Michael Crichton

Ieri è morto Michael Crichton. Ho letto purtroppo solo un suo libro, ma ho visto moltissime puntate di ER, serie da lui ideata e curata, almeno nelle prime stagioni. E per quel poco che lo conoscevo, lo ritengo davvero un genio. Ho letto un bell’articolo d’addio sul sito di Repubblica, in cui l’autore in poche parole riesce secondo me a spiegare bene in che consisteva la sua bravura e conseguentemente il suo successo.

Un esempio. Il primo episodio di Er, 24 Hours. Medici che parlano tra loro, storie che si incrociano, uno che torna ubriaco e un altro, si capisce che è un suo amico, che lo sdraia su una barella a smaltire. Infermiere, una più inquadrata delle altre. Fuori, Chicago, la più bella città d’America. Dentro un medico con gli occhiali che non riesce a dormire più di pochi minuti prima che qualcuno lo svegli. Un problema in famiglia, la moglie vuole che lasci il pronto soccorso universitario per una vita e uno stipendio migliore. L’ubriaco si sveglia, è sobrio, lo vediamo all’opera. E’ un pediatra, è bravo, maledettamente bravo, ma pieno di ombre. Uno studente appena arrivato. E’ ricco, impacciato, viene travolto dalla mole di lavoro che un altro medico, un chirurgo, bravo, dannatamente bravo, gli somministra. Stop. Fermatevi e contate quante conflitti principali e secondari in pochi minuti Crichton ha tirato fuori con la sua idea.
(Dario Olivero)

Addio, Michale, e GRAZIE!

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