La morte non sa leggere

di Ruth Rendell


Eunice Parchman sterminò la famiglia Coverdale perché non sapeva leggere, perché non sapeva scrivere.
[incipit]

I Coverdale hanno bisogno di una nuova governante, e Eunice Parchman sembra perfetta per loro: educata, efficiente, discreta. In realtà nessuno ha capito che dietro la timidezza della donna si cela un assoluto disinteresse per gli altri essere umani, e un segreto terribile che Eunice fatica tutta la vita a nascondere: lei è analfabeta.

Un thriller davvero atipico questo della Rendell: fin dalle prime righe sappiamo chi è stato ucciso, da chi, e perché. Mi ha lasciata un po’ perplessa questa improvvisa rivelazione iniziale, mi chiedevo su cosa si sarebbe basata la componente “investigativa” se il finale era già stato svelato. Per fortuna i miei dubbi sono stati presto fugati, perché l'”indagine” della Rendell è di tipo diverso, ci fa addentrare nella psiche disturbata di Eunice, che non è pazza, solo profondamente diversa, così arida e insensibile, tranne che per poche cose. Una di queste è il suo segreto, e l’odio che da questo scaturisce verso la parola stampata e tutti quelli che ne hanno familiarità. Così l’autrice ci illustra come pian piano, a causa di tanti piccoli particolari insignificanti, più o meno correlati con l’analfabetismo di Eunice, siamo giunti al tragico epilogo. Ed è davvero affascinante questa narrazione fatta per dettagli ed episodi, incomprensioni e rivelazioni che spesso arrivano tropo tardi. La tensione cresce notevolmente nel finale, nonostante, anzi forse proprio perché già sappiamo quello che deve accadere!
Eunice Parchman è un personaggio straordinario, un’efferata assassina priva di qualsiasi moto di crudeltà, quasi ingenua nella sua mancanza di senso di colpa. Il suo mondo privo della parola scritta è per me quasi impossibile da concepire: nell’arco di una giornata, quante infinite volte mi capita di leggere qualcosa, e quante volte questa lettura è essenziale per quello che sto facendo! Non riesco ad immaginare nessuna attività umana al giorno d’oggi che possa prescindere dal saper leggere. Eppure il mondo analfabeta di Eunice ci è presentato in maniera molto credibile e realistica, i suoi espedienti per ovviare al suo problema e, soprattutto, per evitare che qualcun se ne possa accorgere denotano un’intelligenza fuori del comune. L’unico dubbio che ancora mi rimane quindi è perché questa donna non abbia mai voluto, in tutta la sua vita, almeno provare a imparare a leggere, visto che comunque era la prima a dolersi di questo handicap. Ma non ritengo questo mio dubbio una pecca del romanzo, anzi, il carattere così peculiare e oscuro di Eunice non è stato compreso da nessuno in tutto il libro, perché mai, ora, dovrei capirla io?

Un ultimo commento sul titolo: sono rimasta stupita di scoprire che quello originale è diversissimo da quello italiano, significa “una sentenza nella pietra”. Alla fine del libro, capisco il senso del titolo, ma devo ammettere che “la morte non sa leggere” mi piace molto di più, è un titolo che mi ha incuriosito moltissimo, ed ha sicuramente contribuito a farmi desiderare di leggerlo. Non so se “una sentenza nella pietra” mi avrebbe ispirato altrettanto!

Dammi 3 parole

Uccidere per ignoranza

Informazioni sul libro

Ho deciso di leggerlo dopo averne sentito parlare QUI.
Partecipa a La Sfida infinita (o quasi)… terza edizione!, La sfida nascosta, Dammi 3 Parole, Sfida dei generi letterari e Sfida… del mistero.
Il segnalibro qui a destra è quello che ho usato durante la lettura, ed è stato realizzato da me.
L’ho scelto perché mi sembrava adattissimo al libro: il colore rosso che richiama la copertina, e in generale il sangue associato al delitto e alla tragedia, e poi la frase (la cui traduzione in italiano è più o meno “Cercai riposo in tutto, e in nessun luogo lo trovai se non in un angolo con un libro”) è, per contrasto, azzeccatissima per Eunice!

Titolo originale: A Judgement in Stone
Anno: 1977
Casa Editrice: Mondadori
traduzione di Rosalba Buccianti
pagine: 250
La morte non sa leggere su aNobii

Un po’ di frasi

Come tutti coloro che sono veramente eccentrici, pensava che gli altri erano persone strane.

I consigli di chi si lamenta di rado sono più efficaci degli ordini di chi brontola sempre.

Lei non pensava all’amore, alla gioia, alla pace, al riposo, alla speranza, alla vita, alla polvere, alle ceneri, alla devastazione, alla rovina, alla follia e alla morte. Aveva assassinato l’amore e distrutto la vita, mandato in rovina la speranza, sprecato il potenziale intellettivo, posto fine alla gioia, perché lei, praticamente, non sapeva che cosa fossero.

E’ troppo tardi. Troppo tardi per cambiare se stessa, troppo tardi per evitare quello che ha fatto, quello che ha provocato.
Povere, Cenere, Rovina, Disperazione, Follia, Devastazione, Morte.

[explicit, selezionare per leggere]

2 pensieri riguardo “La morte non sa leggere

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