Ifigenia in Tauride


di Euripide

Titolo: Ifigenia in Tauride
Titolo originale: Iφιγένεια ἡ ἐν Ταύροις
Genere: teatro, tragedia
Autore: Euripide
Nazionalità: greca
Prima pubblicazione: 414 a.C.
Ambientazione: XIII secolo a.C.
Personaggi: Ifigenia, Oreste, Pilade, Atena
Casa Editrice: Rizzoli
Traduzione: Franco Ferrari
Copertina: Carle van Loo, Medea e Giasone, 1759, Pau, Musée des Beaux Arts
Pagine: 104
Note: la mia versione di questa tragedia è contenuta nel volume “Tragedie II” insieme a tutte le altre tagedie di Euripide
Link al libro: ANOBIIGOODREADS
inizio lettura: 3 aprile 2012
fine lettura: 7 aprile 2012



Comunque sia, anche se trarti in salvo mi dovesse costare la vita, non mi tirerò indietro: perché se muore un uomo, tutta la sua casa lo rimpiange senza darsi pace, ma quanto poco vale la vita di una donna!
Ifigenia

(Pagina 841)

Ifigenia vive ormai da più di dieci anni in esilio in Tauride, da quando cioè la dea Artemide l’ha salvata dal sacrificio voluto da suo padre per ingraziarsi gli dei prima della partenza da Troia. La fanciulla è stata incaricata di servire la dea nel suo tempio, un servizio sanguinoso: deve sacrificare la vita di tutti gli stranieri che sbarcano sull’isola.

Questa tragedia è ambientata cronologicamente dopo l’ultimo capitolo dell’Orestea di Eschilo, quindi per fortuna conoscevo già gli antefatti, però Euripide cambia un po’ la storia che conoscevo, perché anche dopo il processo le Erinni continuano ad inseguire Oreste, e un oracolo di Apollo gli ha spiegato che per salvarsi deve rubare la statua di Artemide conservata nel tempio dove Ifigenia è sacerdotessa. La trama immagino quindi che si rifaccia ad una versione del mito un po’ diversa. Oreste giunge in Tauride insieme all’amico Pilade, e i due vengono ben presto catturati dagli abitanti e destinati al rituale sacrificio. Ecco che quindi Ifigenia si appresta a sacrificare il fratello non sapendo chi egli sia in realtà, anche perché Oreste elude tutte le domande che potrebbero rivelarlo! Questa è forse la parte della tragedia che mi è piaciuta di più, tutta questa tensione, questo dubbio sulla sorte di Oreste… mi chiedevo in continuazione: muore o no?

La copertina del libro senza sovraccoperta.

I personaggi principali della tragedia sono Ifigenia, Oreste e Pilade, la maggior parte dei dialoghi si svolge tra loro, anche se è la nostra eroina, ovviamente, ad avere la parte più importante, compresi monologhi e dialoghi col coro. Ed è lei sicuramente il personaggio che più spicca e più coinvolge. Ho apprezzato soprattutto la parte in cui ansiosamente chiede ad Oreste, saputo che proviene da Argo, notizie su coloro che ama e che odia, e mi è piaciuto molto il suo desiderio di vendetta nel confronti delle persone che l’hanno ingannata portandola alla morte invece che, come le era stato detto, al matrimonio. Però, e questa è una cosa che delle tragedie greche non mi andrà mai giù, penso, il suo odio non arriva a toccare Agamennone, che pure è colui da cui tutto è partito: l’amore per il padre per i Greci non può mai venire meno! Infatti Ifigenia si dispiace di saperlo morto, e quando alla fine Oreste le rivela la sua identità e le racconta del matricidio, dopo un’iniziale reazione orripilata lei comprende il gesto una volta saputo che Clitennestra aveva ucciso il marito.

Bella la traduzione di questa mia edizione, in alcuni punti ha reso il testo molto ironico, mi chiedo se sia stata un’interpretazione del traduttore o no. Per esempio tra le citazioni che ho riportato in basso ce n’è una (pagina 811) in cui in un paio di frasi Ifigenia e Oreste “riassumono” l’Odissea! :)

Il finale della tragedia mi è parso un po’ strano: non muore nessuno! Eppure Euripide mi aveva abituato a scenari molto più sanguinosi! :) Nonostante questo, e il fatto che tutto si risolve con l’entrata in scena del solito deus ex machina (Atena, questa volta) la tragedia mi è comunque piaciuta molto! Pur essendo una fan della storia degli Atridi questa figlia sfortunata la conoscevo poco. Ora sono curiosa, non posso negarlo, di leggere anche l’Ifigenia in Aulide, tragedia scritta dopo ma ambientata prima di questa, che racconta infatti proprio la storia del sacrificio.

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Dialoghi brillanti: evergreen

Sfide

Un po’ di frasi

Pelope figlio di Tantalo venne a Pisa su veloci cavalle e prese in sposa la figlia di Enomao, dalla quale germogliò Atreo. E da Atreo nacquero Menelao e Agamennone, il padre mio. Io sono Ifigenia.
[incipit]

Chi sta male diventa maldisposto, nonostante i propri guai, verso chi sta ancora peggio.
Ifigenia
(Pagina 799)

— E che ne è del figlio di Laerte?
— Non ha fatto ancora ritorno a casa, ma è vivo, pare.
— Possa morire prima di toccare il patrio suolo!
— Non infierire! Gli va tutto storto.
Ifigenia e Oreste
(Pagina 811)

È proprio vero: aiutati che un dio ti aiuta!
Oreste
(Pagina 835)

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2 pensieri riguardo “Ifigenia in Tauride

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