Le lacrime della giraffa


di Alexander McCall Smith

The No. 1 Ladies’ Detective Agency
The No. 1 Ladies’ Detective Agency
Morality for Beautiful Girls

Titolo: Le lacrime della giraffa
Serie: The No. 1 Ladies’ Detective Agency (2)
Titolo originale: Tears of the Giraffe
Genere: giallo
Autore: Alexander McCall Smith (sito ufficialeWikipedia)
Nazione: Zimbabwe/Regno Unito (Scozia)
Anno prima pubblicazione: 2000
Ambientazione: Gaborone, Botswana
Personaggi: Precious Ramotswe, JLB Matekoni, la signorina Makutsi, Andrea Curtin, Motholeli, Puso
Casa Editrice: Super Pocket
Traduzione: Stefania Bertola
Copertina: Giudo Scarabottolo
Pagine: 235
Provenienza: una bancarella non ricordo più per quale fiera, 28 febbraio 2010
Link al libro: SITO UFFICIALEIN LETTURAANOBIIGOODREADS
inizio lettura: 13 marzo 2016
fine lettura: 18 marzo 2016


Noi siamo tutti figli dell’Africa e nessuno è migliore o più importante di un altro. Questo potrebbe dire al mondo l’Africa: servirebbe a ricordare cosa significa essere umani.

(Pagina 69)

La signora Precious Ramotswe ha fondato un’agenzia investigativa, la No. 1 Ladies’ Detective Agency, la prima e unica nel Botswana con a capo una donna. La signora Ramotswe è molto brava nel suo mestiere, soprattutto perché ha molto intuito ed è un’esperta nel giudicare persone e situazioni, e anche nel giudicare i casi, e di solito non accetta quelli che dubita potranno mai avere una soluzione. Ma per la signora Andrea Curtin, un’americana che ha vissuto in passato in Botswana e qui ha lasciato il cuore, e un figlio purtroppo scomparso, farà un’eccezione.

Questo libro l’ho letto col Gruppo di Lettura LeggerMente

Ho iniziato a leggere questo libro in un periodo in cui ero in blocco da lettura, un po’ per gli impegni, un po’ perché ero così stanca che uno dei miei luoghi privilegiati di lettura, il treno (in cui mi trovavo per circa 3 ore al giorno) mi veniva a mancare visto che finivo sempre con l’addormentarmi. Ho iniziato questo libro con molta curiosità e molte aspettative. Ho iniziato questo libro e a pagina 9 scopro che la protagonista ha l’abitudine di iniziare la giornata bevendo tè rosso e osservando il giardino, e a questo punto ero già un po’ innamorata (il tè è una mia passione, e il tè rosso una recente fissazione), e per fortuna andando avanti con la lettura il romanzo e la sua protagonista non mi hanno deluso, tutt’altro.

Ho scoperto solo dopo aver iniziato la lettura che questo romanzo è il secondo, e non il primo della serie. Si può comunque leggere tranquillamente da solo, ma in certi momenti vengono fatti dei riferimenti a casi del passato che immagino siano quelli trattati nel romanzo precedente.

La trama non è proprio quella di un giallo classico, ma diciamo che avevo cominciato a capirlo abbastanza presto e quindi non ci sono rimasta male (com’è successo invece ad altri nel Gruppo di Lettura) quando la soluzione è arrivata senza una vera e propria indagine con indizi e sospettati eccetera. Sì, lo definirei comunque un libro giallo, ma diciamo che questa parte non è quella fondamentale, e di sicuro non quella che mi è piaciuta di più.

Botswana 2015 – In the sky… by Seb-Photos on DeviantArt

Mi è piaciuta infatti per esempio tantissimo l’ambientazione. Come ho detto nello scorso Mensilità, col Gruppo di Lettura dal vivo a cui partecipo stiamo esplorando i contenti, e per l’Africa proprio io avevo proposto questo romanzo. Ovviamente l’Africa è un continente immenso e immensamente variegato, e noi ne abbiamo visitato una piccolissima parte, il Botswana, ma il libro ha funzionato egregiamente da questo punto di vista perché la cultura, la natura, le abitudini, la gente di questi luoghi l’ho vissuta appieno durante la lettura, ed è stata un’esperienza stupenda! Sono tantissime le cose che vorrei citare a questo proposito, ma mi limiterò a una di quelle che mi ha maggiormente colpito. Riguarda la donna delle pulizie del signor JLB Matekoni. Non è una brava persona, è disonesta e maleducata e la signora Ramotswe non ha nessuna intenzione di continuare a tenerla con loro una volta sposati. Quindi che cosa dice subito al futuro marito? Che devono trovarle un altro lavoro. L’idea di licenziarla e basta non esiste, per quanto una persona sgradevole che chiaramente non fa bene il proprio lavoro perché non vuole farlo bene, e ruba e si approfitta del datore di lavoro, comunque non è contemplata la possibilità di semplicemente disfarsi di lei e lasciarla al suo destino, è una cosa che evidentemente in quella cultura non è concepibile.

Un tè rosso con Precious Ramotswe. Questa foto è mia perché, come ho detto, condivido con la protagonista di questo romanzo la passione per il tè rosso.

Altra cosa che mi è piaciuta sono i personaggi. Mi piace Precious Ramotswe, è sicura di sé, intraprendente, di buon cuore, intelligente. Mi piace anche perché sebbene si affidi completamente alla morale del Botswana (ritenendola, forse con un po’ di eccessivo campanilismo, la migliore del mondo) non lo fa del tutto ciecamente, si pone domande, riflette sulle usanze degli altri Paesi.

Ho apprezzato anche la signorina Makutsi, la segretaria della signora Ramotswe, promossa aiuto detective, che ha ottenuto il punteggio massimo all’esame per dattilografe, ma si è vista passare avanti sul lavoro le compagne meno competenti ma più belle. All’inizio questa cosa l’aveva grandemente stupita e delusa, ma si trova bene all’agenzia, e si sta appassionando alla sua nuova mansione.

Tra i personaggi che fanno da contorno alla storia ci sono anche due bambini orfani, Motholeli e Puso. La loro storia è tristissima, e anche se mi è sembrato un po’ assurda, ho trovato perfetta l’idea che il signor JLB Matekoni si sia lasciando abbindolare dalla direttrice dell’orfanotrofio a prenderli con sé, senza neanche prima consultare la signora Ramotswe. E’ bellissimo comunque il rapporto che si crea tra i quattro, specie perché durante tutto il romanzo il signor Matekoni, che fa il meccanico, cerca disperatamente di far interessare Puso ai motori per farne il suo successore nell’officina, e solo alla fine si rende contro che è Motholeli, la ragazza, ad avere interesse e talento per poter seguire le orme “paterne”.

Lo stile di McCall Smith l’ho trovato estremamente piacevole. Come ho detto, ho approcciato questo romanzo in momento di blocco del lettore, e l’ho letto in (relativamente) poco tempo, perché mi aveva preso moltissimo. La storia è raccontata in terza persona, seguendo di volta in volta alcuni personaggi, ma ci sono anche alcuni capitoli quasi interamente in prima persona quando qualcuno aveva una storia da raccontare (come, ade esempio la signora Curtin all’inizio).

Downwards with tears by TwentyFeet

La copertina della mia edizione è davvero molto carina, con la Precious stilizzata e la giraffa piangente sullo sfondo. A proposito di giraffe e lacrime, il titolo di questo romanzo è bellissimo, e sicuramente una delle cose che mi ha ispirato nel volerlo leggere. La spiegazione di cosa significa ci arriva proprio alla fine, nell’ultima pagina, per cui la metto come spoiler. La signora Ramotswe regala alla signora Curtin un cesto tradizionale del Botswana con un disegno decorativo formato dall’intreccio che rappresenta le lacrime della giraffa che le dona alle donne perché le intreccino nei cesti. «Ma perché la giraffa ha regalato le sue lacrime?» La signora Ramotswe alzò le spalle; non ci aveva mai pensato. «Immagino che significhi che tutti possiamo dare qualcosa» rispose. «Una giraffa non ha nient’altro da dare, soltanto le sue lacrime.» Era davvero quello il significato del cesto? Chissà. Per un attimo immaginò di vedere una giraffa che sbirciava attraverso gli alberi, con lo strano corpo che sembrava sui trampoli mimetizzato tra le foglie; e le guance umide e vellutate, e gli occhi liquidi; e pensò a quanta bellezza c’era in Africa, a quanta allegria, a quanto amore. (pagina 235)

Il segnalibro che ho usato durante la lettura.

Commento generale.

Un romanzo davvero molto bello, che mi ha coinvolta dalla prima all’ultima pagina. Come giallo non è del tipo che preferisco, perché l’indagine è in secondo piano e non c’è una vera e propria scoperta del colpevole, ma per il resto mi è piaciuto tantissimo: i personaggi, le storie secondarie, i sentimenti, e soprattutto l’ambientazione: è stata una scelta azzeccatissima per il gruppo di Lettura perché ci ha mostrato sotto tutti gli aspetti questa parte dell’Africa che l’autore e la protagonista amano moltissimo. Inutile dire che ora voglio leggere tutti i libri della serie!

Momento più…
La copertina dell’edizione originale, scaricata dal sito ufficiale.

…commovente: quando Precious accetta il caso della signora Curtin. La donna racconta di essersi innamorata del Botswana, un paese in cui ciascuno trattava il prossimo con rispetto, dove ci sono persone che possiedono davvero pochissimo, ma tutti hanno una straordinaria considerazione per gli altri (vedi anche quello che dicevo prima della cameriera). La signora Curtin era rimasta poi colpita dal fatto che gli africani si rivolgevano a perfetti estranei chiamandoli “fratello” o “sorella”, dapprima trovandolo strano, poi arrivando a comprenderlo ed apprezzarne il significato: Poi, un giorno, una donna mi ha chiamata «sorella» per la prima volta, e io mi sono messa a piangere (pagina 34). Mi è piaciuta moltissimo questa parte, e ancora di più alla fine del capitolo, quando Precious riflette se sia il caso o no di aiutare la signora Curtin, perché la sparizione del figlio risaliva a una decina di anni prima, e sia la polizia del Botswana che l’Ambasciata americana avevano fatto di tutto lavorando al caso, senza arrivare a nulla, quindi cosa potrebbe fare lei? Ma la signora Curtin ha bisogno d’aiuto e a chi altro potrebbe rivolgersi se non alla Ladies’ Detective Agency n. 1? E allora la signora Ramotswe prende una decisione: «Ti aiuterò» le disse, aggiungendo: «Sorella». (pagina 42) Mi ha commosso tantissimo questa frase, e non sono stata la sola nel Gruppo di Lettura ad emozionarsi, ma non siamo state in molte! Si vede che questo libro ha proprio toccato in me corde molto personali.

Grazie a…

BIBLIOMANIA, la cui recensione mi ha fatto venire voglia di leggere questo libro.

Cartolina realizzata per la Sfida dei Continenti, come facevo un tempo per il Giro del mondo in 80 libri. Le immagini usate sono nell’ordine (da in alto a sinistra): Birds, Botswana 2015 – Burst of colors, gaborone, Giraffe tear, Feeding Frenzy e Botswana Grunge Flag.

Sfide

Mini recensione

Non il classico giallo
ma comunque una lettura molto emozionante
di bellezza e sentimenti africani.

Trasposizioni

Ho scoperto che esiste una serie TV tratta da questa serie di romanzi, da titolo proprio The No. 1 Ladies’ Detective Agency, del 2009, che ha avuto una sola stagione. Sembra interessante, comunque!

Un po’ di frasi

Il signor JLB Matekoni, proprietario dell’officina meccanica Speedy Motors di Tlokweng Road, trovava difficile convincersi che la signora Ramotswe, la distinta fondatrice della Ladies’ Detective Agency n. 1, avesse accettato di sposarlo.
[incipit]

La signora Ramotswe era portata alle speculazioni di ordine filosofico, ma soltanto fino a un certo punto.
(Pagina 24)

Lei naturalmente era una donna moderna e non approvava le sberle, ma certe volte si chiedeva se fosse poi così giusto. Quel ragazzo l’avrebbe buttata per terra, la lattina, se avesse avuto paura di prendersi un bel ceffone? Probabilmente no.
(Pagina 25)

Ricordi di questo tipo danno vita a un paesaggio e legano le persone a una striscia di terra riarsa, che per loro è bella e preziosa come se fosse coperta di erbetta lucente.
(Pagina 96)

Quando moriamo, non abbandoniamo il luogo in cui abitavamo da vivi. Restiamo lì, in un certo senso. Il nostro spirito resta lì. Non se ne va più. Questa era una cosa che i bianchi non riuscivano proprio a capire. La chiamavano superstizione e dicevano che credere in queste cose è un segno di ignoranza. Ma sono loro a essere ignoranti. Se non riescono a capire che facciamo parte del mondo naturale che ci circonda, allora sono loro ad avere gli occhi ottenebrati, non noi.
(Pagina 118)

Non sapeva dove avesse trovato il coraggio, eppure c’era, era lì, come aqua in fondo a una cava in disuso, a un’insondabile profondità.
(Pagina 201)

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2 pensieri riguardo “Le lacrime della giraffa

  1. Sono contenta che ti sia piaciuto tanto! Io ero rimasta più “fredda” verso il libro in sé, ma ricordo con immutato affetto tutti i personaggi e il paesaggio del Botswana, quindi capisco esattamente quello di cui parli. :)

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