Gerusalemme, Gerusalemme!


di Dominique Lapierre e Larry Collins

Questo libro l’ho letto un bel po’ di tempo fa (ma, guarda un po’, è quantomai attuale!), e mi sono accorta ieri che non l’avevo mai commentato. Ho scritto però su questo libro, un articolo per il giornale dell’associazione di cui faccio parte, La Formica, e ho pensato di riportarvi quello come commento! :) (NB: il tema del giornale era "In dignità e diritti")

L’articolo 15 della Carta dei Diritti dell’Uomo recita: «Ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza.» Sembra scontato, banale: il solo nascere in un Paese, ci dà diritto alla cittadinanza, e, bè, tutti nasciamo da qualche parte!
Eppure non sempre è così, a volte la cittadinanza viene scelta da qualcun altro che, seduto intorno ad un tavolo, prende una decisione sul destino di milioni di persone.
Il 29 novembre 1947 i rappresentanti di 56 paesi membri delle Nazioni Unite si riunirono nei pressi di New York per disporre della sorte della Palestina. All’indomani delle atrocità della Seconda Guerra Mondiale, si avvertiva l’esigenza di trovare una ”sistemazione” agli ebrei, che da 2000 anni vivevano dispersi nel mondo, impossibilitati ad integrarsi davvero.
E così si scelse per loro la Palestina, la Terra Santa, la terra che Jahwè aveva dato in dono al popolo eletto. La terra che da secoli, ormai, era abitata dagli arabi, che la consideravano casa loro.

Gerusalemme, Gerusalemme! di Dominique Lapierre e Larry Collins racconta le sanguinose vicende che hanno accompagnato la nascita dello Stato di Israele, che oggi vive ancora un presente di guerra e dolore.
E le vicende più drammatiche si concentrano naturalmente nella sua capitale, Gerusalemme, i cui abitanti, che non sono santi, devono scontare il fatto che invece la città lo è.
Per loro, allora come adesso, è necessaria l’invocazione del salmo di David: «Domandate pace per Gerusalemme: sia pace a coloro che ti amano, sia pace sulle tue mura, sicurezza nei tuoi baluardi.» (Sal 121,6-7)


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