Il pendolo di Foucault – IX parte – Tiferet (fino capitolo 75 escluso)

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Mi sto sempre più facendo prendere dal Piano, e anch’io, come Belbo, spesso dimentico che è tutto falso e lo stanno inventando loro!
Mi sono piaciuti moltissimo, ancora una volta, gli scritti di Belbo. Già solo il fatto che mi hanno fatto fare una capatina a Praga è notevole ;), poi, come sempre, era infarcito di citazioni! O, almeno, io ne ho colte due, ma chissà quante mi sono sfuggite…
La prima citazione che ho notato è questa:
La nebbia pallida che strofina la schiena contro i vetri, il fumo giallo che strofina la schiena contro i vetri, lambiva con la sua lingua gli angoli della sera.
Mi ricordava molto i versi de Il canto d’amore di J. Alfred Prufrock (The Love Song of J. Alfred Prufrock) di Eliot, andando a controllare ho visto che sono effettivamente troppo uguali per essere un caso:
The yellow fog that rubs its back upon the window-panes,
The yellow smoke that rubs its muzzle on the window-panes
Licked its tongue into the corners of the evening.

La nebbia gialla che strofina la schiena contro i vetri,
Il fumo giallo che strofina il suo muso contro i vetri
Lambì con la sua lingua gli angoli della sera.

La seconda era invece molto più palese:
…e quel giorno si è rivelato per quello che veramente era, un abate bonapartista, da secoli sepolto in quella segreta.
Il racconto è ambientato tra il ‘500 e il ‘600, perciò l'”abate bonapartista” non c’entra nulla, non può che essere l’Abate Faria de Il Conte di Montecristo.

Cominciamo con gli arcontici, fondati in Armenia da Pietro di Cafarbarucha che dovrete ammettere è un gran bel nome.
Casaubon

Se c’è il Piano, deve coinvolgere tutto.
Belbo

Stiamo gradatamente ricostruendo la storia del mondo. Stiamo riscrivendo íl Libro. Mi piace, mi piace.
Diotallevi

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