Le Due Torri – LIBRO QUARTO, capitoli 5-7

Ci avviamo verso la fine de Le due torri, manca ormai sono un’altra settimana. Personalmente amo molto questi tre capitoli, perché ci fanno conoscere uno dei miei personaggi preferiti di tutti il libro, non posso dire il mio preferito in assoluto solo perché compare assai poco. Ovviamente sto parlando di Faramir, co-protagonista dei nostri in questa tranche di lettura.
L’unica cosa che mi ha un po’ stranito è stata la diversa lunghezza dei tre capitoli: il primo è lungo quanto gli altri due messi insieme anzi, un po’ di più mi pare. Ma sono quisquiglie di fronte al piacere della lettura! ;)

La finestra che si affaccia a occidente. Innanzi tutto, il ricordo di Boromir. Ormai, diciamo la verità, chi ci pensava più? Sembra passato un secolo da che la Compagnia si è sciolta. Ma ecco che ritroviamo il fratello di Boromir, e ci ricordiamo quindi che Frodo e Sam l’hanno lasciato ancora vivo. Ma veniamo al fratellino, Faramir, come ho già detto lo trovo un personaggio meraviglioso! Lo adoro! Volendo proprio trovargli un difetto, si può dire che è veramente troppo perfetto: non solo intuitivo (capisce tutto quello che Frodo non dice) ma anche saggio, comunque un valente condottiero, forte e coraggioso, ma un uomo di pace. Poi magnanimo, colto, gentile, giusto… insomma, pare avere solo buone qualità! E’ anche di mente aperta: è il primo, tranne Aragorn e Legolas, che a sentir nominare Lothlorien non si spaventa, anzi, lo ritiene un luogo fantastico. Ma la cosa per cui lo amo è la capacità di capire i suoi limiti di Uomo, e farsi da parte. Comprende l’importanza dell’oggetto portato da Frodo, e sa che non potrà mai essere usato contro il Nemico, ma che deve essere distrutto. Per questo, praticamente senza indugio, si prodiga per aiutare Frodo e non tenta di ostacolarlo in nessun modo. Nel film, invece, ne hanno fatto la brutta copia di Boromir, cercando di giustificarlo con un ricordo in cui ci viene mostrato come questi fosse il figlio prediletto e Faramir il povero figlio trascurato che ora cerca riscatto presso il padre consegnandogli l’Anello. Che schifo, rovinato, ucciso e snaturato uno splendido personaggio. Questa cosa a Jackson non la perdonerò mai, tutti gli altri cambiamenti li ho accettati, tollerati, alcuni anche apprezzati, ma questo no!
Ma torniamo a noi. Oltre al bel personaggio, è stato interessante e affascinante anche conoscere questi Uomini che si muovono silenziosi come ombre, vestiti come Robin Hood (anche per via di arco e frecce) che difendono Osgiliath, l’ultimo avamposto umano prima di Mordor. E poi, la “finestra che si affaccia a occidente” del titolo, con la cascata che cambia colore al tramonto e poi risplende di notte è davvero una bellissima immagine!
Come mio solito mi sono dilungata molto, ma non posso farci nulla, di Faramir parlerei per ore! ;) Senza contare il bel confronto con l’altro mio personaggio preferito, Sam, specie nel punto in cui tra i due c’è come uno “scambio di stima”:
La lode dei meritevoli è la più preziosa delle ricompense.
Faramir a Sam

Lo stagno proibito. Anche Gollum rimane colpito da Faramir, tanto per aggiungere qualche altra lode gratuita! ;) Forse proprio per stemprare l’eccessiva positività di questo personaggio, ecco che lo troviamo legato a uno degli episodi per me più tristi e crudeli del libro: il “tradimento” di Frodo nei confronti di Gollum. Purtroppo, guardando e riguardando la cosa da tutti i punti di vista, non c’era proprio modo di comportarsi diversamente, nessuno può dirsi colpevole, nemmeno Gollum che alla fine voleva solo pescare. Mi dispiace moltissimo che accada tutto questo, ma era inevitabile, anche perché l’incontro con gli Uomini di Gondor fornisce a Frodo e Sam un bel po’ di provviste in più.

Viaggio sino al Crocevia. Già dobbiamo lasciare Faramir! :(
La foresta sembrava vuota e tetra ora che Faramir se n’era andato, come un sogno che svanisce.
A parte questo non ho molto altro da commentare su questo capitolo, ma mi pare di aver già abbondantemente scritto sui precedenti, quindi va bene così! ;)
Vorrei solo spezzare un’ultima lancia a favore del film, a cui do comunque due meriti (che ovviamente non c’entrano nulla con Faramir): 1) la visione della città di Osgiliath (in cui mi pare nel libro non andiamo mai) e l’aver inframmezzato le varie avventure, raccontando di Frodo e Sam contemporaneamente agli altri avvenimenti, per finire in contemporanea con la vittoria al fosso di Helm e quella a Isengard, tra l’altro vittorie mostrate con lo sfondo delle bellissime parole di Sam (che non riporto perché un discorso simile lo farà anche nel libro, se non ricordo male, ma più avanti).

Un po’ di frasi

Sapeste com’è bella, signore! Stupenda! A volte come un grande albero in fiore, a volte come un bianco narciso, piccolo ed esile. Dura come un diamante, soffice come un raggio di luna. Calda come il sole, fredda come il gelo delle stelle. Fiera e distante come un monte di neve, più allegra di una ragazza che di primavera s’intreccia margherite fra i capelli. Ma sono tutte sciocchezze, e non rendono per nulla l’idea.
Sam a proposito di Galadriel

Vi sono nella tua mente porte sprangate e finestre chiuse che danno su camere cupe e buie.
Faramir a Gollum

Finché c’è vita c’è speranza, e necessità di vettovaglie.
Massima del Gaffiere citata da Sam

Non possono conquistare per sempre!
Frodo

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