Delitto e castigo



di Fëdor Dostoevskij

Titolo: Delitto e castigo
Titolo originale: Преступление и наказание (Prestuplènie i nakazànie)
Genere: classico
Autore: Fëdor Mikhailovič Dostoevskij
Nazionalità: russa
Prima pubblicazione: 1866
Ambientazione: Pietroburgo, XIX secolo
Personaggi: Rodion Romanovic Raskol’nikov
Casa Editrice: Einaudi
Traduzione: Alfredo Polledro
Pagine: 654
Link al libro: GOODREADSANOBII
inizio lettura: 15 luglio 2009
fine lettura: 11 agosto 2009


Tormenti e lacrime: è pur sempre vita.

Un giovane che è stato espulso dall’università e vive in condizioni di estrema indigenza, suggestionato, per leggerezza e instabilità di concezioni, da alcune strane idee “non concrete” che sono nell’aria, si è improvvisamente risolto a uscire dalla sua brutta situazione. Ha deciso di uccidere…
(Da una lettera di Dostoevskij e N. Katkov, 1865)

[dalla quarta di copertina della mia edizione]

Ormai ho imparato a conoscere un po’ Dostoevskij, tanto da poter trovare dei tratti comuni nei suoi romanzi che ho letto, tanto da potermi sentire in confidenza tale da poterlo chiamare “Dosto” ;), ma soprattutto tanto da poterlo annoverare tra i miei preferiti.

Il segnalibro che ho usato durante la lettura è stato realizzato da struckdumb.

Ho iniziato le lettura di Delitto e castigo un po’ titubante, come mi accade sempre quando inizio un libro da cui mi aspetto molto, e devo ammettere che all’inizio ho faticato un po’ a farmi coinvolgere.

Poi, ecco il colpo di fulmine: ancora una volta, pur descrivendo un uomo che vive a Pietroburgo nel XIX secolo, ecco che il caro Dosto parla di me. E allora mi sono sentita sempre più attratta dalla narrazione, e non solo per Raskòl’nikov, ma anche per tutti gli altri personaggi e per le vicende che, come ormai il Dosto mi ha abituato, si intrecciano, evolvono, modificano tra loro. Ti fa affezionare a tutti, il Dosto, anche agli assassini e ai depravati.

Mi ha colpito moltissimo come in due parole in alcuni punti Dostoevskij riesca a descrive l’angoscia del protagonista. Anche a me è capitato di fare cose brutte (certo nulla in confronto a un duplice omicidio!) e, ricordando la cosa, pensare: ma veramente ho potuto farlo? Fëdor, che grande psicologo, oltre che eccelso narratore, che sei!!! :) Come hai fatto, un secolo e mezzo fa, a parlare così bene di me? Mi viene quasi da pensare che forse è anche una certa dose di egocentrismo che mi fa amare così tanto questo autore, perché mi sento protagonista dei suoi libri! ;)

Scherzi a parte, mi piace davvero moltissimo come scrive Dostoevskij: qualsiasi vicenda, qualsiasi sentimento racconta, anche quando mi fa indignare, arrabbiare, soffrire (penso per esempio al tristissimo sogno della cavallina, oppure tutta la scena della rivelazione della bassezza di Lùžin) o anche angosciare (mi spaventavo, a volte, nell’accorgermi di provare proprio gli stessi sentimenti di Raskòl’nikov!), sempre comunque mi cattura, coinvolge, stupisce, emoziona.

Come ho detto prima, tutti i personaggi, in un modo o nell’altro, si sono fatti amare da me (tranne Lùžin, veramente orribile!), anche i minori. Come Lebezjàtnikov, che mi ha veramente sorpreso quando grazie alla sua testimonianza aiuta Sonja nello scontro con Lùžin. O come Svidrigajlov, che è una persona orribile, non c’è che dire, ma quanto sa essere anche interessante e affascinante! Per non parlare, poi, della scelta dei nomi dei personaggi, alcuno molto belli a prescindere, come Pul’chèrija e Avdot’ja, altri invece per il loro significato (appreso grazie alle note!), come lo stesso Raskòl’nikov (dalla parola russa che significa “scisma, divisione, scissione”) oppure Razumichin (“ragione”), o Lebezjàtnikov (“adulare, strisciare”) o infine le Kobyljàtnikovy (da kobyla: “giumenta”).

Insomma, ancora di più dopo questa lettura voglio proseguire con la Bibliografia del Dosto. Se penso che la prima volta che mi approcciai ai Karamazov non mi stavano piacendo e li abbandonai!!!! SACRILEGIO!!! ;)

Sfide

Un po’ di frasi

In una giornata estremamente calda del principio di luglio, verso sera, un giovane scese in strada dalla stanzuccia che aveva in subaffitto nel vicolo S. e lentamente, come fosse indeciso, s’avviò verso il ponte di K.
[incipit]

La compassione è al nostro tempo vietata perfino dalla scienza.
Marmeladov

Stramba s’è fatta la gente al dì d’oggi.
Una donna

Effettivamente, noi tutti, e molto spesso, siamo quasi come i matti, soltanto con la piccola differenza che “i malati” sono alquanto più matti di noi, perciò qui è necessario fissare un limite. Ma di uomini perfettamente equilibrati, è vero, non ce ne son quasi; su decine e fors’anche su molte centinaia di migliaia se ne incontra uno, e per giunta sono esemplari abbastanza deboli…
Zòsimov

Per agire intelligentemente non basta l’intelligenza.
Raskòl’nikov

Il soffrire è una gran cosa; non badate al fatto che io sono ingrassato, che non mi trovo in strettezze, in cambio io so; non ridete di questo, nella sofferenza c’è un’idea.
Porfirij Petrovič

Ognuno pensa per sé e più allegramente di tutti vive colui che meglio di tutti sa ingannare se medesimo.
Svidrigajlov

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2 pensieri riguardo “Delitto e castigo

  1. A me invece non è piaciuto per niente, al punto che non l’ho neanche finito >___< ricordo che trovavo il protagonista un imbecille talmente grande che tutt’ora, di primo acchito, a questo libro – come titolo – abbino in automatico L’idiota (che invece ho amato moltissimo *^*)

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