Stella del mattino

di Wu Ming 4

Anno: 2008
Casa Editrice: Einaudi
Stella del mattino su aNobii

Questo libro partecipa alle sfide 50 libri per un anno e The Great Random Challenge.

Nel 1919 ritornano d Oxford diversi giovani reduci della Grande Guerra. Tra di essi alcuni nomi allora semifamosi o perfettamente sconosciuti (John Ronald Reuel Tolkien, Clive Staples Lewis e Robert Graves) e uno che invece è sulla bocca di tutti: T.E. Lawrence, meglio conosciuto, grazie alla fantasia di un giornalista americano, come Lawrence d’Arabia.
Il presente del racconto è intervallato da episodi avvenuti durante la guerra, mentre prende forma il libro I sette pilastri della saggezza di Lawrence.
Il libro mi è piaciuto molto. In particolare ho apprezzato le parti riguardanti Tolkien, l’unico tra i “personaggi” di cui conoscessi già le opere. Nelle sue fantasie, riflessioni e abbozzi di storie ho potuto riconoscere il Silmarillion (a pag. 127 c’è in pratica l’inizio), o la caduta di Isengard (pag. 304). Tra l’altro, il titolo “Stella del mattino” riguarda lui più di tutti gli altri, essendo suo il personaggio di Eärendel (che in elfico significa appunto “stella del mattino”).
C.S. Lewis lo conosco di nome per essere l’autore delle Cronache di Narnia, e a parte la soffitta con il baule dei suoi ricordi non so se c’erano altri riferimenti alle sue opere, in ogni caso il suo personaggio è stato forse quello che mi ha colpito di più.
Confesso invece la mia enorme ignoranza su Robert Graves, e mi spiace dire che è stato anche il personaggio che mi è piaciuto di meno. E’ un po’ brutto dirlo di una persona vera, però io non conoscendolo ho letto questo libro considerandolo come un personaggio, e l’ho trovato abbastanza antipatico.
Infine, T. E. Lawrence. Anche di lui sapevo poco e niente. Mi ha incuriosito e affascinato moltissimo, tanto che ora voglio assolutamente leggere I sette pilastri della saggezza!
Insomma, una lettura molto piacevole, nella caratterizzazione dei personaggi, nel tema scelto, nella narrazione (mi è piaciuto per esempio il fatto che le cose venissero rivelate a mano a mano, lasciando “capire” lo cose al lettore, più o meno palesemente). Ancora quindi una buona impressione dai Wu Ming (anche se qui era uno solo), sono davvero contenta di aver avuto (grazie al The Great Random Challenge) l’occasione di leggerlo. Un’ultima nota positiva (anche se meno importante!): mi è piaciuta la divisione del libro in capitoli brevi e con il titolo!

La linea dell’orizzonte, netta come un taglio di spada, divide la terra dal blu viscoso che la sovrasta. A perdita d’occhio, pura assenza. Di cose, piante, animali. Un nulla uniforme, senza barriere per lo sguardo. Muoversi o restare fermi non sembra fare differenza. Eppure le ombre cortissime precedono i dromedari, che avanzano sulla superficie lattea con passo inesorabile . Gli esseri umani siedono in bilico, fluttuanti, i volti bendati perché il riverbero non bruci gli occhi. Procedono in fila, muti e ciechi, affidati all’istinto del cammino, lo stesso da mille anni, da quando il primo pellegrino attraversò quella distesa, percependo la propria finitezza, insieme alla sofferenza fisica che lo avvicinava a Dio, il Clemente e Misericordioso.
[Incipit]

La storia non è lettera morta, noi stessi ne facciamo parte.
Hogarth

L’ex-libris è stato realizzato da Ombraluce.

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