Il Mar delle Blatte e altre storie


di Tommaso Landolfi

Titolo: Il Mar delle Blatte e altre storie
Titoli dei racconti: Il Mar delle Blatte, Da: «L’Astronomia esposta al popolo». Nozioni d’astronomia sideronebulare, Notte di nozze, Ragazze di provincia, Il sogno dell’impiegato, Il racconto del lupo mannaro, Teatrino (La farfalla strappata, La tempesta, Il dente di cera, La matematica non è un’opinione, niente è un’opinione, Asfu), Favola
Genere: racconti, fantastico
Autore: Tommaso Landolfi (sito ufficialeWikipedia)
Nazionalità: italiana
Anno prima pubblicazione: 1939
Ambientazione: varia
Personaggi: vari
Casa Editrice: Adelphi
Pagine: 150
Provenienza: Libreria online
Link al libro: IN LETTURAANOBIIGOODREADS
inizio lettura: 23 febbraio 2014
fine lettura: 26 febbraio 2014


Sentite quanto parlo male? Segno che la faccenda mi interessa molto.

(Pagina 127, “Asfu”)

Non avevo mai sentito neanche parlare di questo autore prima che fosse proposto nel gruppo di lettura di cui faccio parte. Devo dire che mi aveva molto incuriosito, ma leggendolo non ho trovato quello che mi aspettavo. Mi ci è voluto un po’ per metabolizzarlo, ma alla fine comunque mi è piaciuto, e penso che vorrei leggere altro di suo.

Il mio rapporto con questo libro non è cominciato nel migliore del modi. Quando ne abbiamo parlato a LeggerMente mi ha incuriosito molto, specie perché questo autore è originario delle mie parti (più o meno), e io non ne avevo mai sentito parlare! Poi, come col libro precedente per il GDL (siamo un po’ sfigati!) è stato difficile reperirlo, e mi è arrivato tardissimo (il 23, quando l’incontro era il 28). Finalmente ho iniziato a leggerlo, e il primo racconto, che dà il titolo alla raccolta, non mi è piaciuto per niente. E’ un susseguirsi di eventi assurdi e macabri, ma di un assurdità che non porta alcun divertimento o piacere nella lettura, come può succedere invece per esempio con un Quineau o un Benni. Insomma, l’ho trovato noioso. Ma se comunque in questo racconto almeno avevo la curiosità di sapere che succedeva, il secondo racconto, “Da: «L’Astronomia esposta al popolo». Nozioni d’astronomia sideronebulare”, è stato assai peggiore. Voglio dire, se mi racconti una storia ok, mi va bene anche solo quello, ma così? Un finto saggio (molto filosofico) sull’astronomia del futuro, che vuole andare a parere… dove esattamente? Questo secondo racconto è stato ostico un po’ per tutti, al gruppo ho scoperto di essere stata credo l’unica a leggerlo tutto: anche se gli altri hanno tutti amato “Il Mar delle Blatte”, questo secondo non l’hanno digerito. Insomma, dopo questi due racconti, credo tra l’altro i più lunghi della raccolta, pensavo proprio che non ce l’avrei fatta a finire il libro, non potevo reggere ancora altre pagine così! Per fortuna quasi tutti gli altri racconti mi sono invece piaciuti, alcuni anche molto.

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Impossibile riassumere, o anche solo accennare alla trama di questi racconti. Sono episodi di vita di personaggi spesso senza nome, storie accomunate dall’assurdo, e da una certa dose di malinconia. L’ambientazione è ovviamente quasi sempre imprecisata, tranne nell’ultimo racconto, in cui viene descritta una città, che sappiamo essere in Italia, e che non siamo riusciti ad identificare con sicurezza. Ma non importa più di tanto, onestamente!

Lo stile di Landolfi è molto particolare. A parte l’amore per le situazioni assurde ma dense di significato, questo autore ama giocare con la lingua, per rendere l’assurdo ancora più assurdo. Scrive un italiano semplice ma ricco, o almeno questo è quello che ho sentito dire ovunque. Come ho detto credo proprio nell’ultima recensione, spesso lo stile di un autore mi balza agli occhi solo quando non mi piace, e onestamente tutta questa ricchezza nella scrittura non mi aveva colpito più di tanto. Cercherò di farci più attenzione ad un eventuale prossima lettura di Landolfi!

La copertina di questo libro è tipica della Adelphi, ovvero molto semplice, azzurra, e con soltanto il logo della casa editrice. Da questo punto di vista indubbiamente non incontra il mio favore, visto che amo le copertine con immagini grandi, possibilmente a tutta pagina, e inerenti il contenuto del libro. Però adoro la sua consistenza, di cartone ruvido, e non liscia e plastificata come ormai tutte le copertine di oggi! Meravigliosa da tenere in mano!

Il titolo fa già presagire il tema “orrido” del racconto omonimo. Non particolarmente bello, ma sicuramente accattivante.

Il segnalibro che ho usato durante la lettura.

Commento generale.

A lettura finita avevo dato a questo libro solo tre stelline, perché anche se gli ultimi racconti mi erano piaciuti, il fastidio provato coi primi due mi aveva fatto optare per abbassargli il voto. Dopo l’incontro del GDL però c’ho ripensato, perché parlando dei vari racconti mi sono resa conto che mi erano piaciuti, e alcuni veramente tanto (“Il racconto del lupo mannaro” e “Favola” in particolare), e soprattutto mi sono resa conto che il bello di questo libro è stato proprio poter pensare a tutte le interpretazioni possibili dei vari racconti, sulle quali in un primo momento non avevo riflettuto. Perfino analizzare “Il Mar delle Blatte”, che pure continuo a non apprezzare, mi ha intrigato e suscitato riflessioni.

Sicuramente leggerò altro di Landolfi. Mi incuriosisce soprattutto il suo unico romanzo, La pietra lunare, che già dal titolo mi affascina non poco.

Commentino breve brevissimo ai singoli racconti.

  • Il Mar delle Blatte: brutto.
    Da: «L’Astronomia esposta al popolo». Nozioni d’astronomia sideronebulare: brutto brutto.
  • Notte di nozze: intrigante. Una ventata d’aria fresca dopo i due primi racconti.
  • Ragazze di provincia: strano, non l’ho capito bene, a partire dal titolo.
  • Il sogno dell’impiegato: il meno metaforico, a parer mio, o forse semplicemente quello che ho faticato meno a capire.
  • Il racconto del lupo mannaro: mi ha affascinato un sacco!
  • Teatrino comprende 5 raccontini:
    • La farfalla strappata: triste!
    • La tempesta: questo non mi è piaciuto tanto, mi ha irritato.
    • Il dente di cera: stranissimo pure questo!
    • La matematica non è un’opinione, niente è un’opinione: un po’ irritante, come “La tempesta”.
    • Asfu: bello, un tema non nuovo, ma trattato in maniera molto originale.
  • Favola: molto molto bello.

Sfide

Mini recensione in 3 parole

Molto meglio dopo

Un po’ di frasi

L’avvocato Coracaglina rincasava, un pomeriggio di primavera, con un’aria svelta e vivace che suo figlio non gli avrebbe mai conosciuto.
[incipit]

Se poi vi sembrassi contraddittorio non fateci caso, ho ragione ugualmente.
(Pagina 128, “Asfu”)

Ma immaginate che intraprenda un viaggio verso la Nebulosa d’Andromeda. Ecco, sono sicuro di non arrivarci mai, perché la vita non mi basterà a percorrere tanto spazio e morrò prima. Tuttavia io viaggio verso la Nebulosa d’Andromeda, verso Asfu, la brillante città, verso l’Università di Asfu, verso le folle di Asfu che potranno acclamarmi, verso le case da gioco di Asfu, verso i caffè-concerto di Asfu. Però non ci arriverò mai. Ebbene, ecco appunto che cosa intendo per felicità, ecco l’unico modo possibile di concepire la felicità.
(Pagina 129, “Asfu”)

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4 pensieri riguardo “Il Mar delle Blatte e altre storie

  1. “La pietra lunare” (1939) è il primo romanzo di Landolfi, ma non l’unico.
    Anche a voler considerare come racconti lunghi (più che romanzi veri e propri) “Le due zittelle” (1946), “Cancroregina” (1950) e “Ottavio di Saint-Vincent” (1958); ci sono sempre “Racconto d’autunno” (1947) e “Un amore del nostro tempo” (1965) che sono romanzi a tutti gli effetti.

    1. Ciao Fabio,
      grazie della precisazione. Non ricordo dove ho maturato la convinzione che Landolfi avesse scritto un solo romanzo, forse l’ho sentito dire, o forse me lo sono immaginato. Tu li hai letti tutti gli scritti di Landolfi? Ho da poco comprato (ma non ancora letto) La pietra lunare, quindi ancora non mi sono fatta un’idea del Landolfi romanziere, ma di sicuro ne sono incuriosita.

  2. Ciao Phoebes,
    conosco abbastanza bene Landolfi. I libri che preferisco sono: Le due zittelle, Dialogo dei Massimi Sistemi, Racconto d’Autunno, Cancroregina, Tre racconti.
    La pietra lunare invece non mi ha particolarmente colpito, ma poi si sa, i gusti son personali : )

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