di una notte era proprio lui! (episodio 5). Il caso dell’episodio 14, ripescato dal baule dei vecchi casi di Holmes, riguarda un dinosauro! Infine, nell’episodio 16 scopriamo che è stato Sherlock a suggerire che Plutone non è un pianeta ma un oggetto trans-nettuniano (LOL!)

Stagione 3


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What is existence but the absorbtion of and reaction to the data that the universe presents.

Che cos’è l’esistenza se non l’assorbimento di e la reazione a i dati che l’universo ci presenta.

Sherlock

(Episodio 24)

Dopo una separazione di alcuni mesi, Holmes torna a New York, ma le cose tra lui e Watson non sono più le stesse.

Questa stagione mi è piaciuta un po’ meno delle precedenti, ma mi ha comunque intrigato, anche perché gli autori sono stati in grado di dare una sorta di nuovo indirizzo ai personaggi e alle trame. Non ho apprezzato proprio tutto, ma trovo comunque importante il desiderio di proporre qualcosa di nuovo e di diverso.

La trama si discosta da quella delle precedenti stagioni principalmente per tre motivi. Il primo è che Watson ha iniziato a lavorare da sola come consulente, vive in un nuovo appartamento, ha un fidanzato: anche quando Sherlock torna, tra i due le cose non sono più le stesse, continuano a lavorare insieme ma sono collaboratori e non più partner, e in più Holmes ha portato da Londra una nova “pupilla”, Kitty, a cui sta insegnano il mestiere di investigatore. La seconda differenza è che non c’è una storyline vera e propria che arriverà poi a completarsi negli ultimi episodi. Me ne sono resa conto quando, arrivati alla penultima puntata, non avevo idea di quale sarebbe potuto essere l’argomento del finale di stagione. Ci sono, ovviamente, delle storyline durante la stagione, ma si risolvono tutte prima. L’ultimo motivo di differenza è che in questa stagione per la prima volta, e in più di un episodio, il caso si conclude sì con la soluzione del mistero ma non con l’arresto del colpevole.

Kitty Winter nel primo episodio.

Tra i personaggi quello che spicca sicuramente per “novità” è Kitty. Lei mi piace molto, la sua storyline un po’ meno perché mi pare un concetto un po’ banale e abusato: è stata vittima in passato di un crimine che poi viene chiarito andando avanti con la stagione. Nell’episodio 10 scopriamo che l’uomo che l’ha rapito e torturata a Londra ora è a New York: un po’ una ripetizioe di quello che era successo con M. e Holmes nella prima stagione. E quest’uomo è il nuovo capo di Watson. Insomma, per quanto chiarire e approfondire il persoanggio di Kitty non mi sia dispiaciuto, ho trovato la sua storia forzata. Comunque da questo episodio in poi Kitty se ne va.

Nell’episodio 23 al capitano Gregson viene proposta una promozione. A fine episodio lui la rifiuta, e l’amico che gliel’aveva proposta lo avverte che quella proposta era una conseguenza del fatto che vogliono mandarlo via, e non si fermeranno per il suo rifiuto. Questo desiderio di toglierlo di mezzo avrà qualcosa a che fare con Holmes?

Sherlock ha imparato apposta a suonare la tromba per svegliare Joan in questo modo.

Mi è dispiaciuto all’inizio della stagione vedere Holmes e Watson lavorare separatamente e non più come partners. La loro separazione sa proprio di divorzio: Watson aveva portato con sé Clyde quando si era trasferita, e quando torna Holmes la tartaruga va a stare da Watson durante la settimana e da Holmes nei weekend. Il nuovo appartamento di Watson era bellissimo, simpatico anche il suo fidanzato però onestamente non sopproto che un personaggio principale abbia una storia d’anore con qualcuno che noi spettatori neanche conosciamo, e per di più siccome lui si trasferisce in Danumarca per un po’ e lei va a trovarlo, abbiamo un intero episodio, il 5, in cui Watson non c’è. Anche se i due protagonisti si chiariscono presto e collaborano insieme, è solo circa a metà stagione che le cose cominciano a tornare un po’ com’è erano prima. Nell’episodio 13 Watson resta la notte a casa di lui e Sherlock la sveglia la mattina con colazione e abiti che ha comprato per lei apposta per un’occasione come questa. Nell’episodio 14 sarà poi lui a fermarsi a dormire da lei, e Joan lo sveglia sbattendo un libro sul tavolo, prendendosi una piccola rivincita. La svolta principale nella storyline di Watson avviene alla fine dell’episodio 13: Joan decide di lasciare il fidanzato, e proprio mentre ne stanno parlando al bar lui muore per aver bevuto per sbaglio il caffè destinato a lei. La colpevole è una donna a capo di un cartello della droga che Watson aveva fatto arrestare all’inizio della stagione. Nell’episodio successivo questa donna morirà in prigione per ordine di Moriarty, che si considera ancora in gara con Holmes e non vuole Watson fuori dalla partita. Come conseguenza di questo trauma Watson torna a vivere alla casa di mattoni con Holmes, tenendo il seminterrato come ufficio personale per avere un luogo separato dalla casa in cui eventualmente rifugiarsi.

La prima volta che vediamo Sherlock in questa stagione è conciato così.

Sherlock è il più scombinato in questa stagione. L’assenza di Watson nella sua vita lo ha fortemente colpito e quando anche Kitty se ne va si sente così solo che parla dei casi con chiunque: le ragazze con cui va a letto (due alla volta), un compagno di scacchi, il manichino della scherma col bastone. Quando ci si mette anche la noia per “disperazione” accetta il caso di una donna che pensa che il marito la tradisca! Continua in sottofondo la storia della sobrietà di Holmes. Ogni tanto lo vediamo agli incontri (in cui, ci rivela nell’episodio 8, si sforza di ottundere le sue facoltà per non invadere troppo la privacy degli altri partecipanti), sente sempre la sua sobrietà in bilico, e uno dei motivi per cui ha preso con sé Kitty è che lei l’ha salvato: in un flashback vediamo che quando era a Londra dopo un iniziale rifiuto lei torna da lui per continuare l’apprendistato e lui butta una dose di eroina che quindi forse aveva intenzione di prendere se la ragazza non si fosse presentata. Matura anche il suo rapporto con Alfredo: quando nell’episodio 21 vuole aiutarlo, l’altro non vuole, dice che non sono amici, solo sponsor e sponsorizzato. Alla fine Sherlock allora lo “licenzia” da sponsor, così possono essere amici, e questo creerà a entrambi parecchi problemi nell’ultimo episodio della stagione (vedi di seguito).

Anche in questa stagione vorrei citare alcuni episodi o alcune scene che mi sono particolarmente piaciute. Nell’episodio 9 torna Everyone e stavolta chiedono a Sherlock di scrivere un trattato sul perché Bella si sarebbe dovuta mettere con Jacob invece che con Edward, e leggerlo a una conferenza. Nell’episodio 13 scopriamo che Sherlock ha, tra le altre cose, scoperto la vera identità di Jack lo squartatore. Nell’episodio 16, “For All You Know“, abbiamo ancora una volta una focalizzazione sul passato di tossicodipendente di Holmes: è sospettato di un omicidio avvenuto nel periodo in cui si drogava, e quindi lui stesso non è al 100% sicuro di non essere colpevole. Questa indagine lo porterà a rimettersi in contatto con uno dei suoi spacciatori, Oscar Rankin, che rivedremo poi nell’ultimo episodio, “A Controlled Descent“. Il finale di stagione, finora, ha sempre riguardato qualcosa che colpiva Holmes a livello personale. Nella prima stagione era Irene/Moriarty, nella seconda Mycroft. Come ho detto prima, arrivata al penultimo episodio non riuscivo proprio a capire quale potesse essere stavolta il legame, ed in effetti non si tratta di qualcosa che è stato costruito durante tutta la stagione, ma di qualcosa che è sempre stato presente fin dall’inizio della serie, ovvero, ancora una volta, l’abuso di droga. Alfredo viene rapito da Oscar Rankin, che vuole farsi aiutare a ritrovare sua sorella, ma in realtà a fine episodio scopriamo che la sorella era già morta, e lui voleva vendicarsi di Holmes, sperava che portandolo a investigare nei luoghi della sua vecchia vita da dipendente ci ricadesse. Holmes riesce a passare indenne la prova, e Alfredo viene liberato, ma la fine dell’episodio ce lo lascia parecchio sconvolto, onestamente non riesco a capire se ha avuto o no una ricaduta, e infine arriva una notizia bomba: il padre di Sherlock, sfuggente personaggio che non vediamo mai e di cui Sherlock non si fida, sta per arrivare a New York!

Curiosità

Nell’episodio 16 della seconda stagione scopriamo che Lestrade nella sua nuova professione di consulente investigativo ha anche fatto delle “DOUG Chat” online. Le Doug Chat non esistono, ma sono la versione della serie delle reali TED Talk, una sorta di conferenze online che trovo estremamente interessanti e stimolanti. Ve ne ho consigliata una, proprio grazie al “promemoria” di questa serie, nello scorso LunedìLink.

Informazioni sul telefilm

Holmes manda a Watson delle scene del crimine ricreate in una casa di bambole per tenerla in allenamento.
Serie creata da Robert Doherty

Titolo: Elementary
Titolo originale: Elementary
Stagione: 1-3/?
Episodi: 24+24+24
Sceneggiatori: Craig Sweeny, Jeffrey Paul King, Bob Goodman, Jason Tracey, Liz Friedman, Robert Hewitt Wolfe, Corinne Brinkerhoff, Christopher Silber, Peter Ocko, Peter Blake, Brian Rodenbeck, Arika Lisanne Mittman, Mark Goffman, Christopher Hollier, Cathryn Humphris, Andrew Gettens, Steve Gottfried, Lauren Mackenzie, Jordan Rosenberg
Registi: John Polson, Guy Ferland, Seith Mann, Jerry Levine, Christine Moore, Larry Teng, Andrew Bernstein, Sanaa Hamri, Aaron Lipstadt, Ron Fortunato, Michael Slovis, John David Coles, Peter Werner, Michael Pressman, Lucy Liu, Phil Abraham, Colin Bucksey, Michael Cuesta, Rod Holcomb, David Platt, Rosemary Rodriguez, Adam Davidson, Jean de Segonzac, Helen Shaver
Anno: 2012/13/14/15
Paese: USA
Canale: CBS
Genere: drammatico, poliziesco
Colonna sonora: Sean Callery

Attori principali: Jonny Lee Miller (Sherlock Holmes), Lucy Liu (Joan Watson), Aidan Quinn (Captano Thomas Gregson), Jon Michael Hill (Detective Marcus Bell)

Guest Star: Ophelia Lovibond (Kitty Winter), Rhys Ifans (Mycroft Holmes), Ato Essandoh (Alfredo Llamosa), Natalie Dormer (Irene Adler), Raza Jaffrey (Andrew Paek), Sean Pertwee (Gareth Lestrade), Candis Cayne (Ms. Hudson), Freda Foh Shen (Mary Watson), Vinnie Jones (Sebastian Moran), Michael Weston (Oscar Rankin), Liza J. Bennett (Hannah Gregson), Roger Rees (Alistair Moore), Lisa Edelstein (Heather Vanowen), Shiri Appleby (Dalit Zirin)

Link alla serie: sito ufficialeWikipediaIMDb

Un po’ di frasi

La coerenza è l’ossessione delle piccole menti.
Sherlock Holmes, dopo che Watson gli ha fatto notare che si era appena contraddetto
(Stagione 1, Episodio 13)

You’re a liar, who lies.
Sei un bugiardo, che mente.
Sherlock Holmes
(sembra così Sheldon quando fa così!)
(Stagione 1, Episodio 20)

Watson: You’re gonna open up Landers file again.
Holmes: Only lead we have at the moment, so.. yes. But not before tea. It’s gonna be a long night.
Watson: Aprirai di nuovo i file di Landers.
Holmes: L’unica pista che abbiamo al momento, quindi… sì. Ma non prima del tè. Sarà una lunga notte.
(Stagione 1, Episodio 20)

Holmes: Watson, you know that there are risks entailed in the work that I- that we perform. You cannot do the work without undertaking those risks. But know this: as far as Moriarty is concerned, I won’t ever allow any arm to come to you. Not ever.
Watson: You can’t promise that.
Holmes: And yet I have.
Holmes: Watson, sai ce ci sono dei rischi connessi al lavoro che io- che noi facciamo. Non puoi fare questo lavoro senza intraprendere tali rischi. Ma sappi questo: per quanto concerne Moriarty, non permetterò mai che alcun male venga fatto a te. Mai.
Watson: Non puoi promettere una cosa del genere.
Holmes: Eppure l’ho appena fatto.
(Stagione 1, Episodio 22)

Stagione 1, Episodio 24 Leggi

London is always a different city.
Londra è sempre una città diversa.
Sherlock Holmes
(Stagione 2, Episodio 1)

I’ve lived most of my life with the firm conviction that romantic love is a delusion. It’s a futile hedge against the existential terror that is our own singularity.
Ho vissuto la maggior parte della mia vita con la ferma convinzione che l’amore romantico è un’illusione. Si tratta di una difesa futile contro il terrore esistenziale che è la nostra singolarità.
Sherlock Holmes
(Stagione 2, Episodio 3)

Are governments capable of evil? Yes, of course they are. All institutions are. But they’re more capable of incompetence. That’s good, I should post that.
I governi sono capaci di malvagità? Sì, certamente. Tutte le istituzioni lo sono. Ma sono molto più capaci di incompetenza. Questa è buona, dovrei postarla.
Sherlock Holmes
(Stagione 2, Episodio 3)

Holmes: What’s a Basken?
Watson: Detective Basken. […]
Holmes: Oh, yes, that Basken. I refer to most of the detectives here as “not Bell”.
Holmes: Che cos’è un Basken?
Watson: Il detective Basken. […]
Holmes: Oh, sì, quel Basken. Mi riferisco alla maggior parte dei detective qui come “non Bell”.
(Stagione 2, Episodio 6)

The danger with rule books, Watson, is that they offer the illusion that leading a moral life is a simple undertaking, that the world exist in black and white. Welcome to the greys.
Il pericolo con i regolamenti, Watson, è che offrono l’illusione che condurre una vita morale sia un’impresa semplice, che il mondo esista in bianco e nero. Benvenuta nei grigi.
Sherlock Holmes
(Stagione 2, Episodio 10)

Watson: What’s with the…
Holmes: Telephone? I felt compelled to hung up on a good few many people today, I dagged it put of the closed so I could do with more emphasis
Watson: Perché il…
Holmes: Telefono? Sentivo il bisogno di attaccare la cornetta in faccia a un buon numero di persone oggi, l’ho ripescato dall’armadio per poterlo fare con più enfasi.
(Stagione 2, Episodio 12)

Stagione 2, Episodio 22 Leggi

Paranoia is the byproduct of being consistently right.
La paranoia è il sottoprodotto dell’avere costantemente ragione.
Sherlock Holmes
(Stagione 3, Episodio 5)

I expect nothing, which is why I’m such an exceptional detective.
Io non mi aspetto niente, ed ecco perché sono un detective eccezionale.
Sherlock Holmes
(Stagione 3, Episodio 7)

Stagione 3, Episodio 22 Leggi

Watson: May be nice to solve his murder first.
Holmes: That I believe I may have already done.
Watson: I was gone for two hours!
Watson: Sarebbe carino se prima risolvessimo il suo omicidio.
Holmes: Quello credo di averlo appena fatto.
Watson: Sono stata via solo un paio d’ore!
(Stagione 3, Episodio 23)

2 pensieri riguardo “Elementary, stagioni 1,2,3

    1. Non è bella come quella, ma finora l’ho gradita.
      E adesso che rivedo il post capisco meglio quello che mi avevi detto l’altro giorno: è veramente lungo!!! Considera però che c’ho messo un sacco di tempo, mi sa più di quanto ce ne ho messo a guardare tutta la serie! XD
      Ciao!

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