I misteri della jungla nera

di Emilio Salgari

I pirati della Malesia
Le tigri di Mompracem
I pirati della Malesia


Titolo: I misteri della jungla nera
Serie: I pirati della Malesia (2)
Genere: avventura
Autore: Emilio Salgari (Wikipedia)
Nazionalità: italiana
Anno prima pubblicazione: 1887
Ambientazione: Sundarbans (India), 1855
Personaggi: Tremal-Naik, Ada Corishant, Suyodhana
Casa Editrice: Gente
Copertina: immagine dallo sceneggiato televisivo “I misteri della jungla nera” con Virna Lisi e Stacy Keach
Pagine: 221
Provenienza: non ricordo assolutamente dove ho preso questo libro, forse su qualche bancarella dell’usato, ma non so perché avevo segnato una data: 2 febbraio 2002, anche se credo sia una data approssimativa, di sicuro ho questo libro da un bel po’!
Link al libro: IN LETTURAGOODREADSANOBII
inizio lettura: 10 maggio 2019
fine lettura: 29 maggio 2019


Il Gange, questo famoso fiume celebrato dagli indiani antichi e moderni, le cui acque sono reputate sacre da quei popoli, dopo d’aver solcato le nevose montagne dell’Himalaya e le ricche provincie del Sirinagar, di Delhi, di Odhe, di Bahare, di Bengala, a duecentoventi miglia dal mare dividesi in due bracci, formando un delta gigantesco, intricato, meraviglioso e forse unico.

[incipit]

La giungla selvaggia delle Sundarbans è un luogo pericoloso da cui gli uomini si tengono bene alla larga. Non tutti gli uomini, però: Tremal-Naik, il cacciatore di serpenti, insieme ai suoi uomini vive lì, cacciando tigri e serpenti. Un giorno però incontra un avversario più temibile di qualsiasi bestia feroce: la setta dei thug, gli strangolatori.

Gabrielle Anwar e Amerjit Dau che nello sceneggiato televisivo del 1991 interpretavano rispettivamente Ada e Tremal-Naik.

Comprai questo libro sicuramente incuriosita dall’idea di un autore italiano che raccontava della lontana India, in un periodo in cui quella regione doveva risultare misteriosa e affascinante ancora di più di quanto accada adesso. Purtroppo devo dire che sono rimasta un po’ delusa, e principalmente per un motivo: ho trovato la storia piuttosto noiosa.

La trama è divisa in due parti: nella prima il nostro protagonista Tremal-Naik affronta i thug per salvare la donna che ama, nella seconda parte il suo scopo è sempre lo stesso solo che questa volta lui combatte insieme ai thug, diventa praticamente uno di loro, li tratta come compagni, personalmente ho trovato questo improvviso cambiamento troppo assurdo!

Banian (Ficus benghalensis) by Jean Paul Cilaos
Il banian è un albero che nel romanzo ha una certa importanza, e l’ho trovato estremamente affascinante, con quelle radici aeree che poi toccano terra e diventano veri e proprio nuovi tronchi.

Prima di leggere questo libro di Salgari sapevo solo che aveva creato Sandokan e il fatto che aveva scritto un sacco di romanzi sull’India senza esserci mai stato. Devo dire che il lavoro di ricostruzione da lui fatto è efficace, perché l’ambientazione è bella: la natura selvaggia della giungla, la grande varietà di animali, anche certi particolari un po’ trucidi sulla pericolosità di alcuni di essi, tutto contribuisce a trasmettere mistero, esoticità e fascino, che penso fosse l’obiettivo di Salgari. Forse forse alcune descrizioni sono un filino troppo lunghe e, be’, non ho altri termini per dirlo: noiose! Per fortuna il fascino mitiga la noia.

Kabir Bedi (Kammamuri) e il giovane attore che interpretava Tremal-Naik da bambino.

Il personaggio principale è Tremal-Naik, il classico eroe con tutte le qualità: alto, forte, coraggioso, abile, amato dai suoi che lo seguirebbero ovunque. Questo mi sta bene, in un romanzo di questo tipo gli eroi senza macchia e senza paura sono di casa. Quello che non mi è piaciuto di questo personaggio è il suo “adattarsi” alle situazioni in maniera troppo drastica: come ho detto prima nella seconda parte si trova costretto a collaborare con i thug per ottenere la liberazione della donna che ama, ma di questa “costrizione” non c’è traccia, lui diventa di fatto un thug, trattando quelli che fino a poco prima voleva sterminare come compagni, salvo poi, una volta scoperto che l’uomo che doveva ammazzare è il padre della sua innamorata, cambiare immediatamente di nuovo bandiera. Nel complesso un po’ deludente come eroe, certo è valoroso ma la percezione di lui che mi è rimasta è di un costante lamentarsi e inveire contro gli avversari.

Altro personaggio importante, anche se appare molto di meno, è Ada Corishant, la “donna” di cui Tremal-Naik si innamora. Metto la parola donna tra virgolette perché ho scoperto con un certo sgomento che Ada ha 14 anni! Comunque il personaggio è quello che ci si aspetterebbe: di una bellezza incredibile che Tremal-Naik cade subito innamorato, ed ovviamente quasi costantemente in pericolo.

Poi c’è Kammamuri, il fedele maharatto del gruppo di Tremal-Naik, che lo segue ovunque. Mi stava vagamente simpatico, e mi è dispiaciuto il fatto che nella seconda parte scompare totalmente essendo stato catturato dai thug e di lui sappiamo solo che pare essersi unito alla setta!

KALI-Goddess by akhwar
La dea Kali come descritta nel libro, con la lingua rossa di fuori, la collana di teschi e la cintura di arti umani. Proprio una personcina gradevole!

Altri personaggi fondamentali sono i thug, una setta di strangolatori devoti alla dea Kali che per lei uccidono un po’ chiunque gli capiti a tiro. Soltanto verso la fine (pagg. 168-169) il loro capo, Suyodhana, dà una ragione un po’ più complessa alle loro azioni: Quella donna [Kali] è possente, più possente di Brahma, di Visnù, di Siva e di tutte le divinità adorate dagli indù. Vive nel regno delle tenebre, […] è giusta e terribile. Disprezza gli incensi e le preci, non vuole che vittime. Quella donna rappresenta la libertà indiana e la distruzione dei nostri oppressori dalla pelle bianca. Quindi non solo assassini assetati di sangue, ma una motivazione più contestualizzata e concreta.

Mi riesce difficile giudicare lo stile di questo romanzo perché se da una parte non mi è sembrato male, dall’altra come ho detto mi ha fondamentalmente annoiato. Le avventure di Tremal-Naik non mi hanno coinvolto abbastanza, immagino, soprattutto nella seconda parte neanche mi riusciva di parteggiare per lui! A complicare il tutto c’è il fatto che in questa mia edizione alla fine si trovano dei capitoli aggiunti nell’edizione del 1903, solo che questi capitoli non continuavano la storia, ma andavano inseriti qualche capitolo prima, e quindi ritrovarmi alla fine una quarantina di pagine che non aggiungevano assolutamente nulla al romanzo appena concluso mi ha reso la lettura ancora meno piacevole. Sarebbe stato meglio, secondo me, aggiungerlo al punto giusto con qualche notazione per distinguerli dall’edizione originale.

Il segnalibro che ho usato durante la lettura. L’ho scelto, lo confesso, solo perché lo trovo bruttarello, e mi sembrava adatto a questa edizione che pure non trovo particolarmente bella!

Questa mia edizione è uscita in allegato con la rivista Gente in occasione della messa in onda di uno sceneggiato prodotto dalla Rai e tratto da questo romanzo. La copertina la trovo francamente brutta. Di solito mi piacciono quelle con l’immagine a tutta pagina, ma questa qui tratta dallo sceneggiato televisivo fa secondo me un effetto sgradevole. Oltre questo poi non è neanche particolarmente attinente in quanto i due personaggi, c’è scritto all’interno del libro, sono Sarah ed Edward, nomi che nel romanzo non abbiamo mai incontrato! Il titolo invece mi piace, abbastanza generico da non andare fuori tema, e piuttosto intrigante.

Commento generale.

Approcciando un romanzo d’avventura di più di un secolo fa mi aspettavo personaggi stereotipati, incredibili coincidenze, salvataggi all’ultimo minuto, ma non mi aspettavo, francamente, la noia. E soprattutto non mi aspettavo che le vicende dell’eroe protagonista non mi prendessero neanche un poco, a parte un pochino all’inizio non sono mai riuscita a fremere quando era in pericolo, oppure tifare per lui durante uno scontro. Non una brutta lettura, intendiamoci, infatti gli ho dato comunque 3 stelline, però comunque non raggiunge la sufficienza perché difetta, almeno a mio giudizio, della caratteristica che secondo me dovrebbe essere principale in un romanzo di questo tipo: la capacità di intrattenere.

Momento più…
Darma, la tigre di Tremal-Naik.

…incomprensibile: tra i tanti comportamenti di Tremal-Naik che nella seconda parte non ho approvato c’è il fatto che quando scopre che il capitano inglese che doveva uccidere è il padre di Ada subito cambia fronte e i due si alleano, ma nei capitoli aggiunti nel 1903 quando gli viene data questa informazione Tremal-Naik non fa una piega.

Nuove parole/cose scoperte
Trattandosi di un libro vecchiotto, il linguaggio è piuttosto diverso dal nostro, basta anche solo guardare la grafia della parola jungla, ma comunque non pesante da leggere,. Ogni tanto c’era qualche parola più desueta, e mi ha colpito in particolare l’aggettivo cupreo, che significa fatto di rame, simile al rame o del color del rame.

Mini recensione

Avventura un poco noiosa

Grazie a…

QUESTA MAILING LIST, che mi ha fatto venire voglia di leggere questo libro.

Sfide

Un po’ di frasi

explicit Leggi

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