La Compagnia dell’Anello – LIBRO PRIMO, capitoli 10-12

Non ricordo cosa pensai la prima volta che “conobbi” Grampasso, ma credo che più o meno le mie sensazioni furono le stesse di Frodo: mi ispirava fiducia, ma soprattutto speravo di potermi fidare! Non ricordo se avevo già visto qualche immagine dell’Aragorn del grande schermo: ho letto per la prima volta Il Signore degli Anelli l’anno in cui è uscito il film, ma diversi mesi prima. Non credo comunque di essermi andata a cercare qualche immagine cinematografica per paura di spoilerarmi, quindi penso che il fascino di Aragorn mi colpì da subito anche solo dalla descrizione di Tolkien.
Un coltello nel buio è stato il capitolo più angosciante… chi ci pensava più a Grassotto Bolgheri? Anche nella Contea non se la passavano bene mentre i nostri erano in viaggio! Questa è stata forse la cosa che mi ha colpito di più: con la partenza di Frodo mi ero ormai persuasa che la Contea fosse in salvo, invece i Cavalieri sono arrivati anche lì!
Ma l’incontro che i nostri fanno a Colle Vento è indubbiamente peggiore, e anche la sorte che tocca a Frodo mi ha inquietato parecchio: la ferita che allarga il suo gelido potere nel corpo del povero Hobbit… mette i brividi in tutti i sensi!
E arriviamo alla scena finale con la fuga dai Nove alla fine riuniti al Guado. E qui vorrei divagare un po’ sui film tratti da questa trilogia. A me sono piaciuti molto tutti e tre. Certo, non sono perfetti, ci sono state, specialmente nel secondo film, alcune aggiunte a mio parere inutili, e alcune modifiche che definirei addirittura dannose (se vi interessa ve ne parlerò quando ci arriveremo), ma nel complesso secondo me sono assai ben fatti, bella la resa dei personaggi e soprattutto dei luoghi. E poi, in particolare, ci sono alcune scene, magari anche poco importanti ai fini della storia, ma emozionanti da vedere realizzate sul grande schermo (grazie soprattutto agli effetti speciali) in maniera superba! Una di queste è la scena finale del capitolo dodici: il fiume in piena travolge i Cavalieri Neri, ed è come una cavalcata di bianchi destrieri fatti di spuma. Certo, si poteva immaginare benissimo anche solo con la fantasia, ma vederlo realizzato così bene sullo schermo è per me un’emozione in più, in aggiunta a tutte quelle che già questo libro generosamente mi regala!

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