Il Silmarillion – Quenta Silmarillion capitoli XVIII-XX

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Oho!!! Finalmente la storia torna a farsi interessante… almeno nel secondo di questi tre capitoli!

La rovina del Beleriand e l’uccisione di Fingolfin.

Questo primo capitolo in effetti non è niente di che, ed è peggio che mai per quanto riguarda le miriadi di nomi, perché ci si mettono pure gli Uomini!
Ho notato che viene nominato per la prima volta Gil-galad, un nome che non mi è nuovo, ma non ricordo perché! ;)

Beren e Lùthien

Questo è stato sicuramente il capitolo che finora mi è piaciuto di più. Bello già dai primi righi:
Tra i resoconti di dolore e rovina che ci sono giunti dalle tenebre di quei giorni, ve ne sono però alcuni in cui il pianto s’accompagna alla gioia e, all’ombra della morte, luce imperitura.
Sono molti i motivi per cui mi piace molto questo capitolo. Innanzi tutto c’è una storia con un inizio e una fine, sebbene inserita nella più ampia mitologia di Arda. Un po’ come accade per i miti “veri”, in cui un eroe compie un’impresa, che però è collegata ad altre vicende che riguardano altri dei e/o eroi, prima e dopo di lui. C’è anche poi l’elemento della Cerca, un oggetto che, come nelle favole, l’eroe deve trovare per sposare la sua bella.
Mi piace poi perché finalmente, dopo tanto tempo, rivediamo i Silmaril, o almeno uno di essi.
E poi mi piace perché mi piacciono proprio i due protagonisti, Beren e Lùthien. Lui mi sta simpatico fin da subito: è l’unico sopravvissuto dei suoi (porello), riesce a vendicare la morte del padre e a riprendersi l’anello, e poi vaga tutto solo nei boschi, e divenne tuttavia amico degli uccelli e dei quadrupedi, ed essi lo aiutarono senza mai tradirlo, e da allora in poi Beren non mangiò carne né uccise essere vivente che non fosse al servizio di Morgoth. :)
Lei fin dal primo incontro appare come un essere soprannaturale:
Beren entrò in Doriath incespicando, reso grigio e curvo come da molti anni di dolore, tali e tanti erano stati i tormenti della via. Ma […] si imbatté in Lùthien, figlia di Thingol e Melian, ed era di sera, nel momento in cui la luna saliva in ciclo, e Lùthien danzava sull’erba sempre verde nelle radure lungo le rive dell’Esgalduin. Ed ecco il ricordo di tutte le sue sofferenze abbandonò Beren, ed egli cadde in preda a un incantesimo, poiché Lùthien era la più bella di tutti i Figli di Ilùvatar.
Peccato che ancora ci si mettono in mezzo i figli di Fëanor, che sono sempre un po’ bastardi, non c’è niente da fare! Sì, va bene il giuramento e la maledizione, ma ci mettono molto pure del loro, sono proprio odiosi!
Invece mi piace molto Finrod Felagund, ancora una volta ho potuto ammirare la sua lealtà, generosità e coraggio. Purtroppo per l’ultima volta perché viene ucciso, proprio per salvare Beren! :'(
Soprattutto comunque il motivo per cui mi piace moltissimo la storia di Beren e Lùthien è il fatto che loro affrontano i pericoli e le difficoltà insieme. Lui ci prova anche a fare l’eroe di stampo classico, lasciando la fanciulla a casa (più di un volta!) e andando da Morgoth da solo, ma lei giustamente (anche perché tra i due è quella più potente!) ogni volta lo raggiunge:
Devi scegliere, Beren, tra queste due possibilità: abbandonare la cerca, venir meno al tuo giuramento e andartene vagando sulla faccia della terra, oppure mantener fede alla parola data e sfidare la potenza della tenebra sul suo stesso trono. Ma, quale che sia la strada che imboccherai, io verrò con te, e la nostra sorte sarà la stessa.
Inoltre la loro unione rappresenta anche, almeno secondo me, l’unione tra le due stirpi dei Figli di Ilùvatar. Più volte nel capitolo viene rimarcata questa cosa:
Allora Beren e Lùthien varcarono il Cancello e presero a scendere le labirintiche scale; e insieme compirono la massima impresa che mai Uomini o Elfi avessero osato.
E poi più avanti:
Lùthien intrecciò due temi di parole, quello del dolore degli Eldar e quello della pena degli Uomini, le Due Stirpi che sono state fatte da Ilùvatar per dimorare in Arda, il Regno della Terra tra le innumerevoli stelle.
Anche se le varie situazioni difficili si risolvono spesso in maniera troppo rapida – basta una canzone per fermare Morgoth!- , o ripetitiva – ecco che sono in pericolo, esausti, il nemico li ha quasi quasi raggiunti… e arrivano le aquile! ;) -, la vicenda della Cerca è comunque emozionante, con scene fantastiche come quando Beren e Lùthien si “travestono” lui da lupo e lei da pipistrello.
Ma non posso negare che è stato soprattutto l’amore tra Beren e Lùthien che mi ha conquistata e mi sono anche un po’ commossa, io che solitamente storco un po’ il naso di fronte a tanta romanticità! Ma come si può rimanere indifferenti leggendo il bellissimo brano finale della scelta di Lùthien?
E queste sono le scelte che egli offrì a Lùthien. A cagione delle sue fatiche e del suo dolore, sarebbe stata liberata da Mandos, per andare a Valimar e quivi dimorare sino alla fine del mondo tra i Valar, dimenticando tutte le pene che aveva sopportato in vita. Li però Beren non poteva recarsi, non essendo permesso ai Valar di esimerlo dalla Morte, la quale è il dono fatto da Ilùvatar agli Uomini. L’altra scelta invece era questa: che essa potesse tornare nella Terra-di-mezzo portando con sé Beren, per abitarvi ancora, ma senza alcuna certezza né di vita né di gioia. E sarebbe divenuta mortale, e soggetta a un secondo decesso, esattamente come lui; e allora avrebbe lasciato il mondo per sempre, e della sua bellezza sarebbe rimasta soltanto memoria nei canti.
Fu questa la sorte che Lùthien scelse, voltando le spalle al Reame Beato e rinunciando a tutte le pretese di parentela con coloro che vi dimoravano; perché in tal modo, quale che fosse il dolore che potesse attenderli, i destini di Beren e di Lùthien sarebbero stati uniti e i loro sentieri li avrebbero condotti assieme di là dai confini del mondo. E così fu che, unica tra tutti gli Eldalië, Lùthien morì per davvero, e già molto tempo fa ha abbandonato il mondo. Ma, grazie alla sua scelta, le Due Stirpi si sono trovate a essere congiunte.
Giusto per rimanere nella sdolcinatezza, un piccolo forse-non-tutti-sanno-che: Tolkien e la moglie Edith sono stati seppelliti insieme, e sulla lapide sotto i loro nomi c’è scritto rispettivamente Beren e Lùthien.

La Quinta Battaglia, Nirnaeth Anoediad

Bè, dopo cotanto precedente capitolo, questo qui non può che passare in secondo piano. Due parole comunque le vorrei dire lo stesso:
  1. Quando ho letto il nome di Fingon mi sono confusa con Finrod, e mi sono detta: non era morto nel capitolo prima?!? C’ho messo un bel po’ per capire dov’era l’errore!
  2. Bello l’arrivo di Turgon in soccorso di Fingon, soprattutto perché inaspettato!
  3. Ad un certo punto viene nominato Glorfindel: sarà lo stesso de Il Signore degli Anelli?
  4. Effettivamente il nome di “Battaglia delle Innumerevoli Lacrime” è azzeccato, perché, mamma mia, muoiono un po’ tutti!

Nel complesso, ripeto, questi capitoli mi sono piaciuti più dei precedenti, e non solo per la bella storia di Beren e Lùthien. Però già si comincia a intravedere tutta quella malinconia per le cose che finiscono, già si preannuncia l’inizio della fine per il Doriath e anche per Gondolin…

Un po’ di frasi

Addio, mia terra, addio nordico cielo
Benedetto poiché in esso lo stelo
Spuntò, e poi lieve corse
Sotto la Luna, e sotto il Sole sorse,
Di Lùthien l’Usignola,
Bella che a dirlo non basta parola.
Rovini pure il mondo tutto quanto
E sia dissolto in ogni membro, e infranto
Ricada nell’abisso atemporale:
La sua struttura sol per questo vale –
Sera, mattino, cielo, terra, mare -,
Che Lùthien lo ha potuto contemplare.

(Dal “Canto della Dipartita” di Beren, in lode di Lùthien

[…] la notizia del loro [di Beren e Lùthien] arrivo li precedette come un suono di musica portato dal vento in case buie in cui uomini se ne stiano intristiti.

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