Sense and Sensibility – Capitoli 25-36


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Elinor: Indeed, Marianne, I have nothing to tell.
Marianne: Nor I, our situations then are alike. We have neither of us any thing to tell; you, because you do not communicate, and I, because I conceal nothing.
Elinor: Io, Marianne, non ho davvero niente da dire.
Marianne: Nemmeno io, la nostra situazione perciò è uguale. Nessuna di noi ha niente da dire; tu, perché non parli, e io, perché non nascondo nulla.
(Capitolo 27)

Uhu, come sono lenta a leggere! :( A mia discolpa posso dire che non amo moltissimo leggere sul pc, e che, sebbene lo stile di Austen sia davvero scorrevole, comunque un po’ mi pesa leggere in inglese! Ma il piacere di scoprire le parole originali della cara Zietta Jane supera sicuramente tutte queste difficoltà! :)

ATTENZIONE SPOILER!
Gli spoiler (anticipazioni sulla trama) non sono segnalati in alcun modo, poiché occupavano gran parte del commento.
Leggete a vostro rischio e pericolo!

Venendo a noi: che bello! Andiamo a Londra in questi capitoli!!! Sarà una scemenza, ma la trasferta cittadina mi ha entusiasmato!!! :)

Purtroppo però per le nostre due eroine le cose non vanno bene, e Londra si dimostra dispensatrice di dispiaceri a non finire!

Marianne ha finalmente conferma della stupidità (per non dire altro) di Willoughby. Mi ha ferito il suo (di lei) comportamento in questa parte, perché non riesce proprio a trattenersi finendo col fare lo zerbino di Willoughby. Per fortuna alla fine anche lei è costretta ad aprire gli occhi, e ritrovare quel po’ di dignità necessaria a pretendere, almeno, la restituzione di tutte le lettere che incautamente* si erano scambiati!

Elinor non se la passa tanto meglio, costretta a sopportare continuamente le “confidenze” della sua rivale in amore, che diventa sempre più odiosa!

Le storie d’amore infelici non sono comunque prerogativa delle nostre protagoniste: nel capitolo 31 il Colonnello Brandon ci racconta la triste storia del suo primo amore, Eliza, e lo fa soltanto nella speranza di alleviare un po’ la sofferenza di Marianne, spiegandole che gran gaglioffo sia il “suo” Willoughby, e come debba essere contenta di essere rimasta ferita solo nei sentimenti e non nell’onore, come è successo, a causa appunto di Willoughby, ad Eliza seconda, la cui vita è ormai rovinata.

Tante sarebbero le riflessioni da fare riguardo ai costumi dell’epoca, la loro rigidità, e la loro forte discriminazione nei confronti della donna, che ci rimetteva sempre di più in ogni circostanza, ma essendo così in ritardo con la lettura ;), preferisco chiudere qui il commento, perché altrimenti inizierei un discorso veramente moooolto lungo!

Prima di passare ai prossimi capitoli, un’ultima considerazione: nel capitolo 36 conosciamo Robert Ferrars, il fratello di Edward (in realtà l’avevamo già conosciuto qualche capitolo prima da Gray**, intento a scegliere con molta cura un astuccio per stuzzicadenti, ma non sapevamo fosse lui!). Bè, il caro Edward, pur con tutti suoi difetti, sembra davvero una felice eccezione nella famiglia Ferrars, perché dopo aver conosciuto le simpaticissime madre e sorella, vediamo che anche questo Robert non è un personaggio particolarmente piacevole!

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Un po’ di frasi

Elinor agreed to it all, for she did not think he deserved the compliment of rational opposition.
Elinor concordò su tutto, poiché non ritenne che meritasse l’omaggio di un’opposizione razionale.
A proposito di Robert Ferrars
(Capitolo 36)


* Dico “incautamente” perché, come spiega benissimo Ierolli in una nota al testo, a quel tempo una corrispondenza tra un uomo e una donna era accettata solo se c’era stato un fidanzamento ufficiale tra i due, quindi Marianne e Willoughby si permettono una “confidenza” che non avrebbero dovuto avere.


** La gioielleria Gray, al n. 41 di Sackville Street, rimase aperta dal 1798 al 1825 ed era frequentata da tutto il mondo alla moda londinese. [Fonte: il solito, fantastico, Ierolli].

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