La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo – pp 240-318

← pp 163-239

Continuo a leggere, sempre più delusa. Il libro proprio non mi sta piacendo per niente, e per questo motivo non riesco più ad essere obiettiva, ogni episodio, situazione o personaggio mi risulta odioso e stupido.
Per esempio Gomez. Fin dall’inizio non mi ha ispirato simpatia, poi già da un pezzo avevo immaginato che fosse cotto di Clare, ma continuavo a sperare di sbagliarmi, che magari almeno in questo la Niffenegger potesse sorprendermi in positivo, invece, niente: ora ci ha dato la sicurezza che le cose stanno proprio così.
Clare e Henry continuano a non piacermi come coppia, e sempre meno anche come personaggi (ma qui la colpa potrebbe essere di quello che dicevo all’inizio: mi rompe talmente tanto il libro in sé, che qualunque cosa fanno i protagonisti mi dà fastidio): lei che si sposa con l’Henry del futuro, lui che dorme quando arrivano al motel e che non si sveglia neanche quando lo trascinano in camera… Ma soprattutto mi ha dato un fastidio il desiderio di Clare di avere un bambino: per avere una parte di Henry sempre con lei (?!?!). Mi viene quasi quasi da dire: meno male che non possono avere figli, se no sai che creatura traumatizzata? Senza contare che sicuramente un loro figlio sarebbe un viaggiatore anche lui, ma non sia mai che un desiderio di maternità possa essere disatteso per quisquiglie come una malattia genetica incurabile.
Continuano poi le loro “decisioni” forzate per via di quello che Henry ha visto nel futuro. La cosa brutta è che loro non si comportano dicendo tipo: le cose andranno così, lo sappiamo già, qualunque cosa facciamo il nostro futuro lo conosciamo già. Subiscono ancora più passivamente di così le cose, il loro modo di vedere è: le cose andranno così, lo sappiamo già, quindi sbrighiamoci a farle andare così. Neanche la casa si sono potuti scegliere! Avrei preso a schiaffi Henry in questo dialogo:
Clare: Ma cosa cavolo combini?
Henry (che sembra confuso): Be’, non ero sicuro che tu lo volessi sapere, ma sono già stato nella nostra futura casa.

Ma che significa “non ero sicuro che tu lo volessi sapere”?!?! Se non glielo vuoi dire, non ti comporti come un folle in ogni casa in cui entri, per poi cadere dalle nuvole quando lei ti chiede di spiegare il tuo comportamento!!! Boh!!!
Poi, altra cosa che mi dà ai nervi, è che trovo assurdo, assurdo, ASSURDO che continuino a dire a tutti quello che succederà!!

Ecco che quando finalmente l’attenzione della storia si sposta di nuovo sui viaggi nel tempo, il mio interesse sale un pochettino. La scena in cui l’Henry futuro arriva nella loro cucina, si ferisce e poi viene colto dalle convulsioni è stata la prima dopo tanto tempo che ho letto curiosa di sapere che succedeva. E adesso con l’inserimento del dottore spero che riuscirò a seguire il romanzo con più piacere.
Ultima piccola nota critica: neanche il dottore, comunque, mi piace come personaggio, lo trovo banalissimo e stereotipato.

pp 319-403 →

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