Guida galattica per gli autostoppisti
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Titolo: Ristorante al termine dell’Universo
Serie: Guida galattica per gli autostoppisti (2)
Titolo originale: Restaurant at the End of the Universe
Genere: fantascienza, humor
Autore: Douglas Adams (sito ufficiale)
Nazione: Regno Unito
Anno prima pubblicazione: 1980
Casa Editrice: Mondadori
Traduzione: Laura Serra
Pagine: 245
Link al libro: ANOBII
La Guida galattica è infallibile. E’ la realtà, spesso, a essere inesatta.
I Nostri vorrebbero soltanto trovare un buon ristorante e fermarsi a mangiare, ma i fastidiosissimi vogon li seguono per finire il lavoro, e sterminare gli ultimi due terrestri rimasti in vita. Così, con il computer fuori uso a causa di una tazza di tè (che tè, però! Il migliore che Arthur avesse mai assaggiato!) sono costretti a chiedere un aiuto insperato, e iniziato così una, anzi, molte nuove avventure.

Ci eravamo lasciati, alla fine del primo libro della serie della Guida, con Zaphod che proponeva di andare a mangiare al Ristorante al termine dell’Universo. Anche stavolta Adams non lesina sulle stranezze esilaranti e strabilianti del “suo” universo, e questo famoso ristorante è forse la cosa che mi ha colpito di più: il “termine” dell’Universo non è una fine “fisica”, bensì temporale, ovvero si mangia mentre si assiste al rantolo finale di tutta l’esistenza, all’ultimo secondo di vita dell’Universo!
Non mi dilungo a commentare il libro in sé, perché dovrei ripetere tutto quanto ho già detto sulla genialità dell’autore nel commento a Guida galattica per gli autostoppisti. Questo libro mi è piaciuto un tantino di meno dell’altro, un po’ per la storia, meno emozionante, un po’ perché (purtroppo, succede sempre così!) a tutte le stranezze ormai mi ci ero un po’ abituata. Sempre un bellissimo libro, comunque, e sempre molto molto divertente!
Zaphod, anche se non mi sta proprio simpaticissimo, mi piace sempre di più come personaggio. Anche Marvin e la sua depressione, come si può non adorarli? :) A proposito, ma è veramente morto?!?! L’abbiamo lasciato che si schiantava con la stuntcar contro una stella! Porello!
Continua la ricerca della domanda fondamentale, e non ho ben capito una cosa: Arthur, estraendo a caso lettere dello Scarabeo dal sacchetto, per cercare di stimolare il suo inconscio a produrre la domanda, tira fuori la scritta: “Che cosa ottieni moltiplicando sei per nove?”. Ma sei per nove fa 54, non 42!!!
Molto triste il finale di questo libro, e anche molto appeso! Adesso mi tocca recuperare e leggere al più presto il prossimo della saga! Mannaggia! ;)
Sfide
Un po’ di frasi
Oltre a queste citazioni, ne ho raccolta anche una molto lunga riguardante il tè, che ho postato sull’altro mio blog.