Branchie

di Niccolò Ammaniti

Titolo: Branchie
Genere: romanzo dell’assurdo
Autore: Niccolò Ammaniti (sito ufficialeWikipedia)
Nazionalità: italiana
Anno prima pubblicazione: 1994 (edizione rivista: 1997)
Ambientazione: Roma (Italia), Nuova Delhi (India); anni 90 del XX secolo
Personaggi: Marco Donati
Casa Editrice: Einaudi
Copertina: disegno di Tullio Pericoli e Pierluigi Cerri
Pagine: 185
ISBN: 88-06-14354-9
Provenienza: preso in prestito il 15 agosto 2018
Link al libro: SITO UFFICIALEANOBIIGOODREADS
inizio lettura: 18 agosto 2018
fine lettura: 22 agosto 2018


Immagino me stesso come una bicicletta superaccessoriata. All’inizio levo gli specchietti e un po’ mi dispiace. Poi levo il cambio, il sellino e tutto il resto fino ad arrivare a un telaio, due ruote e una catena. Quanto basta a definire il concetto di bicicletta.

(Pagina 10)

Marco Donati ha un tumore ai polmoni, una madre eccentrica, una fidanzata bellissima ma disinteressata e una grande passione per pesci e acquari. Quando viene invitato a Nuova Delhi per costruire l’acquario più grande della città, inizierà inconsapevolmente una straordinaria avventura.

La prima volta che ho sentito parlare di questo libro mi ha incuriosito tantissimo e mi sono detta: voglio leggerlo! Come sempre succede sono passati degli anni prima che mi riuscisse di farlo e questo tempo è probabilmente pesato molto sul mio gradimento del romanzo.

Gill by Joe Penniston

La trama non è male, parte da un doloroso realismo per poi pian piano virare all’assurdo spinto diventando un’avventura un po’ demenziale. L’ambientazione pure è gradevole: siamo prima a Roma, poi a Nuova Delhi e infine in un misterioso castello che mi ha fatto pensare un po’ ai romanzi gotici. I personaggi sono un po’ meno accattivanti, almeno per quanto mi riguarda, forse perché a parte il protagonista non sono per niente approfonditi e rimangono un po’ delle macchiette.

Quello che mi è piaciuto di meno e mi ha fatto dare un voto così basso al libro è stato lo stile dell’autore. Mi spiego: sarà che ormai non mi stupisce più ma la continua ricerca dell’assurdo invece di divertirmi, come avrebbe dovuto, mi ha annoiato e irritato.

La copertina è adorabile, invoglia proprio a leggere il libro, e anche il titolo intriga, specie quando inizi a leggere e scopri che il protagonista ha i polmoni malati e ama i pesci. Non so se l’avevo sentito da qualche parte oppure era effettivamente prevedibile, ma c’ho pensato per tutto il libro al rapporto tra il protagonista e il titolo del libro, e nel finale questa associazione trova il suo compimento: Marco sopravvive facendosi impiantare delle branchie e vivendo, quindi, in acqua.

Commento generale.

L’avessi letto a suo tempo, quando ne ho sentito parlare la prima volta, forse questo libro l’avrei adorato. Adesso, vuoi perché sono cambiata io, vuoi perché non è più tanto una novità, il tema dell’assurdo non mi fa più ridere. Leggendo le situazioni strane, i paradossi, le assurdità buttate lì a caso ero ben cosciente del fatto che fossero volute e ben architettate e che avrebbero dovuto strapparmi un sorriso. E invece mi annoiavano soltanto. Quindi alla fine, anche se un po’ mi dispiace, devo ammettere che questo libro proprio non mi è piaciuto. Non è stato una lettura orrenda, si è lasciato leggere con facilità, quindi gli do comunque 3 stelline, ma nel complesso è stato una delusione. Peccato.

Mini recensione

Non mi affascina più

Un po’ di frasi

Le salamandre sono capaci di tornare nella loro tana con una precisione sorprendente. se le prendi e le porti oltre una montagna, quelle se ne tornano a casa.
[incipit]

explicit Leggi

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.