Il coperchio del mare

di Banana Yoshimoto

Titolo originale: Umi no futa
Anno: 2004
Casa Editrice: Feltrinelli
traduzione di Alessandro Giovanni Gerevini
pagine: 113
Il coperchio del mare su aNobii

Questo libro partecipa alle sfide •∣a Tema∣•, infinita e collettiva – 2 e delle pagine.

[gli spoiler sono in bianco su bianco, selezionare per leggere]

Trama:
La storia di un’estate, e di un’amicizia.

Alla fine dell’estate   chi è stato   l’ultimo a uscire dal mare?

Il libro si apre con questa canzone (ma esiste davvero o l’ha inventata lei?), piena della stessa malinconia e dolcezza che pervade tutto il romanzo. Non è uno dei miei preferiti della Yoshimoto, potendo gli avrei dato 2 stelline e mezzo, ma comunque mi è piaciuto, perciò siamo più sulle 3 che sulle 2. Quello che non mi è piaciuto sono state le sensazioni veramente esagerate della protagonista/narratrice. Addirittura ad un certo punto dice:

Al mondo i misteri erano troppi, e troppo evidenti. Al solo pensiero di tutti i segreti che ci circondano, a volte quasi perdevo i sensi.

Mi pare un po’ eccessivo!!! Di contro, ci sono stati altri momenti che mi sono piaciuti moltissimo, e che ho sentito molto veri, oltre che molto vicini a me. Per esempio:

Al fresco dell’atrio climatizzato, sorseggiavamo il nostro tè parlando del più e del meno.
A volte mi chiedo come potessimo trovare così tante cose da dirci.

Succede anche a me, quando sono con gli amici, non si sa di che si parla, eppure si passano bellissime ore insieme, e sembra che il tempo voli! Sarà una banalità, ma Banana lo sa dire così bene! :)
Oltre a questo, i due personaggi principali, le due ragazze, mi sono piaciute molto: Mari con la sua passione per le granite, e Hajime con le sue cicatrici. In particolare mi è piaciuta l’idea di Hajime di creare pupazzi di stoffa ispirati ai “mostri” disegnati da Mari, me li immagino, devono essere carinissimi!!!!
E mi è piaciuto molto il titolo, la canzone da cui deriva, e il senso che trasmette, di qualcosa di finito ma non terminato, di qualcosa di lasciato in sospeso, ma che ormai è andato… molto malinconico, come dicevo all’inizio.

Il coperchio del mare
(testo di Hara Masumi)
Alla fine dell’estate   chi è stato   l’ultimo a uscire dal mare?
L’ultimo   è tornato a casa   senza chiudere il coperchio del mare
E da allora   per tutto questo tempo   il mare   è rimasto scoperchiato
I ciliegi, le dalie, le creste di gallo
I girasoli, le margherite e i papaveri
Perché continuano a fiorire
Ancora e   ancora
In questo mondo   senza te?

Kijimunā, Kenmun, Namahage, perfino il dio Masau’u della tribù degli Hopi che vive in un paese lontano… tutte le divinità che hanno fissato la loro dimora vicino ai luoghi abitati dagli esseri umani sembra che abbiano sembianze pensate per incutere terrore.
Sguardo folgorante, zanne, corpi colorati di rosso, armi in mano.
Non c’è dubbio che siano così in parte per proteggere se stessi. Io, però, più che per questo, penso che il loro aspetto serva per mettere alla prova i nostri cuori. perché solo chi è in grado di vedere al di là delle apparenze può venire toccato dalla potenza delle loro anime delicate.
[Incipit]

Il mondo potrà anche non essere perfetto, eppure la perfezione esiste, e si presenta sotto forme semplici, per nulla appariscenti.

Il senso della vita sta proprio in questo. Noi esseri umani continuiamo a crearci dei ricordi, senza mai smettere di nuotare nel tempo. La maggior parte di essi, però, viene risucchiata da un enorme zona d’ombra, e non ci possiamo fare niente. Anche se siamo consapevoli di perderne gran parte, non ci resta che crearceli fino alla morte.
Hajime

Il segnalibro è stato realizzato da Nebula Queen.

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