Ippolito


di Euripide

Titolo originale: Ἱππόλυτος στεφανοφόρος (Hippólytos stephanophóros)
Anno: 428 a.C.
Casa Editrice: Rizzoli
traduzione di Guido Paduano
pagine: 89
Ippolito su aNobii

Questo libro partecipa a La Sfida delle pagine, La Sfida A PUNTI, La sfida infinita e collettiva – 2, 5 testi teatrali per l’autunno e La sfida del protagonista.

[le strisce colorate sono spoiler, selezionare per leggere]

Potente e famosa tra gli uomini come in cielo, il mio nome è Afrodite. Tra tutti quelli che vivono fra il Ponto e le Colonne d’Eracle, rispetto chi venera il mio potere e distruggo chi si comporta superbamente verso di me. Anche nella stirpe degli dèi, infatti, è innato il piacere di essere onorati dagli uomini. E mostrerò ben presto la verità di queste parole.
[Afrodite nell’incipit]

Trama:
Ippolito è l’uomo più virtuoso di Atene, disprezza l’amore e preferisce la dea Artemide ad Afrodite. Questa decide quindi punire questo mortale irrispettoso nei suoi riguardi e induce Fedra, la moglie di Teseo, padre di Ippolito, ad innamorarsi del giovane, sperando così di spingere il padre ad uccidere il figlio.

Mi è piaciuta di meno delle altre tragedie greche lette per la sfida dei testi teatrali, ma è comunque molto bella. E’ la trama a non avermi affascinato molto, Ippolito mi stava parecchio antipatico, anche se ho apprezzato alla fine il fatto che abbia voluto perdonare il padre, e lo scontro tra dèi, anzi, dee, che ha avuto per vittime dei mortali non mi ha conquistata. Però… quanto scrive bene Euripide! Non saprei spiegare di preciso perché, ma mentre leggevo pensavo: per quanto mi piacciano Eschilo e Sofocle, questo qui sta una spanna avanti senza dubbio!!! Anche se il periodo era più o meno quello (lui e Sofocle si portano una quindicina d’anni), sembra di leggere un testo molto più moderno; i dialoghi, seppur sempre in stile da tragedia greca, sono più vivi, realistici, come posso dire?, insomma, belli! Peccato quindi veramente che il tema non mi abbia preso molto, perché per questo motivo ho deciso di dare un voto più basso all’Ippolito rispetto alle precedenti tragedie greche lette, soprattutto perché la seconda parte mi è piaciuta meno della prima. Ma pazienza, tanto ne ho ancora moltissime di Euripide da leggere e premiare con più stelline! ;)
Tornando all’Ippolito, secondo me la vera protagonista della tragedia è Fedra, nel bene (vittima innocente di Afrodite) e nel male (a sua volta condanna un innocente), e grazie a lei ci sarebbe un sacco da riflettere sulla presunta o effettiva misoginia di Euripide… però, voglio conservarmi il discorso per un post a parte, e soprattutto per un piccolo progetto che a breve vedrà la luce su aNobii…

E’ meglio essere ammalati che curare gli altri. La prima è una sofferenza semplice, nell’altra c’è insieme pena d’animo e fatica fisica.
Nutrice

– Che cos’è quello che chiamiamo «amore»?
– La cosa più dolce, figlia mia, e più dolorosa insieme.
Fedra e Nutrice

Afrodite non è una dea, ma qualcosa di più grande.
Nutrice

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