Fuoco su Napoli

di Ruggero Cappuccio


Che me ne fotte di un quadro, del mare e di un libro se io non ci sto, se io non sono quadro di me, mare di me, storia di me.
Maria Amerigo, la madre di Luce

(Pagina 106)

Non avevo capito di cosa parlava questo libro, se l’avessi saputo non l’avrei mai letto perché è chiaro che non fa per me, ma ormai l’avevo iniziato e, con grande fatica, l’ho portato a termine, e ovviamente non mi è piaciuto.

L’avvocato Diego Ventre scopre che entro cinque mesi ci sarà una terribile eruzione dei Campi Flegrei che distruggerà Napoli. Grazie al suo potere e alle sue conoscenze riesce a tenere la notizia sotto silenzio il tempo necessario per speculare sulle proprietà immobiliari e organizzare un suo piano per la ricostruzione. In mezzo a tutto questo trova anche il tempo di corteggiare la bellissima Luce di Sangrano, una giovane appartenente ad una nobiltà decaduta, amante dell’arte, della letteratura e di Napoli.

I Campi Flegrei visti dal satellite Sentinel-2 nel 2019. I Campi Flegrei sono un “supervulcano”, una struttura vulcanica gigantesca (decine di chilometri di diametro).

Questo libro mi ha ingannata. Mi è stato regalato da un’amica che si stava liberando la libreria, non ricordo cosa avesse detto allora per farmi venire la curiosità di leggerlo, ma sicuramente quando l’ho iniziato mi aspettavo ben altro. La quarta di copertina della mia edizione riporta soltanto le prime parole dell’incipit:

Al massimo tra cinque mesi Napoli finirà di esistere. Al massimo tra cinque mesi Napoli non ci sarà più. I Campi Flegrei ci stanno preparando il benservito. La città sarà distrutta.

E il libro inizia proprio così, con una descrizione della pericolosità del super vulcano addormentato sotto i Campi Flegrei che purtroppo so essere molto realistica. Quindi, mi ha ingannato con la Scienza e coi disastri naturali, ma questo era in realtà solo un pretesto per raccontare tutta un’altra storia, una storia che non mi è piaciuta.

La trama infatti racconta la storia di Diego Ventre, avvocato, mafioso, napoletano cresciuto in Sicilia, intelligente, lungimirante, acculturato, affascinante, con un rapporto di amore-odio con la sua città natale. E, soprattutto, racconta la sua storia con Luce, una storia di un amore malato e corrotto come qualunque altra cosa nella vita di Diego. Ecco, ho odiato questo personaggio e la sua storia con Luce dalla prima all’ultima pagina, ma non solo, ho fatto veramente tanta fatica a finire il libro, leggevo e mi annoiavo a morte, se non l’avessi scelto per la Sfida del Protagonista l’avrei abbandonato, invece mi sono sforzata di portarlo a termine, e non mi è piaciuto proprio per niente.

Ogni tanto c’era qualche brano che ho apprezzato, in particolare quelli che parlavano della bellezza di Napoli, ma alla fine lo facevano sempre per piangerla questa bellezza, o comunque per criticare o parlare male di qualcosa.

Il segnalibro che ho usato durante la lettura, l’ho comprato a Napoli l’anno scorso, mostra la statua del Cristo Velato.

L’ambientazione spaziale è ovviamente e prevalentemente Napoli. Come ho detto, bella, bellissima, ma ferita, maltrattata, dai personaggi, dalla natura, dalla storia. Diego la ama e per questo è contento che verrà distrutta, perché vorrebbe “salvarla”, purificarla, solo che la sua idea di redenzione per la città è trasformarla in una macchina sforna soldi fatta di turismo e gioco d’azzardo.

L’ambientazione temporale va da maggio a novembre di un anno imprecisato, o meglio l’autore ci dice che la storia è accaduta “l’anno prossimo”.

I personaggi principali sono solo due, Diego e Luce, con qualche capitolo sporadico dal punto di vista dei genitori di lei o di qualche camorrista. Diego Ventre è un uomo dai molteplici e considerevoli talenti, che ha deciso di sfruttare nella malavita. Non è il classico camorrista: è un uomo di cultura, preferisce il dialogo alle pistole, vorrebbe liberare Napoli dalla droga e dalla corruzione. Ma al momento “giusto” dimostra che tutta questa “evoluzione” è solo di facciata, nell’animo rimane un uomo possessivo, un assassino e un violento. Luce ha sicuramente molti più lati positivi rispetto a Diego, ma anche lei fin da subito non mi è risultata simpatica, e il modo in cui si fa infinocchiare da Diego solo perché lui le fa regali costosi e artistici me l’ha fatta anche disprezzare un pochino. Insomma, neanche i personaggi mi sono piaciuti, e questa è stata probabilmente una delle cause principali della mia noia nel leggere: me ne fregava talmente poco, direi proprio zero, dei vari personaggi, per cui non mi era proprio possibile provare un po’ di partecipazione emotiva alle loro vicende. Quindi a ogni pagina per me era solo un grande “e che palpebre!”

Panorama di Napoli da Castel Sant’Elmo (foto scattata da me durante una gita a Napoli nel 2015)

Peccato quindi per tutte le cose che non ho apprezzato perché lo stile invece era piacevole. Mai pesante (infatti, nonostante la fatica, il libro l’ho comunque finito in tempo) ma non banale, a tratti crudo, a tratti poetico, cambiava a seconda del personaggio. Insomma, è una delle cose che mi ha fatto capire che se il libro mi è dispiaciuto così tanto non è per mancanze da parte sua ma proprio perché non faceva per me.

Commento generale.

Questo libro non mi è piaciuto, leggerlo mi è costato un sacco di fatica e mi sono annoiata tutto il tempo. Eppure riesco a capire che ha i suoi meriti, e che la mancanza di gradimento da parte mia è dovuta al fatto che non è il tipo di libro che mi può piacere, e non l’avevo capito prima di iniziare a leggerlo. Perché sono sicura che sia, in un certo senso, “colpa mia”? Perché come ho detto ho apprezzato lo stile dell’autore, perché sono riuscita comunque a finirlo, perché un po’ di curiosità di sapere dove sarebbe andato a parare alla fine mi è venuta, e soprattutto perché dopo averlo finito da qualche giorno ancora continuo a pensarci, e questo di solito succede con i libri che contano qualcosa. Però non riesco comunque a dare un giudizio positivo visto che leggerlo proprio non mi è piaciuto!

Copertina e titolo

La copertina della mia edizione non l’ho capita, non sono sicura dell’attinenza col libro ma forse se ci avessi prestato maggiore attenzione avrei potuto capire che il romanzo non mi avrebbe dato quello che mi aspettavo. Il titolo è sicuramente accattivante ma, come ho detto, fuorviante!

Mini recensione

Non fa proprio per me

what once was di arcipello

Titolo: Fuoco su Napoli
Autore: Ruggero Cappuccio (Wikipedia)
Nazionalità: italiana
Prima pubblicazione: 2010
Ambientazione: Napoli, da maggio a novembre dell’anno prossimo
Personaggi: Diego Ventre, Luce di Sangrano
Casa Editrice: Feltrinelli
Copertina: Auguste Rodin, La Danaide (Musée Rodin, Parigi)
Pagine: 247
ISBN: 978-88-07-01815-2
Provenienza: regalo, 04 agosto 2016
Link al libro: IN LETTURAGOODREADSANOBII
inizio lettura: 1 novembre 2021
fine lettura: 25 novembre 2021

Sfide

Un po’ di frasi

Anche se fossi andata da un’altra parte sarei rimasta qui. Ci sono posti dove uno sta da sempre, da prima di nascere. E in questi posti si rimane, dovunque si vada. Si rimane anche dopo morti, anche se nessuno se ne accorge.
Nonna Giulia
(Pagina 162)

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2 pensieri riguardo “Fuoco su Napoli

  1. Non ho letto il libro e non credo che lo farò, ma è sempre brutto quando una lettura si dimostra completamente diversa da quello che ci aspettava, e in più nemmeno piace. Spero che la prossima si riveli migliore :D

    1. Qualche rara volta può capitare il contrario, ma è difficile perché di solito se un libro non mi interessa non lo leggo!
      Per adesso ho ripreso a leggere un libro che avevo messo un po’ in pausa, The Grass Crown, che mi piace molto, quindi qui sto un po’ andando sul sicuro! :)

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