La Compagnia dell’Anello – LIBRO SECONDO, capitoli 4-6

Un viaggio nell’oscurità. Non ci sono alternative: bisogna passare attraverso Moria per superare le montagne. Non ricordavo proprio l’attacco dei lupi avvenuto prima di raggiungere i Cancelli! L’enigma della porta devo dire che mia ha deluso un po’: non so se è un problema di traduzione, se forse in originale il gioco di parole veniva meglio, ma la prima volta che l’ho letto ho immaginato subito quale fosse la soluzione!

Il ponte di Khazad-dȗm. Ed eccoci all’avventura più brutta toccata ai nostri finora. Peggio degli spettri dei cumuli, peggio del Caradhras, peggio dei lupi. Perfino Legolas perde il suo solito aplomb elfico di fronte al Balrog. E Gandalf, pur avendolo battuto, soccombe. Straordinaria la sua ultima battuta: Fuggite, sciocchi!

Lothlòrien. All’inizio di questo capitolo Aragorn apostrofa lo scomparso Gandalf con frasi sconsolate: «Quale speranza abbiamo ormai senza di te?». Ma subito dopo si rivolge alla Compagnia, conscio del suo nuovo ruolo di guida: «Dovremo fare a meno della speranza.». Mi ha fatto molta impressione questa frase. Sono stanchi, sfiduciati e abbattuti, hanno perso tutto, anche la speranza. Ma si prosegue, non si può neanche ipotizzare una resa! E finalmente giungiamo nella mitica Lothlòrien! E’ come trovarsi all’interno di un canto, dice Sam. E non abbiamo ancora incontrato la Dama! E’ una descrizione bellissima quella di Lothlòrien, per i colori, le costruzioni, gli alberi, ma soprattutto per l’atmosfera, quella di un luogo in cui le cose passate non sono ricordate, come a Gran Burrone, ma dove esse vivevano ancora.

Quando all’inizio ho spiegato le ragioni per cui adoro questo libro, avevo detto che tra le altre cose che mi piace <Il Signore degli Anelli perché pur essendo ambientato in un mondo fantastico, parla anche del nostro. E in questa parte per esempio una frase di Haldir ha avuto il potere di farmi accomunare il nostro mondo alla Terra di Mezzo:
Il mondo è davvero pieno di pericoli, e vi sono molti posti oscuri; ma si trovano ancora delle cose belle, e nonostante che l’amore sia comunque mescolato al dolore, esso cresce forse più forte.
O almeno spero!

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