Il Silmarillion – Akallabêth + Gli Anelli del Potere e la Terza Età

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Akallabêth – La Caduta di Nùmenor.

Questo capitolo porta già nel titolo il destino di sventura dei Nùmenòreani, infatti nel lungo capitolo è raccontata tutta la vita Nùmenor, e non solo la sua tragica fine. Ci stiamo ormai avvicinando sempre più alle epoche più recenti, ricorrono infatti spesso nomi familiari a chi ha letto Il Signore degli Anelli, primo fra tutti Isildur, che da un certo punto in poi diventa quasi il protagonista della vicenda. La parte che lo riguarda che mi è piaciuta di più è stata la sua impresa per la quale fu poi celebrato, cioè il furto del frutto di Nimloth, che gli ha causato terribili ferite, e in particolare quello che avviene dopo:
Ma quando la sua prima foglia si aprì, ecco che Isildur, che a lungo era giaciuto prossimo a morte, si levò e non fu più tormentato dalle sue ferite.
Come Atlantide, Nùmenor alla fine scompare sommersa di flutti, e devo dire che un po’ gli sta bene ai Nùmenòreani: come gli è venuto di dare retta a Sauron?!? E poi, di che si lamentavano, con quelle vite così lunghe che avevano? Mi hanno fatto arrabbiare soprattutto perché il brano del dono di Ilùvatar agli Uomini è uno dei miei preferiti di questo libro! Come si fa a, non dico non apprezzare, ma almeno non accettare anche la morte quando diventa un dono così speciale? Come hanno infatti anche ricordato loro i messaggeri di Manwë:
Ma la morte all’inizio non è stata concepita come una punizione. Morendo, voi sfuggite al mondo che lasciate, non gli siete legati nella speranza o nell’ambascia. Chi di noi dunque dovrebbe invidiare gli altri?
In ogni caso, il capitolo mi è piaciuto molto, forse proprio per questo aspetto: i Nùmenòreani, Uomini grandiosi, eccezionali, quasi quindi inumani sotto certo aspetti, vengono alla fine vinti dall’umanissima paura della morte.

Gli Anelli di Potere e la Terza Età.

Come recita il sottotitolo, questo è il capitolo in cui questi racconti giungono alla loro conclusione.
Non ho molto da commentare quindi su questo capitolo, ma è stato comunque bello rivedere la storia dell’Anello dal suo principio. Qui i personaggi a noi noti si sprecano ;): Elrond, Galadriel, arriva finalmente anche Gandalf, e alla fine vengono nominati anche (di sfuggita!) gli Hobbit. E dopo “Gran Burrone” de Il Signore degli Anelli e “Forraspaccata” de Lo Hobbit, abbiamo l’ennesima “traduzione” di Imladris, la dimora di Elrond: stavolta è “Rivendell”, ovvero il nome originale nella versione inglese! Mah, non le capirò mai le scelte dei traduttori… ;)
Un piccolo appunto sul personaggio di Cìrdan il Carpentiere: l’ho sentito nominare spesso, ma non è mai protagonista della storia. Peccato, perché mi incuriosiva come personaggio!

Un po’ di frasi

Molti casi fortuiti si verificano nel mondo, e sovente, quando i Saggi si mostrano irresoluti, aiuto può venire dalle mani dei deboli.
Mithrandir

…e questa fu la fine degli Eldar delle storie e dei canti.
[explicit]

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