Uno, nessuno e centomila

di Luigi Pirandello

Anno: 1926
Casa Editrice: Fratelli MELITA Editori
Uno, nessuno e centomila su aNobii

Questo libro partecipa alle sfide 50 libri per un anno e La sfida estiva: i generi!.

Era proprio la mia quell’immagine intravista in un lampo? Sono proprio così, io, fuori, quando vivendo – non mi penso? Dunque per gli altri sono quell’estraneo sorpreso nello specchio: quello, e non già io quale mi conosco: quell’uno lì che io stesso in prima, scorgendolo, non ho riconosciuto. Sono quell’estraneo che non posso veder vivere se non così, in un attimo impensato. Un estraneo che possono vedere e conoscere solamente gli altri, e io no.

Ecco spiegato a pagina 12 il succo di quell’uno, nessuno e centomila, ciò che siamo per noi, e per gli altri, diverse identità, una per ogni persona che conosciamo, che ci vede in un modo che crede reale, ma che invece è solo il suo modo di vederci. Ma in quanto tale, è per ogni persona quello reale. E allora il nostro vero io? E’ questo che porta Vitangelo Moscarda, il protagonista di questa storia, sull’orlo della pazzia (o forse anche un po’ più in là). Nel complesso una storia interessante, mi dispiace dare due stelline, ma non ci sono le mezze, e non sono proprio riuscita a farlo a arrivare alle 3 stelline, perché quello che è riassunto nella frase che ho scritto sopra, è ripetuto in continuazione per tutto il romanzo, all’inizio soprattutto davvero fino alla nausea! Capisco che era necessario rendere l’ossessività di questo pensiero per Moscarda, ma il risultato è stato che io mi sono annoiata parecchio!
A parte questo il tema era davvero interessante, senza cadere nell’ossessione ho ritrovato un po’ in me le stesse manie di Moscarda, e non ho potuto fare a meno di dargli ragione quasi sempre! Il finale invece non mi è piaciuto molto, speravo in una qualche “soluzione” della cosa, anche tragica, invece si risolve la situazione agli occhi degli altri, ma per lui no, per poter vivere tranquillo ha dovuto “abbandonare” se stesso e vivere solo in fuori, in ogni cosa, tranne che in lui.

[EDIT: con la nuova valutazione di aNobii a 5 stelline invece che 4, il libro passa da 2 a 3 stelline]

– Che fai? – mia moglie mi domandò, vedendomi insolitamente indugiare davanti allo specchio.
– Niente, – le risposi, – mi guardo qua, dentro il naso, in questa narice. Premendo, avverto un certo dolorino.
Mia moglie sorrise e disse:
– Credevo ti guardassi da che parte ti pende.
Mi voltai come un cane a cui qualcuno avesse pestato la coda:
– Mi pende? A me? Il naso?
E mia moglie, placidamente:
– Ma sì. caro. Guàrdatelo bene: ti pende verso destra.
[incipit]

Per cui m’era stato facile ammettere e sostenere quel che di solito ammettono e sostengono tutti coloro che non hanno avuto la sciagura di sortire un corpo deforme: che cioè sia da sciocchi invanire per le proprie fattezze.

Di solito, alle normali operazioni della giustizia non è da rimproverare la fretta.

L’ex-libris è stato realizzato da Nebula Queen.

2 pensieri riguardo “Uno, nessuno e centomila

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