Capitano Alatriste


di Arturo Pérez-Reverte

Le avventure del Capitano Alatriste
Purezza di sangue


Non sarà forse stato l’uomo più onesto e neanche il più caritatevole della terra, ma era un uomo valoroso. Si chiamava Diego Alatriste y Tenorio e aveva combattuto come soldato nei vecchi battaglioni di fanteria durante le guerre delle Fiandre.

[incipit]

Riemergo dal limbo per commentare un libro letto ormai un’eternità fa, ma tra pigrizia, blocco del lettore e impegni vari solo adesso sono riuscita a rimettere un po’ mano al blog. Spero di riuscire a tornare a postare perché il blog è comunque un passatempo che amo molto, non ci vorrei rinunciare!

Diego Alatriste y Tenorio, dopo aver combattuto nei vecchi battaglioni di fanteria durante le guerre delle Fiandre, tira a campare come spadaccino al soldo nell’elegante e corrotta Madrid del diciassettesimo secolo. Alatriste è fiero, impavido, orgoglioso, amato e rispettato da molti amici, ma mortalmente odiato da altrettanti nemici, come il sinistro e implacabile inquisitore fra Emilio Bocanegra, lo spietato assassino Gualterio Malatesta, o lo scaltro e diabolico segretario del re, Luis de Alquézar.
[Trama estrapolata da Goodreads perché è passato troppi tempo da quando ho letto il libro e non mi riusciva di farla io]

Come ho detto sono passati mesi da quando ho letto questo libro, quindi la mia recensione si baserà esclusivamente su qualche appunto che avevo preso a lettura ultimata, e quel che riesco a ricordare.

La trama è avvincente, come dovrebbe esserlo ogni romanzo d’avventura, ricordo di averlo letto con interesse e abbastanza velocemente. L’ambientazione anche è senza dubbio affascinante: siamo nella Madrid del diciassettesimo secolo, di cui vediamo i fasti della corte (ma da lontano) e i vicoli più bui, sporchi e pericolosi, le taverne malfamate piene di gente dalla spada facile ma ricca di lealtà e onore.

La resa di Breda di Diego Velázquez: sulla destra, dietro il cavallo, possiamo vedere il Capitano Alatriste

I personaggi anche mi sono piaciuti molto. Il protagonista, Diego Alatriste y Tenorio, è capitano più di soprannome che altro, ma tutti lo chiamano così. Ha uno sguardo blu ghiaccio e molto espressivo: chiarissimo e gelido, glauco come l’acqua delle pozzanghere nelle mattine d’inverno lo descrive il narratore a pagina 8. Il suo aspetto fisico, oltre che da questi occhi glaciali, è caratterizzato da diverse cicatrici, sul viso e sul corpo, a testimonianza della sua vita sempre in pericolo, del suo non tirarsi mai indietro se c’è da sguainare la spada.

L’altro personaggio più importante, anche se agisce molto poco, è il tredicenne Iñigo Balboa, il paggio di Alatriste, nonché narratore, in età adulta, degli eventi. È il figlio di un vecchio commilitone di Alatriste, che quindi per questo motivo ha accettato di prendersi cura di lui. Come ho detto, essendo il narratore, è presente in ogni scena che racconta, ma rimane solitamente sullo sfondo, e le uniche volte in cui la storia si concentra invece su di lui sono quando concerne Angélica de Alquézar, la ragazza di cui è innamorato e che definisce crudelissima. Devo dire che questa storia d’amore in erba mi ha annoiato moltissimo!

Tra i personaggi minori ce ne sono molti amici di Diego, tra cui anche alcuni veramente esistiti, e un paio di nemici, lo spadaccino italiano Gualterio Malatesta e il presidente del Santo Tribunale dell’Inquisizione, padre Emilio Bocanegra.

Il Corral del Principe, o Teatro del Principe, dove i protagonisti della storia vanno a vedere le nuove commedie appena uscite.

Lo stile mi è piaciuto, l’ho trovato simpatico. La storia come ho detto è raccontata in prima persona da Iñigo che spesso fa qualche commento paragonando la Spagna di allora (quando era bambino) con quella di oggi (quando sta raccontando), e non ho potuto fare a meno di pensare che per bocca sua parlasse l’autore che pensava alla sua, di Spagna (anche perché quello che diceva poteva valere più o meno per ogni nazione).

Commento generale.

Nel complesso ricordo di aver apprezzato il romanzo, lettura veloce ed entusiasmante, un romanzo storico-avventuroso con un protagonista che non può fare a meno di affascinare, e personaggi secondari che sono un misto di finzione e realtà storica pure molto intrigante. Penso che (prima o poi!) proseguirò con la serie!

Copertina e titolo

Il titolo è estremamente semplice ma comunque efficace, così come la copertina, che però ha di interessante una cosa: l’immagine è tratta dal quadro che ho postato più in alto, La resa di Breda (in spagnolo La rendición de Breda) o Le lance (Las lanzas) di Diego Velázquez; nel romanzo ci viene detto che Velázquez conosceva personalmente Alatriste e lo ritrasse proprio in quel quadro, ed è appunto la figura dietro il cavallo, quella che vediamo in copertina.

Curiosità

Siamo in Spagna in questo libro, ma incontriamo, o in alcuni casi sentiamo solo nominare, alcuni personaggi, reali e no, che pure fanno parte dell’immaginario dell’Europa di quel periodo. Nello specifico, Alatriste incontra George Villiers, marchese e futuro duca di Buckingham e il giovane principe Carlo di Galles, futuro re Carlo I, e poi parlando del primo Iñigo nominerà anche la famosa Milady di Winter. Ho apprezzato quest’ulteriore interallacciarsi di realtà storica e fiction!

Mini recensione

Cappa e spada, bel protagonista

Capitan Alatriste di erzsebet-beast

Titolo: Capitano Alatriste
Serie: Le avventure del Capitano Alatriste (1)
Titolo originale: El capitán Alatriste
Genere: avventura, storico, cappa e spada
Autore: Arturo Pérez-Reverte (sito ufficialeWikipedia)
Nazionalità: spagnola
Prima pubblicazione: 1996
Ambientazione: Madrid, Spagna; marzo 1623
Personaggi: Diego Alatriste y Tenorio, Iñigo Balboa, Gualterio Malatesta, padre Emilio Bocanegra
Casa Editrice: Il Saggiatore
Traduzione: Roberta Bovaia
Pagine: 126
Provenienza: Amazon, 08 giugno 2013
Link al libro: SITO UFFICIALEIN LETTURAGOODREADSANOBII
inizio lettura: 4 agosto 2022
fine lettura: 28 agosto 2022

Grazie a…

Romanzi Storici, la cui recensione mi ha fatto venire voglia di leggere questo libro.

Sfide

Trasposizioni

Il destino di un guerriero (2006) di Agustín Díaz Yanes, con Viggo Mortensen nei panni del protagonista

Un po’ di frasi

Se ce la metti tutta, anche tu puoi essere tanto pericoloso quanto chiunque incroci il tuo cammino. Addirittura di più.
Una “massima” di Alatriste
(Pagina 16)

La penna, Iñigo, rende più della spada.
Avvocato Calzas
(Pagina 28)

Per difendere il suo buon nome aggiungerò che assaggiava appena il vino e che non l’ho mai sentito parlare male di nessuno, cosa che, nella Spagna di allora e di oggi, anche per un sacerdote, era davvero insolita.
Iñigo sul Maestro di latino Pérez
(Pagina 31)

Non ci resta che batterci. […] Contro la stupidità, la cattiveria, la superstizione, l’invidia e l’ignoranza […]. Che è come dire contro la Spagna e contro tutto.
Don Francisco de Quevedo
(Pagina 32)

Pietà per il mio compagno. Bisognava essere idioti, o inglesi, per strillare una cosa del genere in una stradina buia di Madrid, quando piovevano stoccate.
(Pagina 41)

Ed era tanto incuriosito che, invece di svignarsela in fretta e furia come gli suggeriva prepotentemente il suo buonsenso, rimase lì zitto, […] e nel frattempo rifletteva su un amaro dato di fatto: i cimiteri erano pieni zeppi di curiosi.
(Pagina 44)

Sacrifici vani, sonore sconfitte, malavita, corruzione, miseria e poca decenza: di queste cose sì ne abbiamo avute a badilate. Ma poi uno si ferma a guardare un quadro di Diego Velázquez, ascolta un verso di Lope o Calderón, legge un sonetto di don Francisco de Quevedo, e si consola pensando che ne sia comunque valsa la pena.
(Pagina 57)

Perché una cosa è essere nobili e coraggiosi, un’altra strombazzarlo ai quattro venti.
(Pagina 68)

Come qualcuno avrebbe scritto più tardi, affrontare pericoli, battersi, sfidare l’autorità, rischiare la vita o la libertà, sono cose che in ogni angolo del mondo si sono sempre fatte per fame, ambizione, odio, lussuria, senso dell’onore o patriottismo. Ma ricorrere alla spada e accoltellarsi solo per assistere a una rappresentazione teatrale era prerogativa della Spagna asburgica che nel bene, che fu abbastanza, e nel male, che fu di più, io conobbi da giovane: la terra delle imprese donchisciottesche e sterili che ha sempre fondato la propria ragione e il proprio diritto sulla orgogliosa punta di una spada.
(Pagina 99)

Forse i cattivi si stancano proprio come i cuori leali, pensai per un istante. In fin dei conti, nessuno sceglie il proprio destino.
(Pagina 121)

explicit Leggi
Quindi mi voltò le spalle e se ne andò, trasformandosi di nuovo nell’ombra nera che era sempre stato. E lo sentii ridere mentre si allontanava sotto la pioggia.

2 pensieri riguardo “Capitano Alatriste

  1. Siamo in due a tornare su questi lidi sperando di riuscire a rimanerci :D questo libro non lo conosco, però devi dire che mi attira. Ho letto poco di cappa e spada, ma quel poco mi è piaciuto, e ammetto di non aver quasi niente di ambientato in Spagna e di autori spagnoli. Quasi quasi ci faccio un penserino.

    1. Ben ritrovata! :) Sono contenta di sapere che anche tu hai ripreso in mano il blog, continuavo a seguirti su GD, ma non è la stessa cosa! :D
      Il romanzo lo consiglio sicuramente, è leggero e piacevole! :)
      Grazie per essere passata per un saluto! :D

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