Il Dardo e La Rosa

La trilogia di Kushiel – I
La Prescelta e l’Erede

di Jacqueline Carey

A coloro che sono convinti che nel genere umano non risieda una bontà innata, dirò questo: se aveste vissuto la mia vita, cambiereste idea. Ho scandagliato le bassezze cui possono arrivare i mortali ma ho anche contemplato i vertici della loro anima e so che gentilezza e compassione possono crescere nel luoghi più impensabili, proprio come i fiori di montagna che si fanno largo tra la dura roccia.

Sulla terra bagnata dal sangue di Yeshua crocifisso caddero le lacrime della Magdalena ai piedi della Croce. Da questa unione nacque il Beato Elua che, scacciato dall’Unico Dio, girò per il mondo insieme a un gruppo di Angeli, per stabilirsi poi in Terre D’Ange, che corrispondono grosso modo alla Francia di un medioevo fantastico, in cui l’Italia è Caerdicca Unitas, l’Inghilterra Alba e l’Europa dell’Est la Skaldia.
E’ in questo mondo che ci racconta la sua vita Phèdre, colpita fin dalla nascita dal Dardo di Kushiel.

E proprio “Il Dardo di Kushiel” è il titolo originale di questo libro, tradotto inspiegabilmente in italiano con “Il Dardo e La Rosa”. Forse un nome strano come Kushiel avrebbe disorientato i lettori italiani? Oppure sembrava più accattivante aggiungere il nome di un fiore? Non lo so, in ogni caso con i titoli italiani si perde il proseguire della trilogia, che credo abbia il nome Kushiel in ogni titolo. Pazienza, accontentiamoci che l’abbiano tradotto, perché questo libro mi è piaciuto immensamente!

Ottocentoottantotto pagine e non una che sia un po’ noiosa o inutile o poco interessante. Un fantasy un po’ atipico, senza maghi e creature mostruose, in cui il soprannaturale passa in secondo piano rispetto agli intrighi e le lotte di potere, così squisitamente umani e credibili. Un mondo costruito alla perfezione, con religioni, usi, costumi e lingue di diversi popoli. I capitoli sono piuttosto corti, eppure quante cose accadono in uno solo: era difficilissimo fermarmi pensando di aver lasciato qualcosa di compiuto, c’era sempre dell’altro da attendere nel capitolo successivo. Davvero un libro emozionante, uno di quelli che non riesci a smettere di leggere! I personaggi, poi, tutti eccezionalmente delineati, così umani, anche per i più infimi traditori c’è possibilità di provare simpatia (tranne, per quanto mi riguarda, per Mélisande Shahrizai). Delaunay mi piace moltissimo come personaggio, forse perché lo vedo un po’ con gli occhi di Phèdre, non lo so, fatto sta che ha conquistato anche me! In altri punti comunque il mio giudizio non è stato parallelo a quello di Phèdre, infatti a me Joscelin è piaciuto subito, fin dall’inizio, mentre quasi da subito ho odiato da morire Mélisande. Invece mi ero sbagliata di grosso io su Hyacinthe (un paio di volte mi sono un po’ preoccupata del fatto che Phèdre gli raccontasse tutto) e su Ysandre, che alla sua prima apparizione mi è sembrata poco interessante e antipatica. Poi ovviamente mi sono innamorata anch’io di Joscelin (a proposito, un grazie all’autrice per non averlo fatto morire, diverse volte ho proprio creduto che fosse giunta la sua ora!). Il Signore dello Stretto, in particolare, l’ho trovato un personaggio affascinantissimo, e mi chiedevo, ogni volta che veniva nominato, se l’avremmo incontrato mai… E’ stato perciò molto emozionante quando addirittura siamo sbarcati su una delle Tre Sorelle!

A fine lettura, devo dire che mi piacerebbe molto essere stata pupilla d Delaunay e avere imparato tutto quello che ha imparato Phèdre… Comunque un libro splendido, che mi ha emozionata e conquistata, specie nell’ultima parte, quella relativa alla guerra, emozionantissima, da quel momento pianti e batticuore ad ogni pagina!

Anche il finale mi è piaciuto, sapendo che ci sono due libri a proseguire la storia, è stato fin troppo “chiuso”, cosa di cui sono molto grata all’autrice, perché non so quando potrò leggere il secondo libro! A proposito di questo, sapendo che il titolo è La prescelta e l’erede, immaginavo già che Mélisande l’avrebbe fatta franca… grrrr!! Un po’ ad un certo punto ho sperato che non ce la facesse, ma purtroppo….

Sono andata a rileggermi il commento che per primo mi ha spinta a leggere questo libro, linkato più in basso (anche se poi ne ho sentito parlare dappertutto e sempre molto bene!). Mi trovo in parte in disaccordo con Harion (che, attenzione, spoilera senza “copertura”!), perché io non ho trovato mai pensate né lento il libro, neanche all’inizio, e non ho fatto eccessiva confusione coi nomi (io che pure mi scordo tutto!). Insomma, qualche pecca il libro sicuramente ce l’ha, non è perfetto, ma sarà l’emozione del momento, per me sono insignificanti rispetto alla bellezza. Chissà se ne faranno mai un film… forse forse spero di no, la bellezza angelica degli angeline, per quanto non ci sia carenza di attori bellissimi, è qualcosa che è meglio immaginare che vedere, si resterebbe di sicuro delusi…

Voto per la sfida dell’alfabeto: 9,5/10

Scheda del libro

Titolo: Il Dardo e La Rosa
Saga/Serie: La trilogia di Kushiel – I
Titolo originale: Kushiel’s Dart
Autore: Jacqueline Carey (sito ufficiale)
Nazionalità: statunitense
Anno prima pubblicazione: 2001
Casa Editrice: TEA
Traduzione: Elisa Villa
Pagine: 888
Link al libro: ANOBII

Ho deciso di leggere questo libro dopo averne sentito parlare QUI.

Segnalibri: quello che ho usato durante la lettura (a destra) è stato realizzato da Rossarame.
L’ex-libris, invece, è stato realizzato da Page Mistress.

Un po’ di frasi

Affinché nessuno possa pensare che io sia un’illegittima – la figlia bastarda di qualche contadino lussurioso, venduta con contratto a termine in un periodo di magra – devo chiarire di essere nata in una Casa e cresciuta in modo appropriato alla Corte della Notte, per quel che mi è servito.
Mi è difficile provare risentimento verso i miei genitori, anche se invidio la loro ingenuità. Nessuno li aveva neppure avvertiti, al momento della mia nascita, di avermi fatto dono di un nome infausto: Phèdre, così mi hanno chiamata, senza sapere che si tratta di un nome elleno… e maledetto.
[incipit]

Niente rovina i piaceri frivoli, come un eccesso di consapevolezza.

Sbagliare e perseverare è una prova più dura di qualunque battaglia.
Anafiel Delaunay

A volte ho sentito la gente lamentarsi del fatto che il nostro destino è avvolto nel mistero; io credo, invece, che sia una specie d benedizione: senza dubbio, se sapessimo in anticipo quali amarezze tiene in serbo il fato, ci chiuderemmo in noi stessi per la paura, lasciando che il calice della vita ci passi accanto senza gustarlo.

Ci sono persone che si sentono in imbarazzo di fronte al dolore altrui e temono di dire la cosa sbagliata; a costoro dico che non si sbaglia nell’offrire conforto… mai. Una parola gentile, un abbraccio consolatorio… queste cose sono sempre bene accette.

2 pensieri riguardo “Il Dardo e La Rosa

  1. La tua opinione mi fa rilassare, approfittando dell’offerta TEA di quest’estate e soprattutto tentata anch’io dalle opinioni di Harion e Isabelle Tostin ho comprato sia "Il dardo e la rosa" che "La prescelta e l’erede" ma non ho ancora letto nessuno dei due e aggiungere un altro parere positivo mi invoglia a leggerli! Peccato che non li ho inseriti in nessuna sfida preoccupata per la lunghezza eccessiva!

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.