L’antica Grecia e la civiltà acheo-micenea

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8. Mondo Antico I – 8

Dove siamo?
Penisola greca
Quando siamo?
Dal 1500 al 900 a.C. circa

Per questa parte di lettura ho utilizzato questi libri:
I popoli antichi / Antonio Brancati (il mio libro di storia di IV ginnasio)
Cronologia delle scoperte scientifiche / Isaac Asimov

Dopo aver esplorato un pochino nascita e sviluppo di varie civiltà, incontro ora una con cui ho più familiarità, quella greca o, più specificamente acheo-micenea.

Attenzione: sto per dire l’ovvietà del secolo! XD

Come materia scolastica la Storia si accomuna sempre la Geografia, e non è per caso, perché per esempio la storia della Grecia antica è tutta riassumibile in poche righe che ne descrivono il paesaggio, fatto di tante insenature e tanti porti, di catene montuose sparse che dividono il territorio in tante zone come fossero tanti stati diversi, e poi la sua ricchezza di legname e metalli ma penuria di risorse alimentari. Ecco quindi che era facile pensare di espandersi per mare, perché il legno per fare le barche non mancava né mancavano i porti, e si poteva andare alla ricerca di luoghi più prosperi. E le divisione geografiche hanno reso sempre più facile il rimanere regni separati e indipendenti, riunendosi in leghe o simili solo quando serviva. Lo storico M.I. Finley, però, sostiene che ci sia qualcosa di più della sola geografia a spiegare questa peculiarità dei greci, perché quando poi si espansero le città fondate in altri lidi mantennero sempre questa indipendenza, come un’attitudine che si risolveva in una convinzione profonda e insopprimibile sul modo in cui la convivenza doveva essere organizzata*.

Lama di pugnale in bronzo della lunghezza di 23 cm con intarsi in oro e argento, proveniente da una tomba di Micene e raffigurante un arciere e quattro uomini dall’armatura pesante in lotta con un leone, che è riuscito ad atterrarne uno, ma è rimasto a sua volta ferito.

Il mio libro inizia brevemente con un po’ di cenni storici a partire dal secondo millennio avanti Cristo, quando arrivano gli invasori indoeuropei: Joni, Èoli e poi Achei, questi ultimi chiamati anche Micenei dalla città di Micene nel Peloponneso. Il periodo su cui si concentra il capitolo del mio libro è quello definito appunto acheo-miceneo che va dal 1500 al 900 avanti Cristo circa.

La storia di questa civiltà non è molto diversa dal solito, diciamo così: nasce, si evolve, e inizia ad espandersi. Importante fu il contatto con Creta, che aveva una civiltà a quel tempo molto più avanzata, ma dopo il 1400 a.C. circa i Micenei diventano così potenti che sottomettono anche quest’isola, e da lì, specie nei secoli XIII e XII, l’espansione non si ferma più.

Tra le guerre di espansione va citata anche la famosa guerra di Troia (1180 a.C. ca) miticamente raccontata nei poemi omerici ma realmente avvenuta, e anche qui ritorna la Geografia, perché la posizione della città di Troia era profondamente strategica: dominava lo Stretto dei Dardanelli, e così gestiva le comunicazione tra il Mediterraneo e il Mar Nero, e quindi tra la Grecia e l’Asia Minore. Una posizione fondamentale che ovviamente i Micenei in espansione non potevano lasciarsi scappare.

Parlando di Troia, non si possono non citare gli scavi archeologici di Heinrich Schliemann, questo archeologo dilettante tedesco che si era impuntato che Troia, miti a parte, era esistita davvero, e alla fine tanto ha insistito che l’ha trovata! Non quella di Omero e della guerra, lui trovò una di un altro periodo, ma dopo la sua morte continuando con gli scavi vennero trovati in tutto nove livelli, dei quali il sesto era quello della Troia del mito.

Luoghi e vita quotidiana

Le città più importanti della cultura acheo-micenea sono appunto Micene e Tirinto entrambe città del Peloponneso (per la precisione dell’Argolide, infatti sono vicine all’odierna Argo). Oggi queste due città sono siti archeologici, e entrambe furono scavate, almeno per qualche anno, dallo stesso Schliemann nominato prima a proposito di Troia. In particolare Schliemann insieme a Christos Tsountas nel 1884-1885 scoprì il palazzo reale di Tirinto.

Maschera funeraria detta di Agamennone, rinvenuta a Micene da Heinrich Schliemann (Museo archeologico nazionale di Atene)
[Fonte: Wikipedia]

I Greci scoprono la scrittura solo verso la fine dell’età del bronzo, nel XV-XIV secolo a.C., ma non conoscevano ancora il papiro per cui è improbabile che l’Iliade e l’Odissea siano stati messi in forma scritta prima del VII secolo a.C.. Comunque i poemi omerici restano sicuramente una preziosa testimonianza del modo di vivere dell’antica Grecia, però più del periodo in cui sono stati effettivamente scritti che di quello in cui sono ambientati, ma comunque riportano alcune caratteristiche generali che rispecchiano bene come si viveva durante la civiltà acheo-micenea. Ci sono i piccoli stati che si uniscono solo all’occorrenza, le città costruite con l’Acropoli sopraelevata, l’impostazione patriarcale, il potere assoluto del sovrano, l’importanza dei nobili. Mancano totalmente altre classi sociali, se non in piccoli accenni degradanti e sminuenti: se ne deduce che i poveri erano sfruttati e poco considerati e non avevano nessun peso decisionale. Peggio di loro soltanto gli schiavi.

La vita era molto semplice un po’ per tutte le classi sociali, anche se le tombe dei re erano incredibilmente fastose già intorno al 1500 a.C.. Le attività più praticate, oltre alla guerra, erano agricoltura, pesca e pastorizia, ma c’erano anche artigiani che producevano oggetti preziosi come vasellame ma anche ovviamente armi. Non conoscevano le monete quindi usavano ancora il baratto.

Senza la scrittura ovviamente non ci sono leggi scritte, e anche se il re poteva decidere su tutto, di solito preferiva lasciare le decisioni e regolamenti di conti ai privati, un grosso passo indietro rispetto alle civiltà contemporanee o anche precedenti (il famoso Codice di Hammurabi risale al 1800 a.C. ca).

Arte
I due leoni della Porta dei Leoni di Micene (1350 a.C. o poco dopo) sono la più antica espressione della scultura greca.
[Fonte: Wikipedia]

L’arte micenea deriva da quella cretese (come ho detto hanno preso un sacco della cultura di Creta prima di conquistarla) ma se ne discosta poi per alcune caratteristiche, in particolar modo il tenore bellico e guerresco sia dell’architettura che dell’arte decorativa. Insomma, questi antichissimi Greci sapevano fare bene una cosa, la guerra, e questo permeava tutta la loro esistenza.

Concludo con due parole sulle scoperte scientifiche ma solo per dire che non ne ho trovate, e la cosa mi ha stupito, penso sia la prima volta da quando ho iniziato questo progetto di leggere la storia che trovo una civiltà che non ha portato nulla di innovativo!

Altri libri inerenti questo periodo storico ma che ho letto in altri momenti:
Sette contro Tebe / Eschilo
Andromaca / Euripide
Ifigenia in Tauride / Euripide
Filottete / Sofocle
La torcia / Marion Zimmer Bradley


* M.I. Finley citato ne I popoli antichi / Antonio Brancati.

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