Il sosia


Poema pietroburghese

di Fëdor Michajlovič Dostoevskij

Mancava poco alle otto del mattino quando il consigliere titolare Jakov Petrovič Goljadkin si risvegliò dopo un lungo sonno: sbadigliò, si
stiracchiò e aprì definitivamente gli occhi.
[incipit]

Jakov Petrovič Goljadkin è un uomo nella media, né ricco né povero, né bello né brutto, né intelligente né stupido. Ma si troverà presto a vivere un’esperienza straordinaria quando gli capiterà di incontrare un uomo perfettamente identico a lui, per di più col suo stesso identico nome.

Una novità per me il Dostoevskij di questo romanzo, mi è parso diverso da quello a cui finora ero abituata, e non so se e quanto questo è da imputare alla traduzione. Uno stile molto ironico, un protagonista che risultava spesso irritantissimo, ma che mi faceva anche moltissima pena!
A lettura ultimata, non posso proprio dire che annovererò Il sosia tra i miei romanzi del Dosto preferiti, e il motivo principale è che non sono mica riuscita a capirlo tanto bene! Come ho detto, il povero Goljadkin mi faceva molta pena per tutte le ingiustizie di cui era vittima per colpa del suo perfido sosia, ma come personaggio non mi andava molto a genio. In realtà tutto il romanzo non mi ha preso molto, come posso spiegare? Quando smettevo di leggere, non mi lasciava col desiderio di riprenderlo in mano. Però, poi, quando leggevo, non riuscivo più a smettere e a staccarmi dal libro! Insomma, che strano libro, e che sensazioni strane mi ha provocato! Per non parlare del suo sosia, davvero un mistero, così amabile (e amato) con tutti, e così odioso con lui! Goljadkin-junior raccoglie in sé tutte le brutture di Goljadkin-senior, tutti i difetti che lui ritiene peggiori, ma lui pare il solo ad accorgersene. Per tutto il tempo mi sono scervellata a capire cosa legasse questi due sosia: uno scherzo della natura? Una cospirazione ai danni del nostro eroe, come lui stesso pensava? Un qualcosa di soprannaturale? Nulla di tutto questo, come si scoprirà nel finale (se non l’ho capito male!): questo fantomatico sosia, Goljadkin-junior, non esiste, è frutto della mente di Goljadkin-senior, evidentemente malato (leggo, sulla wikipedia, di schizofrenia). Un po’ il suo Hyde immaginario che, come per il dottor Jekyll, racchiudeva tutto ciò che di negativo Goljadkin sentiva di avere. Quindi, alla fin fine, facevo bene a provare pena per lui! Era soltanto un povero infelice, e malato.
Nonostante la perplessità che mi ha lasciato, questo romanzo è stata comunque una piacevole lettura, anche se neanche lontanamente paragonabile al “solito” Dosto! :)

Questo libro costituisce la QUINDICESIMA TAPPA del Giro del mondo in 80 libri: EUROPA, Russia, San Pietroburgo
Ecco la cartolina che ho mandato ai partecipanti alla sfida:

Scheda del libro

Titolo: Il sosia
Sottotitolo: Poema pietroburghese
Autore: Fëdor Michajlovič Dostoevskij
Titolo originale: Двойник (Dvojnik)
Anno prima pubblicazione: 1866
Casa Editrice: Guaraldi
Traduzione: Claudia Zonghetti
Pagine: 203
aNobii: LINK

Segnalibri: quello che ho usato durante la lettura (qui a destra) è stato realizzato da Muka;
l’ho scelto perché era a tema “russo”, e ci stava bene sia col libro che con la sfida del giro del mondo; invece il segnalibro in alto a sinistra, dedicato al libro, è mio, e l’ho realizzato per la sfida Il Tappabuchi!

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