Le Due Torri – LIBRO TERZO, capitolo 10 – LIBRO QUARTO, capitolo 1

La voce di Saruman. Lo stregone si affaccia al balcone, e la descrizione che Tolkien ce ne dà mi fa pensare che finora, a parte Gandalf, nessuno dei nostri l’aveva mai visto, neanche noi!

Il Palantìr. Ormai non si può più riposare un attimo, ogni volta che qualcosa sembra finito (la battaglia, Saruman…) spunta un nuovo pericolo (il Palantìr, i Nazgûl…). La fretta di Gandalf di ripartire ne è un esempio:
A cavallo, a cavallo! Non attendete l’alba! Che i più veloci non aspettino i più lenti! Partite!
Pensavo che sarebbero seguiti alcuni capitoli un po’ di riposo, invece si riparte subito, il pericolo incombe, vicino più che mai! Nel gruppo di lettura si parlava della differenza tra film e libro nel personaggio di Aragorn: nel film ci vengono presentati i suoi dubbi sull’accettare il suo ruolo di Re, mentre nel libro la spada spezzata viene subito riforgiata e lui non sembra avere la minima esitazione nel dichiararsi Re. Personalmente preferisco la versione del libro, quella del film poteva anche essere una buona idea, ma è stata secondo me resa male, o almeno a me Aragorn più che un uomo spaventato dalla responsabilità e dal retaggio dei suo padri, sembra soltanto un lagnoso! Comunque, è anche vero che nel libro la cosa viene presa forse troppo alla leggera, senza dare nessuna spiegazione. Però ecco che in questo capitolo un pochettino il Dùnadain ci dà una spiegazioncina:
Mi sono forse mai mostrato frettoloso o incauto, io che ho atteso preparandomi per tanti lunghi anni?
Insomma, probabilmente la lunga preparazione aspettava solo che arrivasse il periodo giusto e ora Aragorn è pronto, come dice Gandalf, a ricevere tutte le cose che devono essergli restituite.

Sméagol domato. Alla fine del capitolo precedente, abbiamo lasciato Gandalf e Pipino in viaggio verso Minas Tirith, e ora, dopo un intero libro in cui non si vedevano, torniamo a Frodo e Sam. Più volte, quando uno degli altri personaggi si soffermava a guardare a est, pensavo a loro. Ora torniamo quindi indietro nel tempo e vediamo cosa hanno fatto i due Hobbit mentre proseguivano le avventure dei loro compagni, come hanno girato (poverini!) in tondo non riuscendo a trovare la strada, e come alla fine hanno trovato aiuto in questo senso nel modo più insospettabile: da Gollum! Non posso negare che, pur condividendo l’odio e la sfiducia di Sam, come Frodo provo pena per Sméagol, in fondo è anche lui una vittima dell’anello!

Mi spiace dirlo ma questi capitoli mi sono piaciuti di meno dei precedenti, però era prevedibile, dopo le grandi emozioni della Battaglia al Fosso di Helm. Ma come ho detto, non mancano emozioni e sorprese anche in questa parte: il Palantìr che francamente mi spaventa e mi incuriosisce, e poi soprattutto Gollum, che non è più solo un ombra sullo sfondo, ma diventa anche lui protagonista.

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