And Then There Were None


Dieci piccoli indiani
di Agatha Christie



One little soldier boy left all alone;
He went and hanged himself and then there were none.

Solo, il soldatino, in un bosco se ne andò: a un pino s’impiccò, e nessuno ne restò.

(Pagina 28)

Da molti considerato il capolavoro della Regina del Giallo, è effettivamente un romanzo eccezionale.

Dieci persone vengono invitate, per diversi motivi, su un’isola; rimangono bloccati dal maltempo mentre il loro ospite non si fa vedere, e cominciano, misteriosamente, a morire.

And Then There Were None di ulaulaman

Ho scritto questo libro perché era così difficile da fare che l’idea mi aveva affascinato. [I had written this book because it was so difficult to do that the idea had fascinated me.]. Con queste parole Agatha Christie commenta nell’introduzione la stesura di questo romanzo. Effettivamente sotto diversi aspetti questo romanzo è molto particolare. Come ho detto da molti è considerato il suo capolavoro, e mi devo trovare d’accordo perché anche se magari non è il mio preferito (però comunque mi è piaciuto un sacco!) non posso negare che sia stato scritto con una maestria considerevole! Purtroppo, come per tutti i romanzi più particolari di Christie, non ho mai avuto il piacere di provare a indovinare l’assassino, e anche se so che non ci sarei mai riuscita, mi dispiace moltissimo non essermi potuta godere la particolarità di questo romanzo. Perché più che mai gli indizi che confondono sono tantissimi, e non c’è neanche un vero e proprio investigatore, sono diversi i personaggi che cercando di scoprire qualcosa ma non c’è nessuno che davvero indaga, e tutti diffidano di tutti, e noi la stessa cosa, non si può capire di chi ci si può fidare, fino all’ultimo.

Poles V di odulieu

La trama risulta quindi molto avvincente, oserei dire che sfiora l’horror/thriller per l’estrema tensione a cui sono sottoposti i personaggi e, conseguentemente, noi lettori. Ci sono certo un paio di cose che mi hanno fatto gridare PERCHÉ?!?!!?, come quando il generatore della corrente si scarica e invece di ricaricarlo preferiscono usare le candele, certo, così rendiamo tutto più difficile da vedere e facilitiamo il lavoro all’assassino!!!

Comunque, anche se c’è qualche incongruenza il romanzo rimane comunque straordinario, in senso lato ma anche in senso stretto: è diverso dall’ordinario romanzo giallo di Christie. Come ho già detto non c’è un vero e proprio investigatore, ci sono molte vittime (lo metto sotto spoiler anche se nella mia edizione viene rivelato già nell’introduzione: alla fine muoiono tutti!) e anche la rivelazione del colpevole è molto inusuale: viene ritrovato un manoscritto in una bottiglia in cui l’assassino stesso racconta tutto, quindi di fatto non c’è nessuno che arriva a scoprire la soluzione.

Y entonces no quedó nadie. di Keiichi Hida

L’ambientazione è perfetta, penso sia stato il primo esempio di “protagonisti rimangono isolati in un luogo e cominciano a morire e quindi l’assassino deve essere uno di loro”. Non è claustrofobica come potrebbe sembrare, perché i personaggi hanno a disposizione un’intera isola, ma il senso di reclusione è potente lo stesso perché sono comunque, di fatto, prigionieri.

I personaggi sono, come detto, dieci persone che, a parte il caso dei domestici, marito e moglie, non si conoscevano prima, e si trovano tutti insieme, invitati con le scuse più diverse, su un’isola. Si capisce, già dalla prima volta che ci vengono presentati, che quasi tutti hanno nel passato qualcosa da nascondere. Questo è tipico dei romanzi di Christie, in cui c’è quasi sempre un segreto, più o meno innocente, che anche i personaggi non colpevoli nascondono. Qui però non c’è nessuno di non colpevole perché, scopriamo poi, tutti quanti avevano commesso un qualche tipo di delitto, e l’avevano fatta franca, e l’assassino vuole pareggiare i conti con la giustizia.

And Then There Were None… di CherryCheetah

Lo stile di Christie qui raggiunge i suoi più alti livelli: ho letto questo romanzo solo sempre col senno di poi, cioè già conoscendo i fatti, e il modo subdolo con cui si svolgono certi dialoghi, gli indizi tanto palesi quanto impossibili da riconoscere, è veramente fantastico! In particolare c’è una parte nel finale che trovo resa benissimo, ma è ovviamente super spoiler quindi la copro: quando rimangono tre personaggi, e uno sparisce, gli altri due pensano che sia lui l’assassino, ma poi trovano il suo cadavere, e allora ognuno dei due pensa che il killer sia l’altro, anche se la strafottenza con cui parla uno dei due spinge il lettore a pensare che l’innocente sia l’altro, però sapendo che invece non vittime entrambi comunque il dialogo funziona! Non so se mi sono spiegata, riassumendo: il dialogo è fatto per spingere il lettore a pensare una cosa, ma funziona anche con l’esatto contrario.

La scena della prima cena sull’isola rifatta coi Lego
And Then There Were None di Karen Metz

Commento generale.

Un romanzo considerato, a ragione, il capolavoro di Christie. Dame Agatha è riuscita, infatti, a produrre un giallo che rispetta fondamentalmente i canoni classici, ma che per altri versi li sconvolge completamente, e ha inventato un cliché del genere. È pieno di suspense e mistero, tiene incollati alle pagine fino all’ultimo, la soluzione finale sorprende e sbalordisce. Insomma, bellissimo come romanzo, eccezionale come giallo: una splendida lettura.

Copertina e titolo

La mia copertina non è onestamente un granché, con il titolo a tutta pagina, ma neanche bruttissima, perché comunque sullo sfondo mostra l’isola immersa nella nebbia. Sul titolo voglio spendere due parole. Il primo titolo di questo romanzo è stato Ten Little Ni**ers, in riferimento alla filastrocca per bambini presente anche nel romanzo. Un titolo del genere era ovviamente molto razzista, e mentre in America è diventato molto presto quello attuale, And Then There Were None (“e poi non ne rimase nessuno”) che è l’ultimo verso della suddetta filastrocca, nel Regno Unito hanno scelto opzioni diverse. Per ovviare al razzismo di quel titolo ad un certo punto, non so bene quando, il romanzo ha infatti preso il titolo con cui è conosciuto anche in italiano, Ten Little Indians ovvero Dieci piccoli indiani. La cosa confesso mi fa un po’ ridere perché per evitare l’evidente razzismo hanno ben pensato di cambiare semplicemente etnia. Tra l’altro cercando vecchie copertine ho scoperto che in Italia siamo andati un po’ al contrario perché le prime edizioni avevano il titolo “…E Poi Non Rimase Nessuno” e solo in seguito siamo passati a “Dieci piccoli indiani”. Mi pare di capire che le edizioni più recenti abbiano optato per il doppio titolo “Dieci piccoli indiani. E non rimase nessuno…”. personalmente sono molto abituata a “Dieci piccoli indiani”, ma trovo che, a parte tutte le altre giustissime considerazioni, “…E Poi Non Rimase Nessuno” sia comunque più bello come titolo!

Confesso che ero un po’ a disagio al pensiero di cosa avrei trovato scritto nella mia edizione, per per fortuna è stata scelta un’altra delle tante versioni, ovvero è stato sostituito ogni riferimento etnico con la parola “soldier”, quindi “dieci piccoli soldatini”, che in italiano tra l’altro suona anche bene perché viene più facile immaginarsi le statuine come “soldatini”.

Nuove parole/cose scoperte
vamoose: parola molto simpatica che significa “tagliare la corda, telare, squagliarsela”.

Curiosità

A pagina 78 i personaggi discutono del più e del meno per evitare di pensare alla difficile situazione in cui si trovano, e tra gli argomenti scelti c’è l’ultima apparizione del mostro di Loch Ness, e niente, io personalmente trovo meravigliosa questa cosa che fosse una notizia di cui chiacchierare!

La seconda curiosità devo coprirla perché molto spoiler: Nella sua lettera-confessione l’assassino dice ad un certo punto: It was my ambition to invent a murder mystery that no one could solve. (Era mia ambizione inventare un mistero giallo che nessuno potesse risolvere., pagina 248). Non ho potuto fare a meno di pensare che in quelle parole parlava un po’ anche la stessa Agatha Christie, che si è divertita a inventare un mistero che forse neanche Poirot e Miss Marple sarebbero stati in grado di risolvere!

Bonus
Come al solito grazie al sito Delicious Death una carrellata di copertine di varie edizioni originali e italiane di questo libro.
Delle copertine in inglese sono partita da quelle molto più recenti, le trovo molto più belle! La prima a sinistra (HarperCollins, 1995) mi piace molto perché oltre a mostrare l’isola, uno dei miei soggetti preferiti, sceglie anche una visuale molto suggestiva e che mostra anche il mare in tempesta. La seconda (HarperCollins, 2007) è molto semplice ma proprio carina, con le sagome dei personaggi e il titolo scritto in modo particolare. Anche la copertina successiva è HarperCollins (2009), sceglie di concentrarsi sulla casa sull’isola, la cui ombra sul mare forma la figura di un teschio. La penultima copertina (William Morrow, 2011) pure sceglie come soggetto la casa sull’isola, ma è una foto, mi pare, e non un disegno, ed è piacevolmente inquietante. L’ultima copertina inglese (HarperCollins, 2019) è del tipo minimalista, che sto scoprendo di amare moltissimo: la O di “none” diventa un cappio, semplice, bella e sufficientemente inquietante.
Qui sotto qualche copertina italiana: con queste sono riuscita ad andare un pochino più indietro. La prima a sinistra (Mondadori, anni ’80) esteticamente non è il massimo ma mi piace perché pone l’attenzione sulle statuine oltre che sull’isola. La seconda copertina (Mondadori, 1994) mostra invece oltre all’isola la barca con i protagonisti: mi piace molto di meno. La copertina successiva (Mondadori, 2002) di per sé mi piace, ma non c’entra veramente nulla col romanzo. Meglio la penultima (Corriere, 2014), con il mio soggetto preferito, l’isola e la casa a picco sul mare. L’ultima copertina è stata una sorpresa nel titolo: a quando pare la Mondadori nel 2019 ha ripreso il titolo “E non rimase nessuno”; comunque la copertina è semplice e stilizzata, e quindi mi piace molto, anche perché ritornano le statuine.

Mini recensione

Definito un capolavoro: concordo

La scena dell’arrivo degli ospiti sull’isola.
And Then There Were None di Karen Metz

Titolo: And Then There Were None
Titolo italiano: Dieci piccoli indiani. E non rimase nessuno…
Genere: giallo
Nazionalità: britannica
Prima pubblicazione: 1939
Ambientazione: Soldier Island, Sticklehaven (Devonshire, Regno Unito); dall’8 al 12 agosto 1939
Personaggi: Justice Lawrence John Wargrave, Vera Elizabeth Claythorne, Philip Lombard, Emily Caroline Brent, General John Gordon Macarthur, Dr Edward George Armstrong, Anthony “Tony” James Marston, William Henry Blore, Thomas Rogers, Ethel Rogers, Ulick Norman Owen
Casa Editrice: HarperCollins
Pagine: 249
ASIN: B0046H95RM
ISBN: 9780007422135
Provenienza: Amazon, 17 luglio 2022
Link al libro: SITO UFFICIALEIN LETTURAGOODREADSANOBII
inizio lettura: 17 luglio 2022
fine lettura: 23 luglio 2022

Sfide

Un po’ di frasi

In the corner of a first-class smoking carriage, Mr Justice Wargrave, lately retired from the bench, puffed at a cigar and ran an interested eye through the political news in The Times.
In un angolo dello scompartimento per fumatori di prima classe, il signor Giudice Wargrave, da poco ritiratosi dal banco, tirò una boccata di fumo dal sigaro e fece scorrere un occhio interessato sulle notizie politiche del Times.
[incipit]

Vera moved to the tea-table. There was a cheerful rattle and clink of china. Normality returned.
Tea! Bless ordinary everyday afternoon tea!
Vera si mosse verso il tavolino da tè. Ci fu un allegro tintinnio di porcellane. Tornò la normalità.
Il tè! Benedetto, abituale, quotidiano tè del pomeriggio!
(Pagina 145)

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2 pensieri riguardo “And Then There Were None

  1. Questo è un romanzo che desidero rileggere. Il mio incontro con questa storia avvenne ormai decenni fa, quando ero ancora a scuola, e una classe mise in scena l’adattamento teatrale. Ricordo che ne rimasi folgorata.

    Bellissima la foto che hai trovato della prima scena rappresentata con i Lego.

    1. Io l’avevo letto un sacco di tempo fa e prima di rileggerlo mi riusciva difficile distinguere tra quelle che erano le mie oneste impressioni e quella che era la fama del libro. Adesso che l’ho riletto posso dire che è veramente bello!

      Sì, le scene di libri e film fatte coi Lego sono una meraviglia! Di questo film ce ne sono parecchie, ma alcune erano un po’ spoiler, ho scelto quindi le più “innocue”!

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