Dell’amore e di altri demoni


di Gabriel Garcìa Màrquez

Titolo: Dell’amore e di altri demoni
Titolo originale: Del amor y otros demonios
Genere: realismo magico, storico
Autore: Gabriel Garcìa Màrquez (Wikipedia)
Nazione: Colombia/Messico
Anno prima pubblicazione: 1994
Ambientazione: Colombia, XVIII secolo
Personaggi: Sierva Marìa de Todos los Angeles, don Ygnacio de Alfaro y Dueñas secondo marchese di Casalduero, Abrenuncio de Sa Pereira Cao, Bernarda Cabrera, Cayetano Alcino del Espìritu santo Delaura y Escudero, don Toribio de Càceres y Virtudes (vescovo)
Casa Editrice: Mondadori
Traduzione: Angelo Morino
Copertina: Indian Reed di Robert Thornton
Pagine: 201
Provenienza: Biblioteca
Link al libro: IN LETTURAANOBIIGOODREADS
inizio lettura: 25 maggio 2016
fine lettura: 31 maggio 2016


Non c’è medicina che guarisca quel che non guarisce la felicità.
Abrenuncio

(Pagina 47)

Ennesimo tentativo con Garcìa Màrquez: non posso dire che il libro non mi sia bello, ma non è riuscito a prendermi del tutto.

La piccola Sierva Marìa alla vigilia del suo dodicesimo compleanno viene morsa da un cane rabbioso. Questo evento darà inizio a una serie di disgrazie per la bambina, non causate però dalla malattia del cane, bensì dall’incapacità degli uomini.

Questo libro l’ho letto col Gruppo di Lettura LeggerMente

Il mio rapporto con Garcìa Màrquez è un po’ particolare. Questo è il suo quarto libro che leggo, e se penso ai precedenti ho ricordi non troppo positivi. Poi andando a guardare le recensioni qui sul blog ho visto che invece avevo dato a questi libri 4 stelline (solo a L’autunno del patriarca ne ho date 3) e i miei giudizi complessivi sono comunque positivi, anche se non del tutto soddisfatti. Mi chiedo quindi: perché questa discrepanza a distanza di tempo? Non è che forse il mio giudizio è stato condizionato dal fatto che questo autore è così tanto amato che mi pareva strano non gradirlo? Perché a distanza di tempo li ricordo negativamente? Forse la lettura di quest’ultimo romanzo mi ha un po’ chiarito le idee.

All’inizio di questo libro Garcìa Màrquez ci spiega come gli venne l’idea: quando era giornalista venne mandato a vedere se si poteva scrivere qualcosa sugli scavi che stavano facendo in un vecchio convento e quando vennero fuori i resti di una ragazzina con dei lunghissimi capelli rossi, gli venne in mente una storia che raccontava sua nonna, di una marchesina dai capelli lunghissimi morta a dodici anni venerata nei Caraibi per i suoi miracoli, così scrisse l’articolo su quell’argomento, e poi ci fece un romanzo. Ho trovato questa introduzione estremamente interessante, e quanto ho capito che era solo quello, un’introduzione, ci sono rimasta male! La trama di questo libro infatti non si basa sul ritrovamento di questa salma ma sulla storia di Sierva Marìa, un incrocio tra Lolita e Rapunzel, con in mezzo l’Inquisizione spagnola. L’ambientazione è la Colombia del 1700, con le sue marcatissime differenze sociali, le popolazioni variegate, una nazionalità ancora da costruire, gli schiavi con tutti nomi religiosi come Domenica d’Avvento e non posso non menzionare anche il convento di Santa Clara: una descrizione bellissima!

love and other demons by barbarasobczynska on DeviantArt
Il convento di Santa Clara era un edificio quadrato davanti al mare, a tre piani con numerose finestre tutte uguali, e una loggia di arcate a mezzo punto intorno a un giardino agreste e buio. C’erano un sentiero acciottolato fra ciuffi di banani e felci silvestri, una palma snella che era cresciuta più alta dei terrazzi in cerca di luce, e un albero colossale, dai cui rami pendevano liane di vaniglia e trecce di orchidee. Sotto l’albero c’era uno stagno di acque morte con una cinta di ferro arrugginito dove i pappagalli prigionieri facevano equilibrismi da circo.

(Pagina 89)

Mi chiedo quanto di vero ci sia in questa descrizione, a metà tra una bellezza di natura selvaggia e una cupezza di incuria umana, perché il convento di Santa Clara è dove effettivamente Garcìa Màrquez è andato per il suo articolo.

I personaggi non sono moltissimi, tutti con tipo 15 nomi a testa, e di quasi tutti ad un certo punto conosciamo qualcosa del passato in una piccola digressione che porta poi al momento attuale e alla parte che loro avranno nella storia. Il vescovo, un uomo di fede, umile, frugale, una brava persona, insomma, salvo poi trasformarsi in carnefice di fronte alla situazione di Sierva Marìa. Il prete, Delaura, che Abrenuncio in un primo momento definisce un boia, è in realtà l’unico ad aver capito la povera Sierva Marìa e a volerla liberare, salvo poi diventare il suo peggiore aguzzino innamorandosene. Sui genitori stendiamo un velo pietoso. Sierva Marìa mi fa troppa pena. L’unico personaggio che alla fine della lettura potrei definire tutto sommato sano è il medico Abrenuncio.

Il segnalibro che ho usato durante la lettura.

Lo stile sicuramente è una delle cose migliori di questo romanzo perché comunque la lettura è stata molto piacevole e a tratti molto affascinante. In particolare mi ha colpito la parola “dio” scritta a volte con l’iniziale maiuscola a volte minuscola a seconda di chi e quando la pronunciava, dando così immediatamente al lettore un’idea dell’opinione della persona in questione.

Tra le altre cose, ho poi scoperto che io davo alla parola energumeno un significato sbagliato! Ho sempre pensato significasse una persona grossa, robusta, invece non ha per nulla a che fare con le dimensioni bensì significa “persona infuriata, dominata dall’ira o da altra violenta passione”, e deriva dal significato più antico e meno comune, che è quello usato in questo romanzo, di “chi è posseduto dal demonio; indemoniato, ossesso” (entrambe le definizioni provengono dal Vocabolario Treccani).

La copertina di questa mia edizione è piacevole ma non particolarmente bella. Il titolo, come tutti quelli di Garcìa Màrquez che conosco, è molto molto bello, e chissà forse è anche questa una delle cause della mia insoddisfazione in queste letture: i titoli sono così accattivanti che creano delle aspettative che poi il romanzo non mantiene.

Commento generale.

Come dicevo all’inizio, il mio rapporto con Garcìa Màrquez è un po’ strano. I suoi libri mi piacciono, ma non mi soddisfano pienamente, e a distanza di tempo non li ricordo con particolare entusiasmo. Il motivo è forse che semplicemente questo autore non fa per me, non riesco ad entrare in sintonia con lui. Per esempio parlando di Dell’amore e di altri demoni: a fine lettura cercavo di dare un commento, di esprimere un giudizio, ma mi veniva solo un “Boh”. Il libro l’ho letto velocemente, leggerlo mi è piaciuto, ma nonostante la storia tristissima di Sierva Marìa non mi ha mai davvero coinvolto emotivamente.

Mini recensione

Cronaca triste di una morte annunciata:
poco coinvolgente
nonostante la storia drammatica.

Curiosità
Delaura ad un certo punto del romanzo racconta che da ragazzo stava leggendo un libro che però gli venne sequestrato in seminario perché nella lista dei “proibiti”. Lo ritrova da Abrenuncio, e scopriamo che il libro in questione era Amadigi di Gaula, uno dei preferiti di don Chisciotte.

Sfide

Un po’ di frasi

Un cane cenerognolo con una stella sulla fronte irruppe nei budelli del mercato la prima domenica di dicembre, travolse rivendite di fritture, scompigliò trabacche di indiani e banchetti della lotteria, e passando morse quattro persone che si trovarono sul so percorso. Tre erano schiavi negri. L’altra fu Sierva Marìa de Todos los Angeles, figlia unica del marchese di Casalduero, che si era recata con una somestica mulatta a comprare una filza di sonagli per la festa dei suoi dodici anni.
[incipit]

Lei gli domandò in quei giorni se era vero, come dicevano le canzoni, che l’amore poteva tutto.
«È vero» le rispose lui, «ma farai bene a non crederci.»
(Pagina 70)

«Vuole dire che ha ritrovato la fede» disse Abrenuncio.
«Non si smette mai di credere del tutto» disse il marchese. «Il dubbio persiste.»
Abrenuncio lo capì.
(Pagina 101)

Il marchese: Non ho la forza per contrariare la volontà di Dio.
Abrenuncio: Allora se la faccia venire. Forse un giorno Dio gliene sarà riconoscente.
(Pagina 102)

Delaura era consapevole della propria goffaggine nell’intendersi con le donne. Gli sembravano dotate di un uso della ragione intrasferibile per navigare senza inciampi fra gli azzardi della realtà.
(Pagina 107)

Abrenuncio: Lei lo dice perché è spagnolo.
Delaura: Alla mia età, e con tanto di quel sangue mescolato, non so più con sicurezza di dove sono. Né chi sono.
Abrenuncio: Nessuno lo sa in questi regni. E credo che ci vorranno secoli per saperlo.
(Pagina 156)

[Abrenuncio] disse che l’amore era un sentimento contro natura, che dannava due sconosciuti a una dipendenza meschina e insalubre, tanto più effimera quanto più intensa.
(Pagina 197)

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2 pensieri riguardo “Dell’amore e di altri demoni

    1. Anche a me succede con alcuni autori! Il fatto che non accada con Marquez mi conferma che appunto con lui quel qualcosa non è purtroppo scattato! Non escludo comunque di provare ancora in futuro con questo autore, chissà che non scocchi infine la scintilla! :)

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