La danza della tigre

di Björn Kurtén

Titolo: La danza della tigre
Titolo originale: Dance of the Tiger. A novel of the Ice Age
Genere: storico
Autore: Björn Kurtén
Nazionalità: finlandese
Anno prima pubblicazione: 1978
Ambientazione:
Personaggi:
Casa Editrice: Franco Muzzio
Pagine: 254
Link al libro: ANOBII
inizio lettura: 11 gennaio 2010
fine lettura: 23 gennaio 2010


Il contatto tra due gruppi umani realmente diversi è più meraviglioso di qualunque invenzione fantascientifica.

Stephen Jay Gould nell’introduzione

Tigre è il giovane figlio del capo del Lago delle Trote. Sta partecipando con entusiasmo ad una caccia al mammut, quando una delle enormi bestie lo carica, e nella fuga gli fa piombare un tronco d’albero addosso. Sarà proprio questo incidente a salvare Tigre, perché qualche istante dopo tutti i guerrieri della sua tribù saranno attaccati e sconfitti da un misterioso nemico, che raderà poi al suolo il loro villaggio. Tigre, ferito e solo al mondo, viene salvato da una tribù di Bianchi, presso cui si stabilirà. Ma il desiderio di vendetta in lui non è sopito.

Durante una campagna di scavi nei pressi di Ceprano, si parlava dei ominidi vari, e un professore mi nominò per la prima volta Björn Kurtén, e i suoi romanzi (di cui non ricordava i titoli) che raccontavano dell’incontro tra l’uomo di Neanderthal e il sapiens. Ero rimasta molto affascinata dall’idea di questi romanzi, e li ho cercati per anni, finché finalmente non ho trovato qualcuno che ne scambiava uno su aNobii, e finalmente l’ho letto!

Che dire, valeva veramente la pena aspettare così tanto, e sopportare la strana grafica di Franco Muzzio Editore, con un carattere che assomiglia al Courier che ho trovato un po’ ostico da leggere (senza contare gli innumerevoli errori ortografici con una lettera al posto un altra), perché il libro è bellissimo!!!

Il segnalibro che ho usato durante la lettura mi è stato regalato da 1949paperina perché ho indovinato una citazione nella Sfida delle citazioni nel gruppo Readers Challenge.
L’ho scelto, banalmente, perché rappresenta una tigre.

Ok, sono un po’ di parte, non posso negarlo, come ho già detto nel commento a Ayla figlia della Terra, adoro tutto ciò che concerne i neandertaliani! Già l’introduzione mi ha entusiasmato, essendo stata scritta da Stephen Jay Gould, un autore presente nella mia wishlist da secoli! Molto bella la sua presentazione del romanzo, in particolar modo mi ha attizzato la curiosità, aumentata poi dall’introduzione dell’autore stesso, dal titolo “Una sfida al lettore”: perché l’Homo neandertalensis si è estinto? Ancora oggi non si sa, ma le ipotesi sono molte. Con questo romanzo, Kurtén spiega la sua, e sfida il lettore a capirla leggendo. Io confesso di aver toppato, ma probabilmente questo è anche dovuto al fatto che mi sono troppo lasciata prendere dal fascino del romanzo, dimenticandomi della parte scientifica! Per fortuna viene spiegata dall’autore in una nota finale, ed è inutile dire che l’ho trovata affascinate tanto quanto il romanzo stesso!

Al contrario della Auel, Kurtén precorre i tempi proponendo i suoi ominidi come li immaginano le teorie più moderne: i sapiens scuri di pelle, e i Neanderthal bianchi, con occhi e capelli chiari, come adattamento al clima glaciale in cui sono vissuti. Altra differenza, in questo romanzo sono i Neanderthal ad avere una cultura più aperta e tollerante. Altra previsione azzeccata da Kurtén è il fatto che sapiens e neandertalensis sono due specie distinte, e non due sottospecie, come qualcuno proponeva a quei tempi, e lo dimostra con la sterilità dei figli nati dalle unioni dei rappresentanti delle due specie. Oggi la certezza si è avuta con analisi molecolari.

Altra cosa che mi è piaciuta molto sono state le citazioni presenti ad ogni inizio di capitolo; peccato che molte fossero in lingue che non conosco! :(

Solo una cosa del modo di scrivere di Kurtén non mi è piaciuta: c’erano spesso nelle descrizioni dei riferimenti con concetti moderni, come le lenzuola e i clown. Non so, mi è parsa un po’ stonata la cosa!

È veramente però solo l’unica pecca che ho trovato, perché per il resto il romanzo è bellissimo. Attraverso la storia di Tigre e dei personaggi che gli capita di incontrare nelle sue peripezie, ci viene mostrato uno spaccato di vita in quel periodo di “pausa” tra due ere glaciali, in una zona che grossomodo corrisponde all’attuale Finlandia. Molta fantasia è stata aggiunta alle ricerche e alle ipotesi scientifiche, senza dubbio, ma è tutto talmente ben descritto, i personaggi sono tutti così umani, caratterizzati anche dalle loro storie passate, tristi e affascinati, che non si può fare a meno di pensare: perché no? Potrebbe davvero essere accaduto tutto, le cose potrebbero davvero essere andate così!

Sfide

Questo libro costituisce la QUATTORDICESIMA TAPPA del Giro del mondo in 80 libri: EUROPA, Finlandia, Vaasa
Ecco la cartolina che ho mandato ai partecipanti alla sfida:

Un po’ di frasi

I mammut uscirono allo scoperto, senza rumore, nel luogo previsto dalla mente umana. Uno dopo l’altro emersero dalla foresta, i grossi animali in capo alla fila, poi i più piccoli, e un enorme maschio alla retroguardia. Come se avessero ricevuto un ordine, adulti e giovani insieme alzarono le punte delle corte proboscidi, fiutando sospettosamente le pigre bave d’aria che spiravano sulla palude. Ma esse non portarono loro altro messaggio che l’acuto aroma della veronica e delle bacche che maturavano sui rovi. Né si udiva alcun suono, salvo il debole ronzio d’innumerevoli libellule intente ai loro giri sulla superficie della palude, simili a una bruma di puntolini scintillanti sotto il sole infuocato. Una dozzina di sguardi erano fissi sulla colonna.
[incipit]

Ecco qua una candela, per farti luce al tuo lettino.
Ed ecco una grossa mannaia, per tagliare la tua testolina.
Poesiola per bambini (citazione di inizio capitolo)

Troppo spesso abbiamo considerato gruppi di nostri simili come insetti nocivi, giustificando così l’uso brutale e irresponsabile della tecnologia contro di essi. Questa sembra, disgraziatamente, una caratteristica della specie che nella sua hubris ha eletto di chiamarsi Homo sapiens.
Nota dell’autore

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