La vera storia del pirata Long John Silver


di Björn Larsson

Titolo: La vera storia del pirata Long John Silver
Titolo originale: Long John Silver
Genere: storico, avventura
Autore: Björn Larsson
Nazionalità: svedese
Prima pubblicazione: 1995
Casa Editrice: Fabbri Editori
Traduzione: Katia De Marco
Pagine: 492
Provenienza: bancarella, 22 agosto 2009
Link al libro: GOODREADSANOBII
inizio lettura: 10 dicembre 2009
fine lettura: 9 gennaio 2010


Siamo nel 1742. Ho vissuto a lungo. Questo non me lo può togliere nessuno. Tutti quelli che ho conosciuto sono morti. Alcuni li ho mandati io stesso all’altro mondo, se poi esiste. Ma perché dovrebbe? In ogni caso, spero con tutta l’anima che non esista, perché all’inferno ce li ritroverei tutti, Pew il cieco, Israel Hands, Billy Bones, quell’idiota di Morgan che osò passarmi il bollo nero, e gli altri, Flint compreso, che dio l’abbia in gloria, se un dio esiste. Mi accoglierebbero a braccia aperte, con salamelecchi e inchini, sostenendo che è tornato tutto come ai vecchi tempi. Ma intanto il terrore irradierebbe dai loro volti come un sole ardente sul mare in bonaccia. Terrore di cosa? chiedo io. Certo all’inferno non possono avere paura della morte. Che ve ne pare?
No, non hanno mai avuto paura della morte visto che per loro non ha mai fatto una gran differenza vivere o morire. Eppure, anche all’inferno avrebbero paura di me.

[incipit]

Ritiratosi a finire i suoi giorni in Madagascar, con tutto il lusso che può permettersi grazie ai tesori accumulati durante la sua avventurosa vita di «uomo libero, gentiluomo di ventura e nemico dell’umanità», John Silver, detto Long, detto Barbecue, ha ancora addosso quella smania di vivere che non l’ha mai abbandonato per tutta la sua esistenza. Lui, a differenza degli altri pirati, sapeva cosa vuol dire vivere, e più di ogni altra cosa voleva continuare a farlo per molto tempo. Vedendo però avvicinarsi anche per lui la vecchiaia, e quindi la fine, decide di continuare a “vivere” per iscritto, e resuscitare il buon vecchio Long John dei tempi andati, raccontando tutta la sua vita, senza nascondere o modificare niente, la nuda, cruda, vera storia del pirata Long John Silver.

Che genio, Larsson! Prendere un personaggio già bello e pronto, che ha affascinato generazioni di lettori giovani e meno giovani, stuzzicando la fantasia anche di registi e sceneggiatori (in ogni versione de L’isola del tesoro è sempre il personaggio che spicca di più, insieme a Jim), e lo fa parlare! E parlare di sé, per di più! :) Non poteva che venirne fuori un romanzo che ti cattura irrimediabilmente, che ti prende all’abbordaggio, potrei dire ;), avvincente già dalle prima pagine, quando John ci racconta di come e perché ha perso la gamba, e acquistato il soprannome di Barbecue.

Il segnalibro che ho usato durante la lettura mi è stato regalato da una coppia di amici di ritorno dal viaggio di nozze in Scandinavia. L’ho scelto, a dire il vero, un po’ impropriamente: sul cartoncino che lo conteneva c’è scritto “scandinavian bookmark”, però per la precisione questo è norvegese! Il libro che ho letto per la Norvegia, però, era troppo piccolo, questo segnalibro avrebbe stonato! Quindi l’ho usato per questo che, per di più, ha la copertina rigida, quindi era ancora più adatto. Devo fargli un applauso grandissimo a questo segnalibro, è troppo bello, mi faceva sorridere ogni volta che lo guardavo!!!

E Larsson, continuando a “rubare” qua e là, ci porta a conoscere molti personaggi incontrati da Silver nella sua lunga e rocambolesca vita, tra cui spiccano Daniel Defoe, lo scrittore, e Edward England, un suo personaggio. Quest’ultimo, in particolare, ha colpito la mia attenzione: è assai peculiare come personaggio e come pirata, e soprattutto è particolare l’atteggiamento di Silver nei suoi confronti, perché è un po’ il suo contrario, una brava persona, che si preoccupa più degli altri che di sé stesso, e John lo compatisce, lo trova ridicolo, ma al tempo stesso lo ammira e, chissà, forse gli vuole anche un po’ di bene.

E, incredibilmente, a lui, a John Silver, c’è un sacco di gente che gli vuole bene! Ma, a ben vedere, forse non è poi così incredibile. Silver è cinico, ma al tempo stesso anche un po’ sentimentale. È un grandissimo bastardo, più in gamba degli altri, certo, per certi versi senza dubbio migliore, ma non certo più buono. È egoista nella maniera più sublime, perfettamente cosciente, e per di più fiero, di esserlo. Ma sa anche essere giusto, e impegnarsi, correndo anche qualche rischio, a volte, per qualcosa o qualcuno in cui crede. Ha ben presente quello che vuole, non si ubriaca in ogni occasione come fanno gli altri pirati, porta i guanti, per non avere mani subito riconoscibili per quelle di un marinaio. E, soprattutto, ha fascino. Ha conquistato, come dicevo all’inizio, generazioni di lettori, ha conquistato anche Jim, e, be’, anche me! Alla fine, pur riconoscendo tutte le sue malefatte, non ce la facevo proprio a non parteggiare per lui! Per esempio, ci sono rimasta malissimo scoprendo che è stato proprio Jim Hawkins a tradirlo, e a indirizzare la marina sulle sue tracce! Eppure, gli aveva promesso di salvargli la vita, come Silver l’aveva salvata a lui!

Insomma, che uomo, che pirata, che personaggio, Long John Silver!

Una curiosità: alla fine del romanzo Larsson in un Post Scriptum ringrazia tutte le persone a cui si è ispirato, dividendole in “mentitori” e “attendibili”. Tra i primi, Daniel Defoe, Robert Louis Stevenson, Gabriel Garcia Marquez, Dostoevskij, Machiavelli, lo Spirito Santo, e altri nomi più o meno noti. I secondi, gli attendibili… mai sentiti nominare, neanche uno!

Ora al più presto devo assolutamente rileggere L’isola del tesoro perché ricordo poco del Long John Silver nella “versione di Jim” ;). Per gran parte del libro mi sono chiesta se avrebbe raccontato anche tutta quella storia. Be’, no, non l’ha fatto, solo ogni tanto ha ricordato qualche episodio di quell’avventura. Non ha avuto bisogno, comunque, di mettersi a raccontarla, perché ad un certo punto ha scoperto con sgomento che l’aveva fatto già Jim, pubblicando un libro intitolato, appunto, L’isola del tesoro. :)

Oltre a Stevenson, sono assai curiosa di leggere anche i libri di Defoe sui pirati, per conosce di più England e gli altri personaggi nominati in questo romanzo. Di sicuro, però, so già che nessuna di quelle storie saprà affascinarmi e conquistarmi come quella del vecchio John!

Grazie a…

QUESTA MAILING LIST, che mi ha fatto venire voglia di leggere questo libro.

Sfide

Questo libro costituisce la TREDICESIMA TAPPA del Giro del mondo in 80 libri: EUROPA, Svezia, Jönköping
Ecco la cartolina che ho mandato ai partecipanti alla sfida:

Un po’ di frasi

Si dice che una bella risata allunghi la vita. Chissà. Ma allora, che io sia dannato, si deve ridere finché c’è tempo.

Di tanto in tanto una noce di cocco cadeva a terra come una palla di cannone. Una delle volte precedenti, uno dei nostri ne aveva preso una in testa ed era morto sul colpo. Per la gran gioia di tutti. Che si potesse morire per qualcosa del genere non sarebbe mai passato per la testa proprio a nessuno. Ad ogni buon conto, comunque, da allora non ce n’era uno che andasse a sedersi vicino al tronco delle palme. Tanto divertente, dopotutto, non doveva esserlo.

Gli uomini sono fatti così, lasciatelo dire, i pirati quanto il resto. Senza capri espiatori, non sanno vivere né reggersi sulle loro gambe.

È davvero difficile vivere con un cuore buono e generoso […]. Se si vuol restare un essere umano, voglio dire. Altrimenti non importa.

Mi dissi, in tutta onestà, che tra i milioni e milioni di donne che popolano la nostra terra, dovevano pur essercene altre come Elisa. Forse è così, ma a incontrarne una, in tutta la mia lunga vita, che io sia dannato se ci sono riuscito.

Ispirare alla gente la voglia di vivere è sempre stato uno dei miei punti forti. Ma non rendevo la vita facile a nessuno. In realtà, la mia teoria è che una cosa non funziona senza l’altra, se qualcuno ci tiene a saperlo.

Non serve lamentarsi delle proprie disgrazie prima che si presentino, si è sempre in tempo a farlo quando viene il momento…

Solo, dunque, finché morte non mi separi. Questo è il prezzo, suppongo, che si deve pagare a questo mondo per aver voluto essere libero.

La solitudine è l’unico vero peccato su questa terra, e l’unica giusta punizione per uno come me. Quella, e forse solo quella, è peggio della morte.

Cosa resta da dire? Ho fatto del mio meglio dall’inizio alla fine. Sono stato me stesso, quello che sono diventato, e con ciò basta. Avevo un cappio intorno al collo, ma le spalle le ho sempre avute libere. Se vi interessa saperlo.

9 pensieri riguardo “La vera storia del pirata Long John Silver

  1. ^_^
    Però, se non l’hai letto, ti consiglio di leggere prima “L’isola del tesoro”! Anzi, andrebbero letti uno dietro l’altro, secondo me, così si possonon cogliere i riferimenti! Io non mi ricordavo nulla! ;)

  2. ho appena iniziato a leggere “la vera storia…” tanti anni dopo aver letto “l’isola del tesoro “e esserne rimasto affascinato. è come fare un tuffo nel passato ,le emozioni che mi dà sono le stesse di allora .e ora siamo vecchi tutti e due,io e John e siamo in una taverna davanti a due boccali di birra ..

    1. Anch’io ho letto questo libro anni dopo L’isola del tesoro. Da allora mi spno ripromessa più volte di leggere il romanzo di Stevenson, ma non ne ho mai avuto l’occasione.
      Indipendentemente da tutto ciò, comunque, il fascino di Long John Silver è immutato! Grazie per avermi riportato alla mente, col tuo commento, questo bellissimo romanzo e quel fantastico personaggio! :)

      1. Sì, ma non è colpa di Goodreads, è che sto cercando di aggiornare le recensioni, visto che è da poco che ho iniziato ad usarlo, quindi in effetti l’ho aggiunto proprio oggi questo libro!
        Quindi purtroppo a dire il vero anch’io lo ricordo poco! Però, sì, ricordo che mi è piaciuto molto! :)

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