Orlando Furioso – Canto III

Quel ch’in pontificale abito imprime
del purpureo capel la sacra chioma,
è il liberal, magnanimo, sublime,
gran cardinal de la Chiesa di Roma
Ippolito, ch’a prose, a versi, a rime
darà materia eterna in ogni idioma;
la cui fiorita età vuol il ciel iusto
ch’abbia un Maron, come un altro ebbe Augusto.

Il canto di questa settimana è stato piuttosto noioso. Si trattava infatti di una lunghiiiiiiiiiiissima captatio benevolentiae: Bradamante incontra lo spirito di Merlino e la maga Melissa che le mostrano tutti i suoi discendenti, che non sono altro che la casata degli Estensi, alcuni personaggi storici, altri inventati, tutti meravigliosi, ottimi, eccezionali, per culminare nel presente ariostiano con i più grandiosi in assoluto, ovvero il cardinale Ippolito (mecenate di Ariosto) e suo fratello. Meno male che ci siamo tolti questo peso al canto 3, perché è stato uno strazio, ora spero che, toltici il pensiero, non avremo più di queste pause nella narrazione!

L’inizio del canto era stato molto interessante, comunque: questa caverna misteriosa, la tomba di Merlino, la maga che conosce l’avvenire (e annuncia candidamente a Bradamante che il futuro marito morirà ucciso!). Poi la carrellata di discendenti illustri. Sì, ho capito che era necessario, Ariosto ci si pagava il pane con questi versi, però mamma mia io mi sono annoiata tantissimo. Mi è piaciuto però il verso in cui finalmente arriviamo ai tempi di Ariosto, e nel lodare Ippolito e paragonarlo ad Augusto, ci si mette in mezzo pure Ludovico stesso paragonandosi a Virgilio. La mia edizione dice che non è sicuro al 100% che l’accenno a Virgilio si riferisca a lui, ma il curatore pare pensarlo, e onestamente anche a me piace questa interpretazione! :)

Finalmente la carrellata di estensi finisce, e riprendiamo con la storia, che si fa subito interessante, solo per poi interrompersi di nuovo, lasciando Bradamante in compagnia dell’infido Brunello. Personaggio interessante quest’ultimo: già dalla descrizione fisica si capisce quant’è cattivo, perché è nano, scuro, ma pallido, con tanta barba, brutto, gli occhi gonfi, lo sguardo losco, naso schiacciato, sopracciglia cespugliose… dicevano i greci “Kalòs kai agatòs“, ovvero “bello e buono”, cioè se sei brutto sarai sicuramente anche cattivo. E Bradamante dopo la descrizione fatta da Melissa lo riconosce subito, e stavolta pare preparata e non si farà infinocchiare, ma… e che sarà questo rumore? :)

Poi vi dirò, Signor, che ne fu causa,
ch’avrò fatto al cantar debita pausa.

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