Blues in sedici

Ballata della città dolente

di Stefano Benni

Anno: 1998
Casa Editrice: Feltrinelli
pagine: 58
Sito ufficiale dell’autore: StefanoBenni.it
Blues in sedici su aNobii

Questo libro partecipa alle sfide delle pagine, A PUNTI, infinita e collettiva – 2 e delle Edizioni.

Io sono un’altra.
In me ci si può perdere
ma ritrovarsi è splendida battaglia
La Città (Le stagioni)

Trama:
Non c’è una vera e propria trama. E’ un blues composto di sedici poesie, con otto personaggi (l’Indovino cieco, il Padre, la Madre, il Figlio, Lisa, la Città, Killer e Teschio) che raccontano il loro punto di vista.


Come il Benni teatrale, anche quello poetico per me è inferiore a quello narrativo. Se però col teatro la “colpa” era solo sua, perché quello è un genere che amo molto, con la poesia posso dire che è proprio il genere che purtroppo non è tra i miei preferiti.
Per questo do a questo libro 3 stelline, anche se credo che se amassi la poesia gliene darei 4, perché comunque mi è piaciuto molto!
Tristi e amari questi brani, romantici ma anche cinici. Dolenti e direi quasi senza speranza… ma non disperati. Caso mai, rassegnati.
L’ho letto piano piano, questo libro, un blues alla volta, perché tutto insieme non sarei riuscita ad apprezzarlo, sempre a causa del mio poco amore per la poesia. Giusto per specificare, non è che proprio la poesia non mi piace, ma, appunto, posso leggere una poesia, e apprezzarla. Di più, mi risulterebbero indigeste.
Il blues che mi è piaciuto di più è stato il secondo di Lisa, di cui infatti ho riportato più frasi, ma un po’ qui un po’ lì c’erano molti pezzi veramente, veramente belli.

[EDIT: con il nuovo sistema di valutazione di aNobii a 5 stelline invece che 4, questo libro aumenta di una stellina]

Quando morirò, io posso saperlo:
morirò un giorno come tutti gli altri
ma perché tanta pietà io sento
per la morte di ognuno non so.
[…]
Io vedo vite che la speranza tocca
pulsare, vibrare, rivivere
come fa il pesce
restituito all’acqua.
L’Indovino cieco

Cantami una busta ove è scritto
che da questo sei libero
che per questo sei vecchio.

Ti ho visto attraverso la porta
della cucina
una bianca nuca di vecchio.
La giacca appesa all’ingresso
modellata dal tuo vuoto
le foto e i calendari di anni
che non esistono più.
Così a volte, ci tocca
vivere anni scaduti.
Chino sul tavolo, a braccia strette
come se da esse il mondo
potesse sfuggire. Contando
gli strappi della tovaglia.
Testardo
Padre
Il Figlio

Mi piace l’apocalisse
ma con le luci giuste
e i vestiti firmati.
Teschio

Non c’è felicità nel sacrificio
ma qualcosa che le assomiglia.
L’indovino

Giovani
sognatori o burattini griffati
ribelli o commedianti invecchiati
tutti per un momento sperano
e io spero in loro, un istante.
[…]
Io sono un’altra.
In me ci si può perdere
ma ritrovarsi è splendida battaglia
di tutte le bugie e le catene
almeno da una sii libero
non dobbiamo sperare
possiamo, ogni istante del giorno.
La Città (Le stagioni)

O tu che affili un pugnale
attento a colpire
non ho un solo cuore, ma tanti
ascolta i tamburi e trema.
Guai
a chi separa gli amanti.
Il Figlio

Al ballo della Complessità
re Informe e regina Incoerenza
qualcuno approfittò del Caos
per uccidere la Differenza
e volle far credere a tutti
che la violenza è estetica
[…]
fotografi da lontano
scattavano foto audaci
a principesse e principi
falsamente indignati.
Duchi della cultura
adulavano i peggiori
poiché dei migliori
avevano paura.
Voi che bevete sangue
nel salotto in pantofole
o in discoteche alla moda
fino alla prossima noia
[…]
Voi sudditi perfetti
cui la Storia non chiede
esempi, ma biglietti.
Io non frequento i buoni
né i cattivi sentimenti
ma i sentimenti, e basta
veri, spesso indicibili
[…]
Siamo soli e siamo pazzi
siamo lupi nella tagliola
che continuano a correre.
[…]
Signori di tutti gli Schermi
che ormai chiamate sogni
ciò che state perdendo
quello che più non vedete
è ciò che rimane del mondo.
Lisa

Venite ragazzi, qua è il baraccone
dei mostri in offerta speciale
l’uomo offeso e la donna tradita
il bambino affamato e il vecchio paralitico
il marocchino e il cannibale
il fucilato l’impiccato lo sgozzato
e il fanatico col coltello in mano
dentro la stessa gabbia.
[…]
Squallido, lurido, misero
splendente, lussuoso o grande
ciò che il sangue tocca
è sempre sporco di sangue.
Teschio

Il segnalibro è stato realizzato da Me!

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