Un po’(st) di film (26): Cina

Rubrica dedicata alle recensioni dei film, due o più nello stesso post. Qui commenterò film visti anni fa che mi va di condividere, ma anche film visti più di recente per cui però non mi va di fare una recensione a parte in un solo post. Quando mi riesce vorrei anche provare a raggruppare i film per genere, o per qualcosa che li accomuna.
I film vecchi solitamente non avranno voto, perché essendo appunto passato del tempo mi posso ricordare se mi è piaciuto o no, ma non valutare il “quanto”.

In occasione della (ormai prossima, anche se l’avevo già detto due recensioni fa) successiva tappa del Reading History dedicata alla Cina, ho rispolverato queste mini recensioni che avevo in bozza da tempo, anche se solo il primo film rientra, per ambientazione, nell’arco temporale giusto.

Hero

(Ying xiong, 2002)

di Yimou Zhang

Sotto un unico cielo è il fine che deve guidare la tua mano.
Spada Spezzata

Il re di Qin chiama al suo cospetto un guerriero chiamato Senza Nome perché questi ha ucciso tutti coloro che volevano assassinare il Re, e ammetterlo alla sua presenza è il premio per queste sue azioni. L’intero film è il racconto delle imprese di Senza Nome.

Film visto nel 2005. Epico, azione. Soggetto di Zhang Yimou. Sceneggiatura di Zhang Yimou, Li Feng, Wang Bin. Con Jet Li (Senza Nome), Tony Chiu-Wai Leung (Spada Spezzata), Maggie Cheung (Neve Che Vola), Ziyi Zhang (Luna), Daoming Chen (il Re), Donnie Yen (Cielo)

A suo tempo ero molto incuriosita da questo film, “consigliato” anche da Tarantino, anche se ero un po’ titubante essendo rimasta molto delusa da La tigre e il dragone, film dello stesso genere. Sicuramente Hero mi è piaciuto di più, però non posso dire di averlo adorato. Non c’è niente da fare, questo tipo di film non li capisco! Però non posso neanche dire che mi sia dispiaciuto. Innanzitutto la storia è interessante: il racconto delle imprese di Senza Nome viene ripetuto tre volte in tre versioni diverse, e soprattutto mi è piaciuto il fatto che in ogni versione i colori predominanti, compresi i vestiti dei protagonisti (Senza Nome, Neve Che Vola e Spada Spezzata), erano sempre diversi. A proposto dei personaggi, Spada Spezzata è stato sicuramente quello che mi è piaciuto di più! E che belli i nomi, mi fa piacere che li abbiano tradotti, perché erano tutti veramente poetici!

La cosa più bella di questo film comunque non è la storia né i personaggi, ma le ambientazioni: sono stupende! Ho già detto dell’espediente di cambiare i colori dominanti ogni volta che la stessa storia veniva raccontata di nuovo, ma le scene visivamente spettacolari erano molte: il duello tra Senza Nome e Cielo, con solo i rumori della lotta e dell’acqua che sgocciola; poi quello tra Neve Che Vola e Luna, nel bosco con le foglie gialle che volavano tutt’intorno. Su questo non c’è che dire, sono davvero straordinarie, solo per questo il film lo consiglio pienamente!

Non uno di meno

(一个都不能少; Yi ge dou bu neng shao, 1999)

di Yimou Zhang

Presentatore TV: Ti piace la città?
Zhang Huike: Sì.
Presentatore TV: Che cosa c’era di bello?
Zhang Huike: La città è bella e prospera. Molto meglio del paese.
Presentatore TV: Qual è l’impressione che ti rimarrà di più?
Zhang Huike: Che ho dovuto chiedere l’elemosina per il cibo. Lo ricorderò per sempre.

In un paesino della Cina rurale un maestro di scuola è costretto ad allontanarsi per un po’ e affida la sua classe ad una ragazzina tredicenne dandole un’unica, importante, raccomandazione: non deve perdere neanche un alunno. Il maestro infatti le ha promesso una ricompensa in denaro, a patto che al suo ritorno lui ritrovi tutti i suoi studenti, non uno di meno.

Film visto anni fa. Drammatico. Soggetto e sceneggiatura di Shi Xiangsheng. Con Minzhi Wei (Wei Minzhi), Huike Zhang (Zhang Huike), Zhenda Tian (Capo del villaggio), Enman Gao (Maestro Gao), Zhimei Sun (Sun Zhimei), Yuying Feng (portinaia), Fanfan Li (presentatrice TV)

Un film davvero bello sull’importanza dell’istruzione e sulle contraddizioni della Cina dell’epoca (siamo negli anni 90). Grande infatti è l’abisso che separa il tipo di vita arretrato e povero che si fa in campagna, e la città che è moderna, caotica, disonesta, sprecona.

Scopro solo ora che nessuno dei protagonisti è attore di professione, né i bambini né gli adulti. L’unica professionista nel campo dello spettacolo è Fanfan Li che interpreta la presentatrice TV, suo reale mestiere. Anche molti altri “attori” in realtà interpretano un ruolo vicino o identico a quello che sono nella realtà, e conservano anche gli stessi nomi. Per questo motivo e per la “piccola” storia che racconta penso si possa dire un film in stile neorealista.

Avendolo visto diversi anni fa lo ricordo solo a grandi linee: ricordo la trama, e ricordo soprattutto la protagonista, Wei Minzhi. La ragazzina si ritrova ad insegnare ad una classe di bambini essendo anche lei, alla fine, solo una bambina. Ricordo quanta pena mi faceva nel cercare di risparmiare i gessetti, un bene prezioso in una scuola povera come quella, e poi nella grande città, smarrita e sola, a darsi da fare per ritrovare quel bambino mandato dai genitori a lavorare, perché ha promesso al maestro Gao di non perderne nemmeno uno.

Un tema importante quello dell’abbandono scolastico, sempre e ubiquitariamente attuale. Il film lo racconta quasi come una favola, con l’eroina costretta a superare molte prove, e il lieto fine ottenuto anche grazie all’aiuto “magico” della televisione.

Curiosità
Questo film ha vinto un sacco di premi, ma soprattutto quel che mi ha colpito è che ha vinto praticamente tutto quello in cui era nominato, compreso un Leone d’Oro come miglior film.

Shaolin Soccer

(Siu Lam juk kau, 2001)

di Stephen Chow

Il calcio è una guerra. Mettitelo bene in testa.
(Fung)

Fong detto “Gamba d’Oro” è un ex campione di calcio che ha dovuto abbandonare dopo essersi rotto una gamba durante una partita. Ora vorrebbe fare l’allenatore ma Hung, ex compagno di squadra e rivale, lo ostacola in ogni modo. La vita di Fong cambierà dopo l’incontro con Sing, un ragazzo esperto di kung-fu che vorrebbe insegnare questa disciplina a più persone possibile, perché venga utilizzato nella vita di tutti i giorni. Quindi, perché non anche nel calcio?

Film visto la prima volta anni fa, rivisto il 24 luglio 2018. Commedia, sport. Soggetto di Stephen Chow. Sceneggiatura di Stephen Chow, Tsang Kan-Cheung. Con Stephen Chow (Sing “Possente Gamba d’acciaio”), Man-Tat Ng (Fong “Gamba d’oro”), Wei Zhao (Mei), Yin Tse (Hung), Kai Man Tin (“Canotta d’acciaio”), Yat-Fei Wong (“Testa d’acciaio”), Tze Chung Lam (“Peso Leggero”), Kwok-Kwan Chan (“Saracinesca”), Mei Lin Mo (“Gamba rasoterra”)

Questo film mi ha incuriosito fin dai primi trailer, mi sembrava divertente, e quando l’ho visto l’ho trovato anche più scemo di quanto pensassi. Non è una critica, anzi, ritrovandolo su Netflix me lo sono rivisto e mi ha fatto ridere di nuovo!

La premessa è già ampiamente assurda: applicare le arti marziali al gioco del calcio. Le mirabolanti azioni dei protagonisti mi hanno ricordato un po’ il famosissimo anime Holly & Benji con le palle calciate con tanta forza che sfondano la porta, e cose così. Ho poi scoperto leggendo QUI che effettivamente quella è stata l’ispirazione di Chow, regista, sceneggiatore e protagonista del film, solo che ha reso tutto ancora più estremo! Già poi dalle prime immagini si capisce che il film non si prende sul serio neanche un po’! E purtroppo questa aria goliardica ha un po’ preso troppo la mano agli adattatori italiani che secondo me hanno avuto alcune buone idee ma altre pessime. Il doppiaggio è osceno, con tanti, tanti personaggi che parlano in svariati dialetti italiani (io la trovo odiosa questa cosa!) ma soprattutto non mi capacitavo del fatto che proprio i doppiatori fossero pessimi, finché poi ho scoperto leggendo QUI che non sono attori ma calciatori! Capisco che la cosa servisse ad aumentare l’interesse per il film, ed è bello il fatto che abbiano devoluto i loro compensi in beneficenza, però potevano fare personaggi minori e non i protagonisti.

Belli invece i soprannomi dei giocatori, belli perché assurdamente aderenti a quella che era la loro arma segreta nel kung-fu. Geniali i nomi delle squadre: i nostri sono Real Shaolin, mentre i cattivi si chiamano Infamitas United! XD

Shaolin Soccer è un film gloriosamente truzzo, che racconta una storia assurda ma divertente, piena di cliché ma con un’idea abbastanza originale cioè quella di usare le arti marziali nella vita quotidiana, come per esempio per non scivolare su una buccia di banana, o parcheggiare, o non perdere l’autobus. Consigliato.

Un po’ di frasi

[prese dalla Wikipedia]

Musica e arti marziali condividono lo stesso scopo: il raggiungimento di uno stato di coscienza superiore.
Senza Nome
(Da Hero)
Ogni forma di arte marziale proviene dallo Shaolin.
Sing
(Da Shaolin Soccer)
Vorrei salutare i miei genitori ed il mio maestro di Shaolin, ma non hanno la tv!
Sing
(Da Shaolin Soccer)

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.