Sostiene Pereira


Una testimonianza

di Antonio Tabucchi


Sostiene Pereira di averlo conosciuto in un giorno d’estate. Una magnifica giornata d’estate, soleggiata e ventilata, e Lisbona sfavillava. […] E lui, Pereira, rifletteva sulla morte. […] Perché? Questo a Pereira è impossibile dirlo […], ma il fatto è che Pereira si mise a pensare alla morte, sostiene.

[incipit]

Pereira è un giornalista di cronaca che a fine carriera si occupa della pagina culturale di un giornale aperto da poco, il Lisboa. Un giorno d’estate in cui pensava alla morte incontra per la prima volta il giovane Monteiro Rossi, e questo incontro stravolgerà la sua vita.

Questo libro non l’ho letto col Gruppo di Lettura LeggerMente, ma l’ho avuto in occasione dello scambio di libri organizzato da Leggermente.

Piccola premessa su come sono entrata in possesso di questo libro, se non vi interessa passate direttamente al prossimo capoverso! :) Ho aggiunto questo libro nella mia wishlist ai tempi de La Sfida dei Percorsi di Senso, avevo scelto il percorso DITE LA VOSTRA! che conteneva anche Sostiene Pereira. La sfida poi non l’ho mai finita, ma il libro l’ho preso su Bookmooch nel novembre del 2011 e come sempre lasciato lì a prendere muffa nella libreria. Poi ho già detto che partecipando ad uno scambio di libri mi è capitato proprio questo libro, attratta dalla frase che chi lo scambiava ha scritto, e così ho rimesso su Bookmooch l’altro, tenendomi quello nuovo perché mi piaceva di più l’edizione ma soprattutto perché il libro è “vissuto”, ci sono appunti e sottolineature della precedente lettrice, e questo ovviamente ha arricchito la mia esperienza di lettura! :)

Sostiene Pereira è un classico del Novecento, e per questo motivo confesso di essermi un po’ stupita quando ho scoperto che era più recente di quanto immaginassi: è del 1994, quindi pubblicato per la prima volta durante a mia vita: io ero convinta che fosse più vecchio di me! Comunque, a parte questa errata convinzione sulla sua data di pubblicazione, non sapevo proprio nulla di questo romanzo, quindi è stato ancora più piacevole scoprirlo a poco a poco, e già a pagina 2 volevo sottolineare tutto! Pereira mi ha affascinato moltissimo!

sweet Portugal – Lisbon tram by Rikitza on DeviantArt

La trama racconta un mese della vita del dottor Pereira, un mese torrido, difficile e sconvolgente per il giornalista. L’ambientazione è una Lisbona scintillante, e devo dire che ho scelto il periodo giusto per leggere questo libro perché l’afa e il caldo dell’estate lisbonese le sentivo anch’io anche al di fuori delle pagine, ho finito il libro proprio nei giorni più caldi di questa estate (almeno finora! X/). Siamo nel 1938, il Portogallo è sotto dittatura e le notizie che arrivano dal resto dell’Europa sono chiari prodromi alla Seconda Guerra Mondiale, ma niente, per buona parte del romanzo, viene detto esplicitamente, e questa cosa mi ha molto colpito perché invece di parlare di omertà o manipolazione dei mezzi di comunicazione, viviamo con Pereira questa atmosfera infelice, con le notizie centellinate che arrivano da fonti inusuali, con il clima che si respira, di violenza e cospirazione, con la portinaia che spia e che forse riferisce alla polizia.

I personaggi principali sono due, il dottor Pereira e il giovane Monteiro Rossi. Pereira è uomo di cultura, intelligente, è un giornalista quindi dovrebbe sapere bene come va il mondo, ma mi ha dato spesso l’impressione di una grande ingenuità. Forse è perché da quando è morta la moglie ha smesso un po’ di vivere, e ci vuole l’incontro con un giovane in difficoltà a scuoterlo un po’. Il suo cambiamento è dapprima velato, che pare non accorgersene neanche lui: nello scegliere i racconti da pubblicare si fa sempre più audace, perché tanto si tratta di autori dell’Ottocento francese, il messaggio non è palese: In fondo quello era davvero un messaggio cifrato, e solo chi poteva ascoltarlo poteva riceverlo. (Pagina 136)

Monteiro Rossi è invece più attivo, invischiato in faccende più grandi di lui, e anche lui sembra un po’ ingenuo, spaventato, finito a giocare all’eroe perché è orfano e innamorato.

Tra i personaggi minori ce ne sono alcuni che ho trovato molto interessanti. Il mio preferito è Manuel, il cameriere del Café Orquìdea, il locale dove Pereira va spesso a mangiare un’omelette alle erbe aromatiche, che sa sempre tutto, e Pereira, giornalista, si rivolge a lui per avere informazioni su quello che succede nel mondo.

Il segnalibro che ho usato durante la lettura è stato realizzato da ilonka510. Lo potete trovare QUI.

Poi c’è Marta, intraprendente, intelligente, sembra molto più consapevole di Monteiro Rossi di quello che sta facendo, però quando parla sembra un po’ troppo idealista, e poi è colpa sua se Monteiro Rossi viene scoperto, commette un gesto molto imprudente chiedendo di lui al telefono.

Poi c’è il dottor Cardoso, un giovane medico un po’ filosofo, che cura Pereira nel corpo e gli parla di teorie psicologiche per spiegare la sua inquietudine.

Lo stile di Tabucchi in questo romanzo (non ho mai letto altro di suo quindi non so se sia suo tipico) è simile a un flusso di coscienza: la punteggiatura c’è però i dialoghi sono scritti di continuo, non ci sono virgolette né capoversi per indicare quando inizia e finisce il discorso diretto, mi ha ricordato un po’ Saramago (guarda caso autore portoghese) anche se lì c’era ancora meno punteggiatura se non ricordo male. So che non è del tutto originale questo modo di scrivere, in ogni caso devo dire che mi è piaciuto, specie la ripetizione ritmica del verbo “sostiene” e della formula del titolo.

Commento generale.

Sostiene Pereira mi è piaciuto moltissimo. Mi ha conquistato il suo protagonista, mi ha affascinato la sua ambientazione, mi ha emozionato il suo messaggio, mi ha coinvolto il suo stile, mi ha tenuto una deliziosissima compagnia. Sono proprio contenta di aver avuto finalmente lo sprone giusto per leggerlo!

Copertina e titolo

La copertina di questa mia edizione non è male, semplice e con un’immagine calzante (il caffè “A Brasileria” pare sia uno dei più famosi di Lisbona). Il titolo è breve, accattivante, azzeccatissimo, lo trovo veramente perfetto! :)

Curiosità

Ho detto che questo libro mi ha ricordato un po’ l’unico Saramago che ho letto, Le intermittenze della morte, per il modo in cui è scritto. C’è anche un’altra affinità che non ho voluto scrivere prima perché leggermente spoiler per entrambi, ma che ho trovato curiosa: entrambi finiscono cono le stesse parole con cui sono iniziati, e in questo romanzo sono ovviamente le parole sostiene Pereira.

Altra curiosità: leggevo questo libro mentre ero in fila al Patronato, e una ragazza seduta di fianco a me l’ha visto e mi ha detto che l’aveva letto anche lei, le era piaciuto talmente che durante l’estate sarebbe andata in vacanza a Lisbona! :) In effetti un po’ di voglia di vedere la città è venuta anche a me! :)

Mini recensione

Bel protagonista
in un’ambientazione fascinosissima e una storia emozionate
mi ha davvero conquistato!

Sostiene Pereira by MademoiselleWillow on DeviantArt

Titolo: Sostiene Pereira
Sottotitolo: Una testimonianza
Genere: storico
Autore: Antonio Tabucchi (sito ufficiale – credoWikipedia)
Nazionalità: italiana
Prima pubblicazione: 1994
Ambientazione: Lisbona, luglio-agosto 1938
Personaggi: dottor Pereira, Francesco Monteiro Rossi, Marta, dottor Cardoso, Manuel il cameriere
Casa Editrice: Feltrinelli
Copertina: fotografia di Manfred Hamm
Pagine: 214
Provenienza: prima Bookmooch (22 novembre 2011), poi scambio di libri LiberaLibri (23 aprile 2017)
Link al libro: IN LETTURAANOBIIGOODREADS
inizio lettura: 22 maggio 2017
fine lettura: 11 luglio 2017

Grazie a…

La Sfida dei Percorsi di Senso, la cui recensione mi ha fatto venire voglia di leggere questo libro.

Sfide

Trasposizioni

Sostiene Pereira di Roberto Faenza con Marcello Mastroianni nella parte del protagonista

Un po’ di frasi

Sostiene Pereira di averlo conosciuto in un giorno d’estate. Una magnifica giornata d’estate, soleggiata e ventilata, e Lisbona sfavillava. Pare che Pereira stesse in redazione, non sapeva che fare, il direttore era in ferie, lui si trovava nell’imbarazzo di mettere su la pagina culturale, perché il “Lisboa” aveva ormai una pagina culturale, e l’avevano affidata a lui. E lui, Pereira, rifletteva sulla morte. Quel bel giorno d’estate, con la brezza atlantica che accarezzava le cime degli alberi e il sole che splendeva, e con una città che scintillava, letteralmente scintillava sotto la sua finestra, e un azzurro, un azzurro mai visto, sostiene Pereira, di un nitore che quasi feriva gli occhi, lui si mise a pensare alla morte. Perché? Questo a Pereira è impossibile dirlo. Sarà perché suo padre, quando lui era piccolo, aveva un’agenzia di pompe funebri che si chiamava Pereira La Dolorosa, sarà perché sua moglie era morta di tisi qualche anno prima, sarà perché lui era grasso, soffriva di cuore e aveva la pressione alta e il medico gli aveva detto che se andava avanti così non gli restava più tanto tempo, ma il fatto è che Pereira si mise a pensare alla morte, sostiene.
[incipit]

Pereira era cattolico, o almeno in quel momento si sentiva cattolico, un buon cattolico, ma in una cosa non riusciva a credere, nella resurrezione della carne. Nell’anima sì, certo, perché era sicuro di avere un’anima; ma tutta la sua carne, quella ciccia che circondava la sua anima, ebbene, quella no, quella non sarebbe tornata a risorgere, e poi perché?, si chiedeva Pereira. Tutto quel lardo che lo accompagnava quotidianamente, il sudore, l’affanno a salire le scale, perché dovevano risorgere? No, non voleva più tutto questo, in un’altra vita, per l’eternità, Pereira, e non voleva credere nella resurrezione della carne.
(Pagina 8)

La filosofia sembra che si occupi solo della verità, ma forse dice solo fantasie, e la letteratura sembra che si occupi solo di fantasie, ma forse dice la verità.
Pereira, citando suo zio
(Pagina 30)

Il problema è che il mondo è un problema e certo non saremo noi a risolverlo.
Pereira
(Pagina 45)

Noi non facciamo la cronaca, dottor Pereira, è questo che mi piacerebbe che lei capisse, noi viviamo la Storia.
Marta
(Pagina 97)

Quel Claudel è un figlio di puttana, ecco cos’è, e mi dispiace essere in luogo sacro a dire queste parole, perché vorrei dirtele in piazza.
Padre António
(Pagina 146)

Lei ha bisogno di elaborare un lutto, ha bisogno di dire addio alla sua vita passata, ha bisogno di vivere nel presente, un uomo non può vivere come lei, dottor Pereira, pensando solo al passato. […] Lei vive proiettato nel passato, lei è qui come se fosse a Coimbra trent’anni fa e sua moglie fosse ancora viva, se lei continua così diventerà una sorta di feticista dei ricordi, magari si metterà a parlare con la fotografia di sua moglie. […] La smetta di frequentare il passato, cerchi di frequentare il futuro.
Il dottor Cardoso
(Pagina 157-58)

E quando il dottor Cardoso uscì dalla porta e scomparve nella strada lui si sentì solo, veramente solo, e pensò che quando si è veramente soli è il momento di misurarsi con il proprio io egemone che vuole imporsi sulle coorti delle anime. Ma anche se pensò così non si senti rassicurato, sentì invece una grande nostalgia, di cosa non saprebbe dirlo, ma era una grande nostalgia di una vita passata e una vita futura, sostiene Pereira.
(Pagina 159)
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