I pilastri della società (a teatro)

di Henrik Ibsen

Sono andata a vedere questo spettacolo a dicembre, ma tra una cosa e l’altra ho purtroppo accantonato la recensione. Meglio tardi che mai, comunque, eccomi finalmente a commentare I pilastri della società!

Non ho ancora letto quest’opera di Ibsen, sono stata invitata a vederlo da un’amica anobiana che ci recitava, e ovviamente ho colto subito al volo l’occasione! Lo spettacolo era al teatro Argentina, dove non andavo da tantissimo tempo, che neanche mi ricordavo più quant’è bello! Ma bando alle ciance, parliamo dello spettacolo.

In questi ultimi anni, tutti gli spettacoli che sono andata a vedere avevano una scenografia molto minimalista, cosa che a me non dispiace, visto che, come si suol dire, il teatro è finzione: non mi disturba che l’ambientazione sia solo “immaginata”. Pertanto non ero più abituata a trovarmi di fronte una scenografia “vera” come è invece in quest’opera di Ibsen: il salone principale di casa Bernick, ricostruito nei minimi dettagli, davvero meravigliosa! Stessa cosa anche per i costumi, in particolare quelli delle donne: io ero seduta in una delle prime file, quando qualche attrice salendo o scendendo dal palco mi è passata vicino, ho potuto sentire il fruscio delle pesanti gonne, e già solo per questo mi emozionavo un po’ di più!

La trama di questa opera teatrale è davvero molto moderna. si parla di falsità e ipocrisie cui la società ci costringe, si parla di chiusura mentale, si parla di fughe da tutto questo. E poi si parla di politici imbonitori, falsi, doppiogiochisti, che si nascondono dietro il “bene comune” per raggiungere i propri scopi. Lo spettacolo è durato parecchio, ma non mi è pesato neanche un po’. La storia ti prende e ti conquista, ti irrita e coinvolge, si empatizza con alcuni personaggi, si odiano altri, se seguono con interesse le vicende di tutti.

Per quanto riguarda gli attori, che ne parlo a fare? Ne I pilastri della società erano veramente tanti, alcuni protagonisti, alcuni secondari, altri quasi comparse, ma tutti veramente bravi. Come ho detto mi hanno coinvolto dall’inizio alla fine nonostante la durata non indifferente dello spettacolo. Una menzione particolare per il protagonista (nonché regista) Gabriele Lavia che, nella mia ignoranza, non mi suonava familiare, ma ho recentemente scoperto che, oltre al fatto che è un attore piuttosto famoso, lo conoscevo già per averlo visto in Profondo rosso.

Un ultimo commentino lo vorrei fare su un momento di meta teatro che accacde verso la fine. Praticamente gli attori vengono avanti sul palco e si rivolgono all’assemblea cittadina, che saremmo noi spettatori. Siccome si erano messi ad applaudirsi l’un l’alto e ad applaudire verso di noi, molti spettatori hanno pensato che lo spettacolo fosse finito, e alcuni si stavano già alzando per andarsene! Ora, io normalmente non mi ritengo particolarmente intuitiva, ma personalmente avevo capito subito che era solo un espediente scenico, perciò mi ha fatto un po’ sorridere lo stupore dei miei vicini di posto quando finalmente hanno capito che lo spettacolo stava proseguendo! :) Bella comunque, a prescindere da questo, quest’ultima scena che ci ha coinvolto in maniera ancora maggiore!

Primo o poi leggerò sicuramente anche il libro, spero presto, in modo da avere ancora abbastanza fresco (per modo di dire, sono passati già due mesi!) il ricordo della rappresentazione teatrale, e poterne fare un confronto.

Titolo: I Pilastri della Società
Autore: Henrik Ibsen
Traduzione: Franco Perrelli
Regia: Gabriele Lavia
Personaggi e interpreti:
il console Karsten Bernick: Gabriele Lavia
la signora Betty Bernick: Giorgia Salari
Olaf, loro figlio: Ludovica Apollonj Ghetti
la signorina Marta Bernick: Viola Graziosi
Johan Tønnesen: Graziano Piazza
la signorina Lona Hessel: Federica Di Martino
Hilmar Tønnesen: Mario Pietramala
il professor Rørlund: Andrea Macaluso
il grossista Rummel: Mauro Mandolini
il mercante Vigeland: Alessandro Baldinotti
il mercante Sandstad: Massimiliano Aceti
Dina Dorf: Camilla Semino Favro
il segretario Krap: Michele Demaria
il capocantiere Aune: Carlo Sciaccaluga
la signora Rummel: Clelia Piscitello
la signora Holt: Giovanna Guida
la signora Lynge: Giulia Gallone
la signorina Rummel: Rosy Bonfiglio
Scene: Alessandro Camera
Costumi: Andrea Viotti
Musica: Giordano Corapi
Luci: Giovanni Santolamazza
Teatro: ARGENTINA
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