La vita agra


di Luciano Bianciardi

Titolo: La vita agra
Genere: autobiografico, satirico
Autore: Luciano Bianciardi (FONDAZIONE LUCIANO BIANCIARDI Wikipedia)
Nazione: Italia
Anno prima pubblicazione: 1962
Ambientazione: Milano, anni 50
Personaggi: il protagonista senza nome che rappresenta l’autore, Anna
Casa Editrice: Feltrinelli
Copertina: Ufficio Grafico Feltrinelli (foto che ritrae l’autore)
Pagine: 199
Provenienza: Amazon
Link al libro: IN LETTURAANOBIIGOODREADS
inizio lettura: 8 gennaio 2015
fine lettura: 1 febbraio 2015


Lassù mi hanno ridotto che a fatica mi difendo, lassù se caschi per terra nessuno ti raccatta, e la forza che ho mi basta appena per non farmi mangiare dalle formiche, e se riesco a campare, credi pure che la vita è agra, lassù.

(Pagina 160)

Un altro libro letto per LeggerMente, un altro libro che mi ha un po’ deluso: uffa!

Il protagonista, senza nome perché alter ego dell’autore stesso, si sposta dalla campagna Toscana nella grande Milano, negli anni del boom economico, col segreto intento di vendicare la morte di 43 minatori distruggendo i “palazzi del potere” che mettendo il profitto al primo posto, davanti alla vita delle persone, sono stati la causa della tragedia.

Questo libro l’ho letto col Gruppo di Lettura LeggerMente.

No, veramente, di dieci libri letti col mio Gruppo di Lettura dal vivo, ben 6 non mi sono piaciuti. Ok, quei sei non è che mi siano proprio spiaciuti tutti, diciamo che la metà li ho comunque apprezzati, ma mi hanno sempre un po’ deluso. E’ frustrante, specie perché quasi sempre le altre lettrici apprezzano invece molto i libri in questione! Così è stato infatti anche con La vita agra. Non è che l’ho trovato brutto, ma neanche posso dire che mi sia veramente piaciuto.

La trama fatica ad ingranare, per un bel po’ di pagine mi sono chiesta dove volesse andare a parare, e alla fine ho capito che, sebbene la storia non sia priva di eventi, non è quella la parte importante. Quello che Bianciardi voleva fare era presentare la società di una città moderna e all’avanguardia in tutti i suoi lati peggiori. L’ambientazione è infatti la Milano degli ultimi anni ’50, con lo sviluppo del settore terziario e “quartario”, gli eserciti di segretarie tacchettanti, la lotta sociale disorganizzata, la fatica di arrivare a fine mese. Questa parte mi è abbastanza piaciuta. La grossa pecca per quanto mi riguarda sono stati probabilmente i personaggi, in particolare questo protagonista che non riusciva proprio a no starmi sulle scatole, anche se non so bene spiegare il perché.

Ugo Tognazzi nella parte del protagonista nel film La vita agra di Carlo Lizzani.
Vitaagra-Tognazzi” di Gawain78 – catturato personalmente dall’autore sotto indicato dal dvd distribuito da Ripley’s Home Video.. Con licenza Wikipedia.

Lo stile è particolare e tutto sommato gradevole. Ironico e amaro, risulta a tratti divertente e a tratti deprimente. Purtroppo non riusciva proprio a conquistarmi, o meglio, ogni volta che il libro cominciava a diventare interessante, d’improvviso cambiava e tornava noioso, oppure continuava a ripetere sempre le stesse cose mi veniva comunque a noia. Per esempio una parte che mi è piaciuta molto è stato quando il protagonista parlava delle traduzioni che stava facendo, specie quando descrive come se ne sentiva fagocitato, che quasi non riusciva più a staccare la sua vita da quelle che trovava nei libri. Poi però continua così ancora per pagine e pagine, e alla fine mi sono stufata anche di questo!

La copertina di questa mia edizione non è male, con Bianciardi in bianco e nero e la cravatta gialla che spicca, però non la trovo particolarmente intrigante, non è una di quelle che ti invogliano a comprare il libro. Il titolo è interessante, però l’avevo completamente frainteso: non so perché, forse da come mi avevano parlato di questo libro, credevo che “agra” stesse per “agreste”, e non agra nel senso si dura, difficile.

Il segnalibro che ho usato durante la lettura mi è stato regalato da Giudori in occasione del primo scambio di segnalibri nel gruppo Readers Challenge

Commento generale.

Come sempre quando un romanzo mi delude, la mia frustrazione aumenta esponenzialmente se invece a molti altri è piaciuto, perché mi irrita il fatto di non averlo forse capito, di non aver colto quello che agli altri è piaciuto così tanto. Chissà, magari tra qualche anno proverò a dargli una seconda possibilità. Per ora mi accontento di averlo finalmente letto, visto che era dal primo incontro di LeggerMente che mi incuriosiva, e forse quest’attesa ha anche fomentato un’aspettativa ingiustificata.

Sfide

Mini recensione (1-5 parole)

Mi ha deluso

Trasposizioni

La vita agra (1964) di Carlo Lizzani, con Ugo Tognazzi

Un po’ di frasi

Tutto sommato io darei ragione all’Adelung, perché se partiamo da un alto-tedesco Breite il passaggio a Braida è facile, e anche il resto: il dittongo che si contrae in una e apertissima, e poi la rotacizzazione della dentale intervocalica, che oggi grazie al cielo non è più un mistero per nessuno.
[incipit]

Scattavano tutte insieme all’arrivo della vettura, e mai una volta mi è riuscito di non salire per ultimo.
Persino quelli che hanno al bavero lo scudetto dell’associazione mutilati e invalidi mi passavano avanti, persino gli sciancati e i paraplegici e gli zoppi erano più svelti di me, e con una gamba sola.
(Pagina 108)

explicit Leggi

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.